Basta con i polveroni sui “falsi invalidi” e i “falsi ciechi”

«Da sempre - dichiara Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) - siamo in prima linea per combattere il “fenomeno” dei “falsi invalidi” e dei “falsi ciechi”, cercando però di fare emergere i reali dati del problema e non i polveroni mediatici. Chiediamo quindi un’azione condivisa da tutte le parti coinvolte affinché si metta mano una volta per tutte a questa situazione che, gestita solo giornalisticamente, danneggia le vere persone con disabilità, senza incidere sul problema»
Polverone di sabbia
«Da sempre – dichiara il Presidente dell’UICI – siamo in prima linea per combattere il “fenomeno” dei “falsi invalidi” e dei “falsi ciechi”, cercando però di fare emergere i reali dati del problema e non i polveroni mediatici»

Interviene anche Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), sulla questione dei cosiddetti “falsi invalidi” e “falsi ciechi”, di cui si è tornato a parlare in questi giorni negli organi d’informazione e non certo a proposito, come avevamo già sottolineato in riferimento a un articolo del «Corriere della Sera».
«L’UICI – afferma in una nota Barbuto – è da sempre in prima linea per combattere il “fenomeno” dei “falsi invalidi”, cercando però di fare emergere i reali dati del problema e non i polveroni mediatici. Dietro a ogni “falso cieco”, infatti, c’è una Commissione Medica che ne ha certificato l’invalidità e ogni tot anni la verifica. Su un altro versante, poi, se è vero che da decenni le Regioni meridionali del nostro Paese hanno percentuali di pensioni di invalidità doppie, se non di più, rispetto a quelle del Nord Italia, è altrettanto vero che la spesa pro-capite per l’assistenza sociale è un decimo. La pensione d’invalidità diventa quindi una forma di “ammortizzatore sociale?”. Certamente così non può e non deve essere».
«Chiediamo quindi – conclude il Presidente dell’UICI – un’azione condivisa da tutte le parti coinvolte affinché si metta mano una volta per tutte a questa situazione che, gestita solo giornalisticamente, danneggia le vere persone con disabilità, senza incidere sul problema». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).

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