«Sono oltre due milioni – si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) – le persone con disabilità intellettive che vivono in Italia e che, insieme alle loro famiglie, sperimentano situazioni di discriminazione, esclusione e deprivazione, attenuate spesso solo grazie all’intervento delle famiglie e dei servizi che le stesse famiglie autorganizzandosi tentano, non senza crescenti difficoltà, di assicurare. E ciò pur in presenza di tante leggi, alcune tra le migliori a livello europeo e mondiale, tra cui senz’altro spicca la Legge 18/09, che ha ratificato la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità».
Ad accendere i riflettori sulle condizioni di vita, le opportunità e i diritti, ma anche le discriminazioni, riguardanti quei due milioni di persone, ancora troppo spesso relegati nell’invisibilità, sarà dedicata oggi, 30 marzo, la celebrazione della Giornata Nazionale delle Persone con Disabilità Intellettiva, al Palazzo del Quirinale di Roma, organizzata dalla Presidenza della Repubblica, in collaborazione con la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità), oltreché con la citata ANFFAS, l’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), organizzazioni, queste ultime tre, anch’esse aderenti alla FISH.
«Le esperienze, i dati e le evidenze culturali e scientifiche – sottolineano ancora dall’ANFFAS -, oltre alle tante buone prassi esistenti, indicano chiaramente la necessità di sostegni personalizzati, precoci e tempestivi, ma soprattutto incardinati all’interno di un progetto globale di vita, che coinvolga l’intero nucleo familiare, per garantire alle persone con disabilità intellettiva il rispetto dei diritti fondamentali in tutte le aree della vita: salute, scuola, lavoro, vita indipendente e di relazione, solo per citarne alcuni. È infatti proprio grazie a questi sostegni – insieme a un cambiamento culturale, unito alla presenza e all’impegno costante da parte delle Istituzioni e della comunità tutta – che sarà possibile squarciare il velo del pregiudizio e dello stigma che vede ancora le persone con disabilità come pesi e non come Persone e Cittadini che possono e devono portare un contributo nelle Comunità in cui vivono».
Grande soddisfazione, quindi, da parte di tutte le organizzazioni coinvolte, viene espressa per questa Giornata del 30 marzo, che vedrà la partecipazione di persone con disabilità provenienti da tutta Italia, e un susseguirsi di numerose testimonianze, attraverso la voce dei diretti protagonisti e delle loro famiglie: una lavoratrice con la sindrome di Down, un pianista con autismo, una famiglia, una giornalista e scrittrice, due giovani con disabilità intellettiva che presenteranno la Dichiarazione di Roma per la promozione ed il sostegno dell’auto-rappresentanza in Italia ed in Europa. Saranno tutti loro a rappresentare le persone italiane con disabilità intellettiva davanti al Capo dello Stato, nel corso di un evento che verrà presentato dal noto attore e conduttore Flavio Insinna e che sarà tra l’altro trasmesso in diretta da Raiuno dalle 10.55 alle 12.
Fatto parimenti significativo, prima dell’evento una delegazione composta dai Presidenti Nazionali delle organizzazioni coinvolte sarà ricevuta dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, per rappresentare le principali criticità con cui le persone con disabilità e i loro familiari quotidianamente convivono, e anche per affermare che, a condizioni idonee, le stesse persone con disabilità potrebbero essere compiutamente Cittadini delle e nelle proprie comunità.
Così come vengono elencate nella nota dell’ANFFAS, le urgenze da garantire, in tale contesto, e di cui si parlerà il 10 marzo sono: «Piena e concreta attuazione della Convenzione ONU; una maggiore attenzione alle politiche di inclusione e pari opportunità; rendere praticabili i progetti di vita delle persone; “Dopo di Noi” e “Durante Noi” da perseguire con risorse e norme coerenti; livelli essenziali di assistenza per i disturbi dello spettro autistico; qualità dell’inclusione scolastica; inclusione lavorativa e promozione dell’occupabilità». Perché, come concludono dall’ANFFAS, con un messaggio che facciamo del tutto nostro: «Non vogliamo più essere considerati pesi, ma Persone e Cittadini pienamente inclusi nella società!». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale).