Le immagini che stiamo vedendo in questi giorni fanno venire i brividi, e il pensiero che a subire queste violenze siano state persone fragili, impossibilitate a difendersi e spaventate, impone di dire basta alle azioni di intervento “a fatto accaduto”. È necessario piuttosto occuparsi di come prevenire questi episodi e l’invio di ispettori o l’inasprimento delle pene da soli non sono deterrenti sufficienti.
Quello dei giorni scorsi in Sardegna è solo un ennesimo “evento sentinella”, cui però si continua a rispondere con armi spuntate. Apprezziamo il lavoro degli inquirenti e della Magistratura, che hanno permesso l’accertamento di questi episodi vergognosi, ma ci chiediamo anche se sia possibile ridurre il tempo a “telecamere accese” prima di intervenire, evitando il più possibile che le vittime continuino a vivere nella paura e nella violenza.
Per prevenire il ripetersi di questi episodi, crediamo sia urgente e improcrastinabile l’avvio di una reale verifica sulla gestione di strutture socio-sanitarie o di alloggio, a partire da quelle per anziani e per disabili. Non è possibile, infatti, che tali strutture vengano “accreditate” solo accertando il rispetto di criteri burocratici, ma è parimenti necessario che vengano sottoposte a verifiche periodiche per condizioni igieniche, livelli di stress e comportamenti del personale, solo per fare alcuni esempi.
In generale, poi, è la gestione di queste strutture che va resa più trasparente, anche abolendo gli orari rigidi di accesso per i familiari. E occorre incentivare la segnalazione di campanelli di allarme o pre-allarme di familiari e dipendenti delle strutture, prevedendo, in casi del genere, procedure di intervento più snelle.
Coordinatore del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva.
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