Come avevamo ampiamente riferito a suo tempo, tramite il progetto Doppio senso: percorsi tattili alla Collezione Peggy Guggenheim, il noto museo veneziano ha creato un percorso di accessibilità e avviato un processo di sensibilizzazione alla conoscenza attraverso il tatto, conducendo il pubblico con e senza disabilità visive alla scoperta di alcuni capolavori collezionati dalla mecenate americana, riprodotti in rilievo su tavolette in resina, e di altri della mostra temporanea dedicata all’artista indiano V.S. Gaitonde, riprodotti in Minolta.
«Doppio Senso – ricorda Philip Rylands, direttore della Guggenheim – è stato un percorso sperimentale di avvio all’accessibilità museale rivolto a un pubblico di non vedenti, ipovedenti e vedenti, pensato e realizzato in chiave inclusiva, teso alla formazione di una comunità sempre più ampia e partecipe alla vita museale e finalizzato dunque alla diffusione dell’arte moderna e contemporanea, nonché alla promozione del ruolo sociale ed educativo del museo stesso. In occasione dei quattro appuntamenti per adulti e quattro per bambini, che hanno avuto luogo presso la nostra Collezione, tra il mese di ottobre dello scorso anno e il mese di gennaio di quest’anno, i partecipanti hanno preso parte a visite tattili guidate da Valeria Bottalico, ideatrice e curatrice del progetto, e ad attività laboratoriali condotte dallo scultore non vedente Felice Tagliaferri. I lavori analizzati durante gli appuntamenti sono stati tradotti in rilievo e accompagnati da schede tecniche descrittive redatte in Braille e in carattere grafico ad alta leggibilità. I testi delle schede, inoltre, sono stati resi accessibili anche come file audio scaricabili all’interno di una sezione del sito del museo, appositamente dedicata e consultabile dai non vedenti».
«Tale percorso sperimentale – aggiunge Rylands -, nuovo quanto unico, ha fortemente valorizzato l’immenso patrimonio culturale della collezione di Peggy Guggenheim, rendendolo accessibile a tutti, in linea con la mission della Collezione stessa, ovvero di contribuire alla conoscenza e alla diffusione dell’arte moderna e contemporanea in Italia e nel mondo. L’iniziativa ha avviato altresì un processo di sensibilizzazione alla fruizione attraverso il tatto, intesa come esperienza conoscitiva altra, rispondendo così anche a quanto stabilito dall’articolo 30 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ove si legge che “gli Stati riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale”».
Venerdì 11 marzo, dunque, presso l’Aula Magna Silvio Trentin Ca’ Dolfin, all’Università Ca’ Foscari di Venezia (Dorsoduro 3825/e, ore 10.30), è in programma la giornata di studio intitolata Quanto lontano posso guardare?, durante la quale verranno analizzati i risultati di Doppio Senso, e promosso un dibattito inerente alle riflessioni emerse, legate all’arte e alle possibilità più innovative di fruizione nell’àmbito dell’accessibilità museale.
Per l’organizzazione dell’incontro, seguito nel pomeriggio da alcune visite tattili alla Collezione Guggenheim, quest’ultima si è avvalsa della collaborazione dell’Istituto dei Ciechi di Milano e dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), oltreché del patrocinio dell’ICOM Italia (International Council of Museums) Italia.
Introdurrà i lavori il citato Philip Rylands e successivamente – moderati da Silvia Mascheroni della Commissione Tematica Educazione e Mediazione di ICOM Italia – interverranno i già citati Valeria Bottalico e Felice Tagliaferri, oltre ad Aurelio Sartorio dell’Istituto dei Ciechi di Milano.
Concluderà l’incontro una tavola rotonda, con la partecipazione di Dario Scarpati della Commissione tematica Accessibilità dei musei di ICOM Italia, Maria Chiara Ciaccheri e Paola Rampoldi di Musei senza Barriere e Lorenza Vettor della Commissione Nazionale dell’UICI, Sezione Beni Culturali. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: doppiosenso@guggenheim-venice.it.