«Tutti si sono divertiti, soprattutto perché lo spirito “integrato” tra atleti con disabilità e non, ovvero il primo vero nostro obiettivo, ha prevalso da ogni punto di vista». Così Sergio Silvestre, presidente nazionale del CoorDown (Coordinamento Nazionale Associazioni delle Persone con Sindrome di Down), commenta il grande successo della prima edizione degli Adria Special Games, manifestazione sportiva promossa dallo stesso CoorDown, insieme alla propria Associazione SporT21 Italia, e riservata a persone con disabilità intellettiva e relazionale (se ne legga la nostra presentazione), che ha visto arrivare al Camping Capalonga di Bibione (Venezia), località balneare dell’Alto Adriatico, un centinaio di partecipanti, tra atleti, familiari e volontari.
Sei le discipline ufficiali previste (bocce, tennis, tennis tavolo, minigolf, canoa e beach volley), una sperimentale (badminton) e quattro quelle dimostrative (judo, karate, tiro con l’arco, beach tennis), oltre alla Coppa di Calcio a 5 categoria C21, il tutto secondo i regolamenti tecnici delle rispettive Federazioni, adattati alle persone con disabilità.
Competizione, dunque, ma anche tanto divertimento, spirito “integrato”, come detto, e fair play ai massimi livelli. In tal senso, un episodio riferito alla Coppa di Calcio a 5 sintetizza al meglio i vari “sapori” della tre giorni di Bibione. «Nell’ultima sfida – racconta infatti Silvestre -, dove la squadra di Padova (che aveva perso le prime due partite) si è trovata subito sotto per 4-1, l’allenatore ha chiesto un time-out a due minuti dalla fine e guardando il capitano negli occhi, gli ha fatto capire che avrebbero potuto farcela se ci avessero creduto fino in fondo e ci avessero messo il cuore. Detto fatto, al rientro in campo proprio il capitano, con una prestazione che ha lasciato tutti di stucco, è riuscito con tre splendide azioni a segnare altrettanti gol in poco più di due minuti, riportando la situazione in parità; è stata una rimonta tanto repentina e tecnicamente perfetta, da essere vissuta come una vittoria da parte dei giocatori. In occasione poi dell’ultimo gol, quello del pareggio, proprio perché segnato con tecnica da grande campione, il capitano della squadra avversaria, anziché disperarsi, è corso incontro al marcatore che stava esultando con i suoi compagni per abbracciarlo e complimentarsi con lui. Ecco il fair play che ci piacerebbe vedere nei campi di gioco, sempre e da parte di tutti!». (S.B.)
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