L’invalidità civile e i ritardi dell’INPS

«Nel settore dell’invalidità civile le norme emanate e le conseguenti scelte operate dall’INPS non hanno ancora trovato piena attuazione»: vale ad esempio per l’integrazione delle Commissioni Mediche delle ASL da parte dei medici dell’INPS, per la telematizzazione del procedimento di accertamento e riconoscimento dell’invalidità civile e soprattutto per i tempi medi di liquidazione delle prestazioni, sempre troppo lunghi. Lo rileva la Corte dei Conti, nella Relazione riguardante la gestione finanziaria dell’INPS per il 2013 e 2014

Sede dell'INPSIl 4 febbraio scorso è stata discussa e deliberata la Relazione con la quale annualmente la Corte dei Conti, in base agli atti e agli elementi acquisiti, riferisce alle Presidenze delle due Camere del Parlamento il risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell’INPS.
All’interno di tale documento non viene esposto solo ciò che afferisce alle prestazioni previdenziali (pensioni, sostegno al reddito, disoccupazione ecc.), ma anche tutto quel che concerne le prestazioni assistenziali di competenza dell’Istituito, fra cui il tema dell’invalidità civile.

Su quest’ultimo aspetto, dunque, la Relazione sugli Esercizi 2013 e 2014 mette in luce come «nel settore dell’invalidità civile le norme emanate e le conseguenti scelte operate dall’Istituto non hanno ancora trovato piena attuazione». Questo è vero, ad esempio, nel caso dell’integrazione delle Commissioni Mediche delle ASL da parte dei medici dell’INPS o della completa telematizzazione dell’intero procedimento di accertamento e riconoscimento dell’invalidità civile.
Nel 2014, infatti, solo nel 40,6% dei casi le visite mediche per l’accertamento dell’invalidità sono state svolte da Commissioni ASL integrate con medici INPS, e spesso ciò è avvenuto ricorrendo all’impiego di professionisti esterni convenzionati.
Per quanto riguarda poi le procedure telematiche, sul versante della convocazione a visita si è ancora lontani da una calendarizzazione in tempo reale, soprattutto a causa dello scarso uso da parte delle ASL degli strumenti messi a disposizione dall’Istituto. Sul versante invece della redazione e trasmissione dei verbali, il ricorso alla modalità telematica risulta in aumento, tanto che in alcune Regioni appare pressoché esclusiva; al contrario di ciò che avviene in Lazio e Lombardia, dove la modalità cartacea genera effetti negativi sugli obiettivi di servizio.

Sempre a parere della Corte dei Conti, il persistere di più soggetti coinvolti nel procedimento è andato a scapito dei propositi di semplificazione e di maggiore celerità dell’iter che erano negli intenti del Legislatore, creando un ulteriore elemento di appesantimento.
I tempi medi di liquidazione delle prestazioni, comprensivi della fase di accertamento sanitario, risultano ancora lunghi e in ulteriore crescita rispetto al 2012: in media trascorrono 292 giorni per l’invalidità civile, 341 giorni per la cecità e 410 giorni per la sordità, tutte tempistiche ben lontane dall’obiettivo del termine massimo di 120 giorni dalla data di presentazione della domanda, che l’Istituto si era posto già all’epoca dell’informatizzazione dell’intero processo nel 2011.
Questa ulteriore dilazione dei tempi di attesa lascerebbe supporre che fosse aumentato anche il volume degli interessi di mora che ogni anno l’Istituto è chiamato a versare ai titolari di pensione per i ritardi nell’erogazione delle prestazioni (oltre i 120 giorni), voce di spesa significativa e solitamente in aumento ogni anno. Al contrario – nonostante l’espansione dei tempi per l’erogazione delle provvidenze di invalidità civile, che originano oltre il 60% del totale degli interessi legali di mora corrisposti dall’INPS – la cifra versata è passata dagli oltre 64 milioni di euro del 2013 ai 48,1 milioni del 2014. Il fenomeno, però, è presto spiegato e non è certo dovuto a un miglioramento delle perfomance dell’INPS o delle ASL. Su tale diminuzione, infatti, ha inciso la riduzione del tasso ufficiale degli interessi legali, passato dal 2,5% all’1%, per effetto del Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 12 dicembre 2013, in vigore a decorrere dal 1° gennaio 2014.

Nemmeno la previsione legislativa di stipulare convenzioni con le Regioni per attribuire all’INPS le funzioni relative al primo accertamento dei requisiti sanitari ha prodotto soluzioni concretamente praticate per il superamento delle difficoltà operative. A distanza di tre anni, infatti, soltanto le Regioni Campania, Lazio, Sicilia e Veneto, cui si sono aggiunte dal 1° novembre 2014 la Basilicata e il Friuli Venezia Giulia, hanno stipulato accordi di carattere sperimentale, per un anno e limitatamente al territorio di alcune Province, ai fini dell’accertamento dei requisiti sanitari da parte dell’Istituto.
Il monitoraggio realizzato, per altro, evidenzia una riduzione piuttosto costante dei tempi medi relativi alla fase sanitaria: 102 giorni di media (con punte di 37 giorni), in confronto ai 150 giorni del precedente iter ASL-INPS. Dati, quindi, che sembrerebbero far ritenere raggiungibile l’obiettivo dei 120 giorni dalla domanda per la liquidazione delle prestazioni, con benefìci sia in termini di riduzione degli interessi passivi corrisposti conseguente al contenimento dei tempi di conclusione dell’iter, sia di garanzia del rispetto dei diritti del cittadino.

Alcune cifre in conclusione: nel 2014 sono state presentate all’INPS 1.456.665 domande per il riconoscimento dell’invalidità civile (erano state 1.350.021 nel 2013 e 1.235.057 nel 2012). Ad una domanda, va precisato, può essere abbinata la richiesta di più prestazioni, come nel caso, ad esempio, di quella di riconoscimento dell’invalidità civile e dello stato di handicap.
Complessivamente, dunque, le richieste di prestazioni correlate alle domande registrate (invalidità civile 1.250.994; cecità civile 25.772; sordità 19.353; handicap ai sensi della Legge 104/92 1.047.989; collocamento mirato ai sensi della Legge 68/99 114.296) ammontano nel 2014 a 2.458.354 (questo totale, per altro, così come pubblicato nella Relazione della Corte dei Conti, differisce di cinquanta unità, rispetto alla somma delle cifre parziali riprodotte nelle righe precedenti). (Daniela Bucci)

La presente nota è già apparsa nel portale «Condicio.it – Dati e cifre sulla condizione delle persone con disabilità», spazio di comunicazione che è il frutto di un progetto della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap). Viene qui ripresa – con alcuni riadattamenti al diverso contenitore – per gentile concessione.
Suggeriamo anche – per comparazione – la consultazione, sempre in «Condicio.it», delle Relazioni della Corte dei Conti sulla gestione finanziaria dell’INPS, relative al 2010, 2011 e 2012.

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