«Sarà una conferenza-spettacolo, un teatro di figura, un fumetto teatrale. Vi si parlerà di disabilità, quella di chi vive in carrozzina e deve affrontare giorno per giorno la sua condizione. Michele Eynard, regista e fumettista, dotato di lavagna luminosa, creerà per il pubblico un mondo fatto di segni all’interno del quale gli attori saranno immersi come in una specie di fumetto vivente».
Viene presentata così Superabile, rappresentazione teatrale che andrà in scena nella serata di oggi, 19 maggio, a Lana (Bolzano), a cura dell’Accademia Arte della Diversità-Teatro la Ribalta di Bolzano, in collaborazione con l’organizzazione Lebenshilfe Südtirol, per la regia (e con le illustrazioni) di Michele Eynard, con Mathias Dallinger, Melanie Goldner, Daniele Bonino, Jason De Majo (assistenza artistica e direzione produzione di Paola Guerra, foto di Andrea Rizza).
Lo spettacolo verrà realizzato grazie al sostegno del Comune di Lana e della Regione Trentino Alto Adige, all’interno del circuito regionale Arte della Diversità.
«Quattro attori “di – versi” della nostra Compagnia – spiegano dall’Accademia Arte della Diversità – di cui due in carrozzina, che si raccontano: i loro sogni, la loro vita quotidiana, gli sguardi degli altri, la necessità di essere sempre accompagnati, la mancanza di qualsiasi intimità, la perdita di autonomia che è la perdita di un privato. Con leggerezza e ironia, si ride e ci si commuove per la loro capacità di raccontarsi. Si possono immaginare così dentro mondi scoppiettanti che irridono alla realtà, che ci tiene con i piedi per terra. E sono, i loro, piedi “di vento e di acqua”, “di sole e di sguardi”, che ci fanno volare via legati alle vele che gonfieranno per noi. Perché gli attori speciali hanno un sogno speciale».
«Lo spettacolo che proponiamo sottolinea dal canto suo Michele Eynard – ambisce a promuovere una cultura incentrata sui diritti di cittadinanza e di inclusione, proponendosi come occasione di incontro e di riflessione sulle prospettive della diversità e sulla dimensione quotidiana del disagio. E poiché non c’è attenzione possibile fuori dalla relazione con gli altri esseri umani, il linguaggio che Superabile sceglie per raggiungere tali obiettivi è quello dell’arte performativa, territorio per eccellenza di condivisione, scambio creativo e manifestazione delle differenti unicità».
«Dando voce alle persone che vivono quotidianamente la disabilità – aggiunge -, agli artisti che vi hanno ravvisato un tema di ricerca, agli operatori che con essa hanno scelto di avere a che fare, lo spettacolo vuole proporre un’alternativa all’immaginario stigmatizzante che spesso avvolge la diversità, generando il dannoso pregiudizio secondo cui una persona con disabilità, per essere giudicata “normale”, deve mostrarsi eccezionale. Considerare quindi il disabile non come un “diverso”, ma come un “compagno di viaggio” tutt’altro che estraneo alla nostra esperienza, significa rivelare invece allo sguardo quello che è già accessibile ai nostri occhi, e tuttavia molte volte non si è capaci di vedere con sufficiente nitidezza». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@teatrolaribalta.it (Martina Zambelli).
Accademia Arte della Diversità-Teatro La Ribalta, Bolzano
Si tratta di una compagnia teatrale professionista costituita da uomini e donne con e senza disabilità. I suoi attori non dissimulano in alcun modo la loro condizione, piuttosto vi fondano la ricerca di un’identità artistica. In scena, dunque, si vede sia la disabilità, sia un teatro dove la preparazione e la tecnica non costituiscono un involucro, né un sostegno esterno, ma sono tutt’uno con l’espressione, organicamente legati alla condizione del rappresentare.
Le capacità del tutto “speciali” degli attori e dei danzatori dell’Accademia non intervengono a “mettere in forma” la comunicazione, ma costituiscono la natura stessa della comunicazione, sostanziandone possibilità e verità. In altre parole, non c’è contenuto e contenitore (un’esistenza che abitualmente chiameremmo “svantaggiata” portata fuori di sé dallo strumento efficace di un corpo addestrato), perché l’organicità della presenza è tale che fonde corpo e mente, intenzione e azione, risorse tecniche e contenuti personali.
«Adesso lo sappiamo – annotano dalla compagnia – questi attori e queste attrici non chiedono indulgenza e ci invitano a tenere la commozione a distanza; non rivendicano, nel loro agire sulla scena, alcuna azione terapeutica, perché la terapia è costretta a fermarsi sulla soglia di un mistero che appartiene all’inesplicabilità dell’arte».
Nella persona del direttore artistico Antonio Viganò, l’Accademia ha ricevuto il Premio della Critica 2015 promosso dall’ANCT (Associazione Nazionale Critici di Teatro) e, recentemente, il Premio Eolo Award, assegnato dalla rivista «EOLO» (che aggruppa i maggiori centri teatrali italiani per l’infanzia e la gioventù e le compagnie professionali del settore), per lo spettacolo H+G, giudicato come «la migliore novità 2015 nel settore del teatro per l’infanzia».
«In entrambi i casi – commenta Viganò – è stata premiata la nostra volontà di proporre al pubblico un teatro di qualità professionale, che è la garanzia per una vera inclusione culturale e sociale, di ridare la parola agli esclusi, attraverso un atto culturale e politico qual è, nel primo senso del termine, il Teatro». (M.Z.)