«Ci sono tre elementi che in particolare motivano la nostra soddisfazione, dopo l’approvazione della Riforma del Terzo Settore: il primo attiene allo sguardo con cui la riforma considera i volontari e il volontariato e il conseguente impegno a sostenerne ruoli e funzioni; ciò rappresenta un segno della civiltà giuridica del Paese. Il secondo è il deciso richiamo alla trasparenza nell’azione e nella struttura delle organizzazioni. Il terzo è lo spirito di chiarezza nel definire chi deve far parte del Terzo Settore, cioè chi ha “finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”, con l’intenzione di compiere una decisa “ripulitura” dei vari registri in cui organizzazioni di ogni tipo sono oggi iscritte».
Così Stefano Tabò, presidente del CSVnet (Coordinamento Nazionale dei Centri di Servizio per il Volontariato), commenta in una nota l’approvazione definitiva da parte della Camera, di cui avevamo dato notizia nei giorni scorsi, della Riforma del Terzo Settore, dell’Impresa Sociale e per la Disciplina del Servizio Civile Universale, sottolineando per altro che «sarà ora fondamentale che la scrittura dei Decreti Attuativi della Legge porti a coerente conseguenza quanto indicato dal testo approvato, chiarendo tutti i dubbi che questo può far sorgere: a tal proposito, come CSVCnet, mettiamo a disposizione la nostra esperienza e attendiamo di poter avere le interlocuzioni che saranno utili al Legislatore».
«Ci rendiamo conto – dichiara ancora Tabò – che i due anni dell’iter della Legge di Riforma hanno acuito le differenze tra le diverse espressioni del Terzo Settore e sono stati motivo di ulteriori fratture al suo interno. Per questo accogliamo l’invito dell’onorevole Donata Lenzi, relatrice della Legge alla Camera, di renderci promotori di un tavolo comune a cui far sedere tutti gli attori del Terzo Settore interessati. Si apre infatti una nuova stagione in cui va esercitata la massima responsabilità e condivisione, soprattutto da parte di chi rappresenta il mondo del volontariato». «Dal canto loro – aggiunge – i Centri di Servizio agiscono già nel solco del cambiamento che la riforma comporterà per essi e si concepiscono da sempre quali soggetti inclusivi, fortemente radicati nelle comunità territoriali. Ora, anche per legge, si afferma il principio delle porte aperte a tutte le organizzazioni del Terzo Settore che vorranno entrare nella loro governance (ferma restando la prevalenza dei voti riservata al volontariato indicata dalla legge) e l’orientamento dei loro servizi per “promuovere e rafforzare la presenza e il ruolo dei volontari nei diversi enti del terzo settore”. Dall’altro lato, con l’approvazione del nostro nuovo Statuto, il 21 maggio scorso, i Centri di Servizio si riconoscono, anche formalmente, come “sistema” che condivide alcuni caratteri essenziali e irrinunciabili su tutto il territorio nazionale, stabiliscono loro rappresentanze regionali unitarie, si danno criteri stringenti sulle incompatibilità e i conflitti di interessi dei propri dirigenti».
La conclusione del Presidente DEL CSVnet, tuttavia, è improntata alla preoccupazione dei Centri di Servizio, dovuta alla forte riduzione dei fondi per il loro funzionamento. Infatti, mentre la riforma prevede per i Centri stessi un “finanziamento stabile attraverso un programma triennale”, l’accantonamento per il 2017 (su bilanci 2015) che le Fondazioni di origine bancaria devono destinare allo scopo sarà inferiore di oltre il 30% a quello per l’anno in corso. «Mentre dunque la riforma assegna alla nostra rete un forte aumento delle attività – spiega Tabò – in questa fase, e in assenza di risorse aggiuntive, la tenuta complessiva del sistema dei Centri risulta a rischio, ma non abbiamo dubbi che l’ACRI (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio), come è sempre avvenuto in passato, sia disponibile a gestire con responsabilità questo difficile momento di transizione in maniera concertata con le rappresentanze del Volontariato e del Terzo Settore».
Si parla invece di «riforma senz’anima», da parte del mondo sindacale, come si può leggere in una nota della CGIL, secondo la quale «il testo approvato mantiene contraddizioni e criticità, come la nascita della Fondazione Italia Sociale, che rischia di incentivare un welfare filantropico senza diritti sociali esigibili, non essendo accompagnata dalla definizione del pilastro principale delle politiche sociali, cioè i Livelli Essenziali delle prestazioni adeguatamente finanziati».
«Pur tuttavia – prosegue la nota – il testo approvato accoglie alcune osservazioni unitarie di CGIL, CISL e UIL, con le quali avevamo espresso forti preoccupazioni sulla “deriva commerciale” impressa al Terzo Settore e in particolare sulla disciplina sull’impresa sociale. E sul rischio conseguente che logiche di mercato irrompano nei servizi del welfare, già duramente colpiti dai tagli alla spesa per la protezione sociale».
In generale, però, secondo l’organizzazione sindacale, si tratta, come accennato, si tratta di «una “riforma senz’anima”, perché manca un disegno più complessivo in cui inserirla, sullo sviluppo dell’economia sociale e del volontariato, su come contribuisca all’evoluzione del welfare in senso più universalista e più equo, oltreché sugli effettivi strumenti di partecipazione democratica dei corpi intermedi (Associazioni, Sindacati, Cittadinanza)».
«Sulla Legge – secondo la CGIL – il confronto è stato insufficiente e ora quindi ci auguriamo esso si apra davvero sui Decreti Attuativi, con le Associazioni e il Sindacato, visto che il settore svolge attività sociali ed economiche per milioni di cittadini, occupa quasi un milione di dipendenti (direttamente quasi 700.000 addetti, più 300.000 lavoratori esterni) e vede operare oltre 4 milioni e mezzo di volontari».
Di tutt’altro tenore, rispetto alla sostanza confronto, è infine l’opinione di Luigi Bobba, sottosegretario al Lavoro e alle Politiche Sociali, che nel parlare di «un percorso non certo breve e con parecchi ostacoli», ritiene tuttavia che esso «abbia consentito di dialogare, ascoltare, modificare e integrare il testo originario».
Ritenendo quindi che «questo dialogo non possa interrompersi ora», Bobba si metterà a disposizione di associazioni, cooperative, imprese sociali, enti, giovani e di chiunque sia interessato, per rispondere alle domande o per commentare insieme le principali novità prodotte dalla nuova Legge. «Lo farò – spiega – mercoledì 1° giugno, dalle 15 alle 15.30, utilizzando ancora una volta la sessione di domande e risposte in diretta video su Facebook, per confrontarmi con i cittadini. È fondamentale, infatti, non perdere la condivisione creata fino ad oggi, anche in vista dei Decreti Legislativi che daranno attuazione alla Legge». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti:
° ufficiostampa@csvnet.it (Clara Capponi)
° s.cecconi@cgil.it (Stefano Cecconi)
° SegreteriaSottosegretarioBobba@lavoro.gov.it