Anche il prossimo anno vogliamo andare a scuola!

«A pochi mesi dal nuovo anno scolastico – denunciano le Federazioni LEDHA e FAND Lombardia – le Istituzioni non si sono ancora attivate per dare rassicurazioni rispetto all’attivazione completa e tempestiva dei servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità». Per questo, dunque, la stessa LEDHA, in collaborazione con la FAND, rilancia un’iniziativa che anche altre Regioni dovrebbero guardare con attenzione, ovvero la campagna denominata “Vogliamo andare a scuola!”, a base di lettere/diffida e, in casi estremi, di azioni legali

Bimbo con disabilità entra a scuola«Mancano pochi mesi all’inizio del nuovo anno scolastico – si legge in una nota della LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ma per le mamme e i papà di bambini e ragazzi con disabilità non ci sono certezze: a poche settimane dalle vacanze estive, infatti, ancora non sanno se a settembre i loro figli potranno iniziare a frequentare le lezioni assieme ai loro compagni di classe. A oggi, infatti, le Istituzioni non si sono ancora attivate per dare alle famiglie, e alle associazioni che tutelano i diritti delle persone con disabilità, rassicurazioni rispetto all’attivazione completa e tempestiva dei servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità».
Alla luce di quanto detto, dunque, in vista dell’inizio del prossimo anno scolastico 2016-2017, la stessa LEDHA, in collaborazione con la FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), ha deciso di rilanciare la campagna denominata Vogliamo andare a scuola!, iniziativa degna certamente di essere presa a modello anche in altre Regioni, per chiedere nella fattispecie alle Province e alla Città Metropolitana di Milano di attivare tempestivamente e in maniera completa i servizi necessari a garantire il diritto allo studio per alunni e studenti con disabilità.
In tal senso, come già era accaduto lo scorso anno, lo strumento individuato sono delle lettere/diffida che i genitori di bambini e ragazzi con disabilità possono inviare alla propria Provincia di residenza o alla Città Metropolitana di Milano,

In tal senso, come già era accaduto lo scorso anno, lo strumento individuato sono delle lettere/diffida che i genitori di bambini e ragazzi con disabilità possono inviare alla propria Provincia di residenza o alla Città Metropolitana di Milano, per chiedere appunto l’attivazione dei servizi necessari ai propri figli, vale a dire l’assistenza alla comunicazione, quella educativa, il trasporto o gli ausili specifici.

Erano state ben centoventi, lo scorso anno, le famiglie che avevano scritto la lettera/diffida alla propria Provincia o alla Città Metropolitana di Milano. L’estate successiva era stata poi caratterizzata da un lungo confronto tra la LEDHA e gli Enti Locali coinvolti, un confronto non sempre facile, ma che in alcuni contesti aveva portato a positive soluzioni, grazie all’impegno da parte delle Province. Pertanto, laddove c’era stata un’attivazione – anche se parziale – dei servizi necessari o dove era stato proposto un accomodamento ragionevole, le famiglie non avevano dato seguito alla diffida.
Più complessa invece, si era presentata la situazione in altri territori, dove dodici famiglie avevano deciso di percorrere la via giudiziaria contro le rispettive Province e la Città Metropolitana, per vedere riconosciuti i diritti dei propri figli, il tutto con il supporto dei legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA, che le aveva affiancate nelle aule dei tribunali, sostenendo anche per la maggior parte i costi dei ricorsi stessi.
«Tutti i genitori che hanno intrapreso la strada del ricorso contro la Città Metropolitana di Milano e le Province di Monza-Brianza e Pavia – ricorda Alberto Fontana, presidente della LEDHA – hanno avuto giustizia, ottenendo l’erogazione dei servizi nella misura corrispondente alle effettive esigenze dei loro figli, così come dovrebbe accadere per tutti gli alunni e gli studenti con disabilità in base alla nostra normativa».
«Come Associazioni di persone con disabilità – aggiunge Donatella Morra, coordinatrice di LEDHAscuola –  è nostro compito non solo affiancare le famiglie che chiedono il rispetto delle norme, ma soprattutto vigilare affinché tali norme non vengano sottoposte a revisione. Alle Istituzioni, quindi, e a partire da quelle più vicine ai cittadini, chiediamo di cooperare con noi nella difesa dei diritti e delle pari opportunità di tutti, nessuno escluso».

Anche la FAND Lombardia, come detto inizialmente, ha fornito il proprio contributo, con varie iniziative messe in campo dalle Associazioni federate. Nell’autunno del 2015, inoltre, tale Federazione si è scontrata duramente con l’UPL (Unione Province Lombarde) [se ne legga anche su queste pagine, N.d.R.], ottenendo l’impegno a erogare i servizi di supporto all’inclusione scolastica almeno per l’intero anno scolastico 2015-2016.
Come racconta Nicola Stilla, presidente della FAND Lombardia, «la Sezione milanese dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e Ipovedenti) – ha anche presentato un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) contro la Città Metropolitana di Milano, cui è stata contestata la mancata attivazione degli interventi tiflodidattici e tifloinformatici a favore degli studenti con disabilità sensoriali. Ebbene, il TAR della Lombardia non solo ha ritenuto fondato il ricorso, ma ha confermato che “l’inserimento scolastico dei minorati della vista rientra tra le competenze della Provincia in base a diverse norme” e che gli interventi tiflodidattici e tifloinformatici costituiscono “un elemento necessario per l’integrazione scolastica dei minorati della vista”».
«E tuttavia – sottolinea ancora Stilla – nonostante i buoni risultati conseguiti insieme alla LEDHA, ancora oggi ci troviamo davanti al “balletto delle responsabilità” e all’“assoluta incertezza” per il nuovo anno scolastico. Convinti dunque che il diritto allo studio sia un diritto anche e soprattutto per gli alunni e gli studenti con disabilità, ci adopereremo con tutte le nostre forze per ottenere l’applicazione integrale di quella Sentenza del TAR delle Lombardia, pur auspicando che gli Amministratori intervengano tempestivamente e non ci costringano, ancora una volta, a scendere in piazza a fianco delle famiglie dei nostri ragazzi». (S.B.)

In una pagina del sito della LEDHA, è disponibile il facsimile delle lettere/diffida predisposte dai legali del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, oltreché le istruzioni per l’invio e anche gli elenchi dei destinatari.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa LEDHA (Ilaria Sesana), ufficio stampa@ledha.it.

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