«Esprimiamo il nostro apprezzamento per il riconoscimento reale che è stato dato alla specificità delle organizzazioni di volontariato, ai loro valori fondamentali, che il richiamo alla Legge 266/91 [Legge quadro sul volontariato, N.d.R.] ben evidenzia (gratuità, democraticità, partecipazione, radicamento sul territorio), e alla promozione della cultura del volontariato».
Così la Presidenza della ConVol (Conferenza Permanente delle Associazioni Federazioni e Reti di Volontariato) commenta in una nota il testo recentemente approvato dal Senato del Disegno di Legge che riforma il Terzo Settore e che è ora passato alla Camera.
La ConVol non rinuncia per altro ad esprimere anche alcune perplessità, innanzitutto sulla «revisione dei Centri di Servizio per il Volontariato che la Legge 266/91 aveva istituito per il servizio esclusivo al volontariato, definendone a tal fine anche il finanziamento». La Riforma, infatti, estende la loro costituzione, gestione e “servizio” anche agli altri Enti di Terzo Settore e a tal proposito, secondo la ConVol, «sorge spontaneo domandarsi con quali risorse sarà sostenuto l’ampliamento dei beneficiari e se ciò non porterà alla sottrazione di risorse preziose alla promozione e al sostegno del volontariato».
«Ulteriori e ancor più grandi perplessità – prosegue la nota – riserviamo poi all’istituzione della Fondazione Italia Sociale, un Ente per ora dai compiti indefiniti, dalle modalità di finanziamento pubbliche e private poco chiare su cui è necessaria una comune e attenta riflessione».
«Per rendere quindi operativa e davvero fruibile la Riforma – concludono dalla ConVol – ci attende, dopo il passaggio alla Camera, un percorso altrettanto importante e impegnativo, vale a dire la stesura dei Decreti Attuativi, per i quali offriamo sin d’ora tutto il nostro fattivo contributo, quale rappresentante originaria e autentica del volontariato organizzato». (S.B.)
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