«L’acqua è un elemento formidabile che ci accompagna fin dal concepimento, sorregge, avvolge, abbraccia e culla, permettendo azioni che sulla terraferma risultano precluse alle persone con difficoltà motorie»: a scriverlo, su queste stesse pagine, era stata a suo tempo Stefania Delendati, in un suo ampio approfondimento dedicato ad I SWIM SMA (più o meno “nuoto con la SMA”), progetto di acquaticità adattata in piscine riscaldate, voluto dall’Associazione lombarda SMAile, che supporta le persone affette da SMA (atrofia muscolare spinale), una tra le più diffuse malattie neuromuscolari che colpiscono i bambini – e le loro famiglie.
«Il nostro obiettivo – spiegava Andrea Fabac, presidente di SMAile – è quello di regalare serenità e la possibilità di fare tutti quei movimenti che “a secco” risulterebbero difficoltosi. L’esperienza ci ha dimostrato che con una corretta e continua attività in acqua tra esercizi e apnea, i soggetti rispondono meglio in caso di raffreddamento e soprattutto abbassano notevolmente l’incidenza delle malattie del primo tratto respiratorio».
A sua volta, Sonia Bonari, docente di Scienze Motorie e Sportive di Grosseto, da cui tutto era partito una decina di anni fa, grazie all’incontro con un bimbo affetto da SMA, aveva raccontato come «all’inizio portarlo sott’acqua poteva sembrare fuori da ogni logica, per la grossa difficoltà di deglutizione che si manifesta con la malattia. E tuttavia, con tempi estremamente rispettosi dei suoi, il mondo subacqueo è diventato davvero il sogno! Un sogno che poi ha lasciato sempre più il posto alla consapevolezza di utilizzare le apnee per una costante ginnastica respiratoria, molto più efficace di quella terrestre e sicuramente più naturale e divertente».
Il percorso di I SWIM SMA segue in sostanza due binari paralleli, grazie al supporto di partner qualificati come Apnea Academy, che ha convogliato sull’iniziativa la concreta disponibilità di numerosi apneisti: i corsi per Istruttori ISS (ove ISS sta naturalmente per I SWIM SMA) e le immersioni dei bimbi. Come poi si è potuto ben capire dalle parole di Fabac, essendo la SMA una patologia neuromuscolare, la formazione si focalizza sull’aspetto respiratorio.
Il prossimo corso per operatori, dunque – esattamente il quarto – è in programma per sabato 7 e domenica 8 maggio al Centro Sportivo Campus Aquae di Pavia, organizzato in collaborazione con la UILDM di Pavia (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) – Associazione che patrocina il progetto a livello nazionale – e curato da Sonia Bonari, ma con la partecipazione anche della neuropsichiatra infantile Angela Berardinelli dell’Istituto Neurologico Mondino di Pavia e dell’istruttore di nuoto di Apnea Academy Luigi Costa.
«Siamo molto contenti – sottolinea ancora Fabac – per il notevole riscontro ottenuto finora e soprattutto per l’interesse mostrato da parte di tutte le categorie coinvolte, delle associazioni e dei centri che si occupano di disabilità. Siamo più che mai convinti e determinati a portare avanti questo progetto nella forma che secondo noi è quella corretta, ovvero con gradualità e rispetto, utilizzando le apnee per fare una buona ginnastica respiratoria. Infatti, il fine ultimo di I SWIM SMA è proprio quello di aiutare i bimbi ad essere consapevoli delle proprie capacità, ognuno nel rispetto degli esiti della malattia, e a superare i propri limiti, utilizzando il mondo acquatico, o meglio subacqueo, per esprimere se stessi nella totalità delle proprie possibilità». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@smaile.org.