«Mettere definitivamente al centro il protagonismo delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e far diventare tutti gli altri concetti, valori e azioni funzionali e orientati a raggiungere questo scenario. Assumere indiscutibilmente la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità come cornice di riferimento, con la sua portata di vera e propria rivoluzione culturale dei concetti di salute e disabilità, accettando l’idea di disabilità come relazione sociale e non come condizione soggettiva e passiva della persona»: sta sostanzialmente in questi princìpi il cuore del Manifesto di Milano sui diritti delle persone con disabilità intellettive e/o relazionali e dei loro familiari, documento approvato all’unanimità durante la recente Assemblea Nazionale dell’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), svoltasi con l’obiettivo di tracciare le linee politiche future dell’Associazione, alla presenza di oltre trecento partecipanti – persone con disabilità, familiari, tecnici e professionisti, esponenti istituzionali e rappresentanti di altre organizzazioni del Terzo Settore – arrivati nel capoluogo lombardo per vivere un vero e proprio momento-chiave di un’Associazione di famiglie con una lunga storia alle spalle, ma sempre pronta a scommettere sul futuro, aprendosi a nuove sfide.
«La nuova linea associativa – si legge in una nota dell’ANFFAS – è arrivata all’approvazione attraverso un percorso di democrazia partecipata che ha coinvolto, in tutta Italia, migliaia di famiglie, tecnici e persone con disabilità intellettiva. Infatti, per la prima volta nella storia della nostra Associazione, le stesse persone con disabilità sono state coinvolte a pieno titolo nella definizione della nuova linea, forti del motto Nulla su di Noi, senza di Noi. Ciò è stato reso anche possibile dal Progetto Io Cittadino! Strumenti per la piena partecipazione, cittadinanza attiva e Self Advocacy delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale [se ne legga già ampiamente su queste pagine, N.d.R.] che stiamo portando avanti in tutto il Paese e che ha visto la sua massima espressione nella Giornata Nazionale delle Persone con Disabilità Intellettiva, celebrata il 30 marzo scorso presso la Presidenza della Repubblica, con la consegna nelle mani del presidente Mattarella della Dichiarazione di Roma sulla promozione dell’autorappresentanza in Italia e in Europa, approvata nel maggio dello scorso anno».
Questi, dunque, i principali punti qualificanti del Manifesto di Milano, come vengono sintetizzati dall’ANFFAS:
° I diritti delle persone con disabilità vanno sempre, dovunque e comunque rispettati e garantiti.
° Le famiglie delle persone con disabilità devono essere sostenute e tutelate per il miglioramento della loro qualità di vita.
° L’inclusione sociale deve essere declinata nell’ottica del “curare le comunità per curare le persone”.
° I servizi per le persone con disabilità devono essere riorientati per mirare al potenziamento delle loro abilità e avere come fine la piena inclusione sociale e partecipazione attiva nella comunità.
° L’ANFFAS è giuridicamente e culturalmente appartenente al variegato mondo del Terzo Settore e in quanto tale si impegna operare nel pieno rispetto delle regole e in regime di trasparenza (essere un esempio per le Comunità).
«La nostra Associazione – commenta Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS – ha deciso in maniera corale e con grandissimo entusiasmo su cosa impegnarsi nel prossimo futuro, prendendo a riferimento proprio lo slogan del movimento degli autorappresentanti italiani liberi di scegliere, liberi di partecipare con il coraggio di cambiare il mondo. E forte della sua storia, ha valutato la necessità di porsi come Associazione che innova, che cambia e che si impegna per il cambiamento e per la costruzione di una comunità maggiormente inclusiva per tutte le persone, a partire da quelle con disabilità intellettiva e/o relazionale».
«Il Manifesto di Milano – prosegue Speziale – sancisce con forza il nostro ruolo nella lotta verso qualsiasi forma di discriminazione e il nostro impegno costante – ma rinnovato – per fare in modo che le persone con disabilità intellettiva e/o relazionale – a prescindere dalla complessità della disabilità – siano riconosciute nella loro dignità di persone e cittadini e sostenute adeguatamente, insieme alle loro famiglie, per il rispetto dei loro diritti umani».
«E tuttavia – sottolinea ancora il Presidente dell’ANFFAS – non intendiamo fermarci ai soli aspetti di principio. La nostra Associazione, infatti, è all’opera su tutti i fronti, quello dell’advocacy [tutela giuridica, N.d.R.], dei servizi, della sperimentazione e della ricerca, per costruire e proporre soluzioni concrete e buone prassi a servizio dell’intera Comunità. Ne sono un esempio recente gli interventi realizzati in materia di “Durante” e “Dopo di Noi” e Vita Indipendente-Interdipendente, le sperimentazioni sul progetto di vita a partire dall’uso delle “Matrici” ecologiche e dei sostegni, le ricerche in materia di disabilità complesse e invecchiamento, il lavoro sull’inclusività dei servizi, i progetti sull’autodeterminazione e l’autorappresentanza».
«Il nostro auspicio – conclude Speziale – è che anche grazie a questo percorso l’intera comunità si impegni insieme a noi per fare in modo che quella attuale sia l’ultima generazione di persone con disabilità intellettiva ad essere discriminate ed escluse a causa della disabilità, costruendo così un mondo migliore per tutti». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale; Beatrice Neri).