«Sottolineiamo l’urgenza di concretizzare i provvedimenti necessari a un welfare maturo, welfare che oggi è ancora affidato in modo troppo pesante alle famiglie delle persone con disabilità, famiglie stanche e impoverite ingiustamente»: è questo uno dei passi principali della mozione conclusiva approvata all’Assemblea dei Delegati dell’ANIEP (Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili), svoltasi a Bellaria (Rimini) il 28 e 29 maggio scorsi.
Nata nel 1957 come Associazione Nazionale Invalidi per Esiti di Poliomielite, nel 1999 – pur mantenendo il proprio acronimo come ragione di profonda radice, contrassegnata dall’attività di una figura come quella di Gianni Selleri, che ne fu presidente per oltre quarant’anni, e delle persone con poliomielite che si battono da sempre per tutte le persone con disabilità – l’ANIEP divenne Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti Civili e Sociali degli Handicappati, fino a trasformarsi ulteriormente, nel 2013, in Associazione Nazionale per la Promozione e la Difesa dei Diritti delle Persone Disabili.
Non sono invece mai cambiati gli obiettivi, per questa organizzazione da sempre aderente alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), che, come ha spesso avuto occasione di ribadire l’attuale presidente Lia Fabbri, «forte proprio del pensiero di Gianni Selleri, ha scelto da tanto tempo di non rivolgersi ad un’unica patologia, ma all’affermazione della cultura dei diritti, così difficile e diversa da Regione a Regione».
Ben volentieri, qui di seguito, diamo spazio al testo integrale della citata mozione assembleare. (S.B.)
È doverosa e deprimente la constatazione che a tutt’oggi il Programma di Azione Biennale per la Promozione dei Diritti e l’Integrazione delle Persone con Disabilità, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2013 [Decreto del Presidente della Repubblica-DPR del 4 ottobre 2013, N.d.R.] non sia stato attuato. Minimi, infatti, sono stati gli interventi operativi, mentre la maggior parte delle intenzioni è affidata ora all’attuazione della Legge di Stabilità per il 2016 (Legge 208/15).
Evidenti e positivi sono tuttavia i segnali di cambiamento negli intenti del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, dovuti al fatto che – dopo le ultime due Leggi di Stabilità – il Fondo per i Non Autosufficienti è diventato strutturale, con una dotazione finanziaria di 400 milioni, ancora troppo scarsa, ma tendente alla definizione di Livelli Essenziali delle Prestazioni per le persone non autosufficienti, ciò che permetterebbe finalmente la creazione di un vero e proprio Piano per le Non Autosufficienze, previsto nella sua completezza fra due anni.
Sollecitiamo ora che la necessaria Conferenza Stato-Regioni attui il superamento definitivo delle inaccettabili disparità di trattamento attualmente esistenti, con la definizione di Livelli Essenziali Socio-Sanitari che garantiscano concretamente in tutto il Paese la fruizione di diritti soggettivi delle persone con disabilità.
Per ora non rimane purtroppo che attendere. Gli stessi risultati dell’ultima Legge di Stabilità si potranno ottenere soltanto a medio periodo. Numerosi provvedimenti slittano infatti ad interventi attuativi che si spera saranno celeri, ma che necessitano di coperture finanziarie non ancora accertate nel tempo, prevedendo importi inferiori al reale fabbisogno e con una ricaduta dipendente da modalità e scelte basilari, come nel caso del “Dopo di Noi”, tema sul quale il nostro Associazionismo sarà soprattutto presente per esaltarne le potenzialità, fugandone i rischi di emarginazione.
E si attende ancora per un Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili che superi quello del 1999 [Decreto Ministeriale 332/99, N.d.R.], mentre permane insufficiente la spesa sociale per i programmi di Vita Indipendente, anche in questo caso in attesa delle decisioni regionali.
Lamentiamo quindi la necessità di ribadire tutte le istanze contenute nella nostra mozione dello scorso anno, sottolineando l’urgenza di concretizzare i provvedimenti necessari a un welfare maturo, welfare che oggi è ancora affidato in modo troppo pesante alle famiglie delle persone con disabilità, famiglie stanche e impoverite ingiustamente, che con la definitiva approvazione del nuovo ISEE [Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.] possono essere in vari casi addirittura danneggiate.
A questo stato di cose, di grave logoramento e di una perenne attesa, nell’ultimo anno si sono susseguiti, inoltre, vari episodi di violenza e di maltrattamenti in alcuni Centri di ricovero, fatti che hanno portato scandalo e orrore alla cittadinanza tutta.
Non ci sono giustificazioni che possano alleggerire la gravità e l’indecenza di tali atteggiamenti, contro cui la pena deve essere celere e forte, mentre emerge sempre più evidente l’esigenza di cercare soluzioni diverse e veramente inclusive per gli attuali ricoverati in quelle strutture, nelle quali è necessaria una prevenzione a tutto campo e con ogni mezzo, prima fra tutti la presenza costante di videosorveglianza.
Nel riaffermare il nostro impegno rivolto alla promozione e alla difesa dei diritti delle persone con disabilità, ribadiamo anche la necessità del riconoscimento legislativo degli effetti tardivi della poliomielite (ivi compresa la cosiddetta “sindrome postpolio”) come disabilità ingravescente, e chiediamo che nell’àmbito dei DRG vigenti, vengano rivisti i tempi di degenza relativi ai ricoveri di disabili gravi che necessitano di trattamento, i quali non devono essere dimessi prima di avere di nuovo ottenuto l’autonomia precedente al trattamento stesso.
Infine, sottolineiamo e lamentiamo la persistenza, da parte governativa, della grande disparità di trattamento fra le Associazioni, una situazione ingiusta che dev’essere corretta e che tuttora lede spesso la stessa libertà di scelta da parte delle persone con disabilità.