Com’è noto è dal 1999 [Decreto Ministeriale 332/99, N.d.R.] che si attende l’uscita del nuovo Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili. In vista della revisione più volte annunciata anche dal Governo in carica, per bocca del ministro della Salute Lorenzin e recentemente ribadita dal sottosegretario De Filippo, la nostra Rete [GLIC, Rete Italiana dei Centri di Consulenza sugli Ausili Informatici ed Elettronici per Disabili, N.d.R.] ha redatto due documenti che riguardano l’immissione nel Nomenclatore anche di una considerevole quota di ausili tecnologici (elettronici e informatici). È ben evidente, infatti, quanto la situazione in questo àmbito possa essere straordinariamente cambiata dal 1999 ad oggi.
Le persone che possono aver bisogno di ausili sono purtroppo in costante aumento a causa di incidenti, di malattie e a seguito di diverse forme di invalidità provocate da patologie tipiche dell’età avanzata. Scegliere un ausilio tecnologico, personalizzarlo, addestrare l’utente al suo utilizzo, fare un follow-up di verifica, è un compito interdisciplinare che richiede operatori preparati, valutazioni cliniche e funzionali, psicologiche e sociali. Implica la partecipazione attiva dell’utente e della sua famiglia nel contesto di vita reale.
L’ausilio è un investimento, non un tributo che la società paga al cittadino perché non riesce a guarire dalla sua disabilità; è un diritto del cittadino, ma anche un’opportunità per la sua vita, ed è pure un bene prezioso per la società. Infatti, prescrivere bene un ausilio significa non solo dare le risposta migliore ai bisogni di autonomia e di qualità della vita della persona con disabilità, ma anche realizzare risparmi molto significativi in termini di costi assistenziali. Per questo occorre investire sulla competenza e sull’appropriatezza in tutto il processo della fornitura pubblica.
È dunque su tali complesse problematiche che abbiamo elaborato un nostro contributo, consistente, come detto, in due documenti che sono stati inviati alle Istituzioni Regionali e Nazionali preposte alla messa a punto del nuovo Nomenclatore e diffuse agli organi di informazione specializzata.
Il primo documento evidenzia la necessità di una filosofia di approccio alla fase di prescrizione degli ausili tecnologici che tenga conto della complessità di questioni da affrontare, Sinteticamente si possono evidenziare questi aspetti:
– le tecnologie standard e le tecnologie ad hoc per la disabilità: oggi più che mai sono entrambe indispensabili;
– l’appropriatezza funzionale e l’appropriatezza economica: la prescrizione dell’ausilio deve tenere conto di questi due obiettivi, facendo riferimento a un mondo ampio di soluzioni tecnologiche, in continua evoluzione;
– i rischi del cosiddetto “consumismo tecnologico”: i timori relativi alla prescrizione di tablet, smartphone, notebook;
– provare gli ausili prima di prescriverli: ausili complessi e innovativi richiedono valutazioni concrete prima e al di fuori del contesto del mercato;
– il problema delle gare: per fornire l’ausilio giusto, la prescrizione non si deve limitare all’indicazione di un codice, ma contenere indicazioni tecniche e funzionali univoche e dettagliate;
– la competenza dei prescrittori sugli ausili tecnologici: il Nomenclatore dovrebbe prevedere specifiche prestazioni professionali a supporto della qualità della prescrizione.
Il documento sostiene inoltre il ruolo dei Centri Ausili indipendenti dal mercato, come attori di sostegno al team prescrittivo; si auspicano in tal senso una sperimentazione a riguardo e una diffusione dei Centri in tutte le Regioni italiane (attualmente sono ancora otto le Regioni sprovviste di Centri GLIC).
Per quanto poi concerne il secondo documento, esso è dedicato al modello stesso dei Centri Ausili, ovvero all’organizzazione e alle competenze che debbono avere per svolgere al meglio il loro delicato compito, ai servizi (di consulenza, formativi, informativi) che devono erogare alle persone con disabilità e agli operatori, alla dotazione di ausili che devono possedere sia per le attività di addestramento e consulenza, sia per eventuali servizi di prestito (ausilioteche), e infine ai sistemi informativi per la raccolta, la diffusione e l’analisi dei dati riferiti al loro lavoro e utilissimi per la programmazione sanitaria.