«Siamo soddisfatti per l’esito della battaglia legale e di dignità che abbiamo deciso di promuovere. Alla fine, infatti, quel regolamento è stato modificato e integrato e per questo va anche sottolineata l’apertura da parte del Comune, in particolare grazie all’intervento del vicesindaco Elide Tisi, che si è spesa in prima persona per il raggiungimento dell’accordo».
Così Franco Lepore, presidente dell’UICI di Torino (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), commenta il servizio sperimentale di trasporto collettivo per le persone cieche, introdotto a Torino, come segnalato in una nota dalla stessa UICI.
«Sarà un servizio porta a porta (come il taxi) – vi si legge – ma collettivo (come i mezzi pubblici) e soprattutto avrà costi accettabili. Dopo tre anni di battaglie legali e culturali, quindi, ottemperando a una Sentenza del Consiglio di Stato [Sentenza del 3 febbraio 2015, di cui si legga già anche nel nostro giornale, N.d.R.], che aveva accolto un nostro ricorso, il Comune ha dovuto rimettere mano al regolamento sul trasporto per persone con disabilità, e tramite due Delibere di Giunta, ha previsto appunto per i ciechi, in via sperimentale, un nuovo servizio collettivo a prenotazione. In sostanza i non vedenti torinesi potranno contare su un sistema di pulmini, in grado di trasportare più persone contemporaneamente, e con un unico mezzo potranno essere accompagnate al lavoro o a scuola le persone con disabilità che si troveranno nella stessa zona. In tal senso, una volta individuate le esigenze quotidiane di ciascuno, verranno studiati “percorsi intelligenti”. Il mezzo si fermerà esattamente nel luogo desiderato, evitando pericoli legati ad attraversamenti o altri ostacoli talvolta insormontabili per chi non vede».
«Era dal 2012 – ricorda Lepore – che il vecchio servizio di buoni taxi era stato pesantemente rivisto, e che la nostra Associazione denunciava i costi esorbitanti a carico delle persone con disabilità. C’erano ad esempio lavoratori costretti a sborsare metà stipendio per le spese di trasporto in taxi da casa al lavoro. Il nuovo servizio – che almeno all’inizio non sostituirà quello vigente, ma vi si affiancherà – introduce indubbi vantaggi economici, pur restando vincolato alle fasce di reddito. Ad esempio, chi ha un reddito inferiore ai 10.000 euro potrà usufruire del servizio al costo di un euro e mezzo, come se usasse un mezzo pubblico».
«Ma non è tutto – aggiunge il Presidente dell’UICI torinese -: accogliendo infatti le istanze delle Associazioni di categoria, il Comune ha promesso di istituire un tavolo di concertazione, per monitorare il servizio sperimentale, valutando anche l’eventualità di una più sostanziale riforma. Infine, è stata prevista una forma di rimborso per le persone con disabilità visiva che in questi anni si sono avvalse del servizio taxi, con i criteri previsti nel regolamento poi annullato dal Tribunale Amministrativo».
«Va ricordato infine – conclude – che il nuovo sistema non entrerà in vigore immediatamente, perché le Delibere dovranno essere approvate dal Consiglio Comunale e gli aspetti operativi disciplinati da appositi regolamenti. Ma la strada è aperta». (S.B.)
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