Non lasciare solo un bambino con autismo, vieni a nuotare insieme a noi: all’insegna di questo slogan, è in programma per sabato 2 e domenica 3 aprile, in cinque città italiane (Firenze, Foggia, Milano, Napoli e Roma), l’iniziativa denominata Ab-bracciata collettiva, voluta dai promotori di TMA (Terapia Multisistemica in Acqua. Metodo Caputo-Ippolito), in occasione dell’imminente Giornata Mondiale per la Consapevolezza dell’Autismo, allo scopo di avvicinare più persone possibili alla disabilità e in particolare all’autismo e ai disturbi mentali gravi.
«L’evento – spiegano da TMA – consisterà in una maratona natatoria di trenta ore, dalle 10 del 2 aprile alle 16 del 3 aprile, alla quale ognuno potrà partecipare nuotando, galleggiando, stando in corsia per un minimo di quindici minuti insieme ai bimbi con disturbi dello spettro autistico o altre disabilità intellettive. Tutti comunicheranno poi il proprio nome e i metri percorsi in vasca all’assistente bagnante, metri che rappresenteranno simbolicamente il tentativo di avvicinarsi alle problematiche delle famiglie dei bambini con disturbo dello spettro autistico, un modo per condividere con loro una piccola parte del percorso della loro vita, per “ab-bracciare” le loro cause finalizzate al riconoscimento dei diritti dei loro bimbi, spesso negati».
Un segno di vicinanza e di condivisione, quindi, attraverso lo sport, e anche una vera gara di solidarietà, in quanto vi si potrà partecipare con un piccolo contributo che verrà devoluto in beneficenza.
I Centri TMA, lo ricordiamo, basano la propria attività sulla Terapia Multisistemica in Acqua (TMA, appunto), approccio di cui il nostro giornale ha avuto già più volte occasione di occuparsi, ideato da Giovanni Caputo, Giovanni Ippolito e Paolo Maietta, e presentato ufficialmente nel 2008, nell’ambito dell’associazione pugliese del Cireneo (di Caputo, Ippolito e Maietta segnaliamo anche il libro La Terapia Multisistemica in Acqua, pure da noi presentato a suo tempo).
Si tratta in sostanza di una strategia che usa l’acqua come attivatore emozionale, sensoriale e motorio, nel tentativo di spingere la persona con disturbi della comunicazione e autismo a una relazione significativa, in un ambiente ludico come quello delle piscine pubbliche. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: giovannippolito@libero.it.