Abbiamo regolarmente dato notizia, nel nostro giornale, dei tirocini retribuiti svolti da persone con disabilità presso il Parlamento Europeo e qualche tempo fa, in tale àmbito, avevamo messo a disposizione dei Lettori lo studio intitolato La situazione dei disabili in Italia. Le varie leggi, politiche a livello europeo e nazionale. Gli aspetti pratici, realizzato a compimento di uno di quegli stessi tirocini da Arianna Colonello, nostra connazionale con disabilità visiva. Una volta però conclusa positivamente un’esperienza del genere, quale può essere il percorso successivo?
A raccontare il suo è la stessa Arianna Colonello, dalla quale riceviamo la seguente testimonianza, che evidenzia purtroppo tutte le difficoltà in cui deve imbattersi una persona con disabilità, nel tentativo di trovare “la propria strada”, una strada, tra l’altro, che potrebbe portare alla produzione di buoni contributi di ricerca in un settore che ne risulta ancora assai carente, come quello della disabilità.
Sono una giovane donna ipovedente, da sempre in prima linea per i diritti delle persone con disabilità. Grazie ai miei traguardi universitari e professionali, ho avuto la possibilità di svolgere un tirocinio di cinque mesi, per persone con diploma post-laurea in Giurisprudenza, presso il Parlamento Europeo a Bruxelles.
Non tutti hanno questa opportunità e le selezioni sono molto dure, se è vero che su 12.000 persone siamo stati selezionati in 200 candidati, di cui 11 con disabilità.
Quel tirocinio mi ha dato la possibilità di scoprire le mie potenzialità, in quanto ho incontrato persone che credevano nelle mie capacità, situazione molto rara per le persone con disabilità. Senza infatti nascondersi dietro all’ipocrisia, bisogna riconoscere che per queste ultime ci sono molte difficoltà a fare carriera in Italia e a tutt’oggi le pari opportunità risultano spesso solo sulla carta.
Lavorando a Bruxelles sullo studio intitolato La situazione dei disabili in Italia. Le varie leggi, politiche a livello europeo e nazionale. Gli aspetti pratici – di cui si è riferito anche in questo giornale, ho scoperto di essere portata per la ricerca, e anche le persone con cui ho lavorato – dal supervisore del mio studio ai colleghi, fino al supervisore generale del tirocinio – mi hanno spinto verso questo percorso.
Per poter accedere a questa carriera, però, mi è indispensabile ottenere una qualifica ulteriore, ovvero un Master in Leggi Europee, con specializzazione in Diritti Umani.
Attualmente avrei l’opportunità di svolgerne uno in lingua inglese, con specializzazione in Diritti Umani e Immigrazione, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, presso l’Università Radboud di Nimega in Olanda.
Anche in questo caso la selezione è stata molto ardua, con circa 500 domande di iscrizione e solo 20 selezionati, tra i quali chi scrive. E tuttavia ora il rischio è che le mie fatiche siano state vane, perché l’Università Radboud – pur praticando un robusto sconto sulle tasse universitarie – non mette a disposizione borse di studio per studenti europei, cosicché dovrei farmi carico di tutte le spese di permanenza, ciò in cui la mia famiglia non sarebbe in grado di supportarmi.
Ora, quindi, la mia speranza è quella di trovare al più presto dei fondi, delle borse di studio o tutto ciò che potrà servire a sovvenzionare quel Master, pena dovermi arrendere e abbandonare un percorso intrapreso con tanto impegno e con buoni risultati.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: arianna.colonello@gmail.com.