«Vogliamo richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica sulle migliaia e migliaia di persone con disabilità che non riescono a trovare lavoro perché devono sommare alle difficoltà di tutti il pregiudizio ancora troppo diffuso verso la propria condizione fisica o sensoriale, anche quando questa non comprometterebbe lo svolgimento regolare di un’attività lavorativa. Vogliamo pertanto sollecitare i datori di lavoro pubblici e privati a mantenere atteggiamenti aperti e ricettivi verso quanti si avvicinano al mondo del lavoro pur in presenza di una qualche disabilità che occorre superare con azioni positive comuni, invece che escludere a priori chi ne è portatore. Per questo, il 1° Maggio sarò in piazza a Bologna, insieme ai Sindacati Confederali, che hanno scelto quest’anno di celebrare la Festa dei Lavoratori mettendo al centro i diritti delle persone con disabilità, a partire dal diritto al lavoro e all’inclusione sociale».
Lo dichiara in una nota Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), di cui avevamo già segnalato nei giorni scorsi la presenza alla Festa del Primo Maggio in Piazza Maggiore a Bologna, che avrà appunto tra i propri temi centrali il lavoro delle persone con disabilità.
«Noi ciechi e ipovedenti italiani – dichiara ancora il Presidente dell’UICI – desideriamo ricordare in questo giorno, insieme a tutti gli altri lavoratori, che il lavoro è il mezzo più nobile ed efficace di inclusione e uguaglianza dei cittadini e che l’esclusione e la discriminazione fondate sul pregiudizio costituiscono ragione di conflitto sociale e offendono addirittura la dignità delle persone. Come diceva Paolo Bentivoglio, uno dei padri nobili della nostra organizzazione, “il lavoro è luce che ritorna”, ovvero la via maestra da percorrere per una vera emancipazione civile e per un’effettiva indipendenza delle persone con disabilità».
Nello specifico della disabilità visiva, Barbuto sottolinea come «più del 75% di persone con disabilità visiva siano disoccupate o in cerca di occupazione, dati che evidenziano una situazione drammatica, ancora più grave per i nostri giovani. In tal senso chiediamo che venga aggiornata la normativa sui centralinisti e che si possa attuare quella sugli operatori della comunicazione, risolvendo la questione della copertura retributiva dei contributi figurativi, oltre al riconoscimento di una figura professionale di secondo livello, quale quella dell’operatore del benessere o massaggiatore. E ancora, in questi mesi di grandi riforme in atto nel nostro Paese, chiediamo che si possano salvaguardare e valorizzare le professionalità dei docenti non vedenti, nonché una legislazione di sostegno in favore delle libere professioni e attività di impresa svolte dai non vedenti».
«Dobbiamo smettere di pensare alle persone con disabilità come ad un peso – conclude il Presidente dell’UICI – ma come a lavoratori in grado di svolgere il loro compito con grande coscienza e professionalità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (c.giorgi@i-mage.com).