Statistiche alla mano, in media le persone con disabilità visiva leggono più dei vedenti. Ma che cosa e soprattutto come leggono? Quali sono le opportunità offerte dalla tecnologia e quali gli ostacoli?
Nell’àmbito del XXIX Salone Internazionale del Libro di Torino, in programma dal 12 al 16 maggio, l’UICI del capoluogo piemontese (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) ha organizzato l’incontro intitolato Testi in formato elettronico per un’istruzione e una cultura accessibili, previsto per venerdì 13 maggio (Sala Argento, Lingotto Fiere, ore 16).
Vi interverranno Francesco Fratta della Direzione Nazionale dell’UICI, Cristina Mussinelli, segretario generale della Fondazione LIA (Libri Italiani Accessibili), Karen Nahum, digital director di De Agostini Editore e Benedetta Torrani della Direzione Generale di Edizioni Nottetempo.
L’incontro, che si concluderà con una dimostrazione pratica di lettura accessibile, sarà moderato da Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino.
L’appuntamento al Salone del Libro affronterà un tema di primaria importanza per l’integrazione socio-culturale dei ciechi e degli ipovedenti. Da un lato, infatti, i libri elettronici hanno spalancato orizzonti impensabili fino a qualche anno fa. «Oggi – spiega Franco Lepore – un cieco può tranquillamente leggere un libro sul suo telefonino mentre si trova al parco, in treno o in spiaggia, al pari di tutti gli altri. Rispetto al passato, quando le uniche possibilità erano la stampa in braille o le registrazioni su audiocassette, oggi abbiamo a disposizione enormi risorse».
D’altro lato, però, la battaglia sull’accessibilità non è affatto conclusa. «Molte case editrici – sottolinea infatti il Presidente dell’UICI di Torino -, spesso trincerandosi dietro la difesa del copyright, rifiutano di mettere a disposizione i libri in formato elettronico. Comprendiamo i loro timori, legati al rischio di una circolazione indiscriminata dei testi, ma siamo convinti che con l’impegno di tutti si possano trovare soluzioni eque e soddisfacenti».
Vi sono inoltre anche difficoltà di natura tecnica. «Purtroppo – chiarisce in tal senso Alessio Lenzi, responsabile del Comitato Informatico dell’UICI Torino – non tutti i formati digitali sono compatibili con gli strumenti usati dalle persone con disabilità visiva e questo vale soprattutto per i testi scolastici o universitari, che presentano strutture complesse, come tabelle e note a piè di pagina. Spesso, poi, gli stessi programmi di lettura non prevedono l’accessibilità per i ciechi e anche da questo punto di vista servirebbe un lavoro di sensibilizzazione».
Tutte queste ragioni, dunque, rendono fondamentale un confronto pubblico, in nome di una cultura veramente condivisa e aperta a tutti. Torna alla memoria a tal proposito la riflessione di un grande intellettuale recentemente scomparso. «Chi non legge – scriveva infatti Umberto Eco – a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5.000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è un’immortalità all’indietro». (Lorenzo Montanaro)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it.