«La tematica della Disabilità e Sviluppo è entrata a pieno titolo nell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, approvata alle Nazioni Unite nel settembre dello scorso anno, che promuove lo sviluppo inclusivo e partecipativo attraverso il coordinamento tra gli Stati, le Organizzazioni della Società Civile, nazionali e internazionali, le Istituzioni sovranazionali, come l’Unione Europea, e gli attori territoriali. L’Agenda 2030 rilancia quindi una sfida molto impegnativa nel settore, che richiederà uno sforzo globale e al tempo stesso regionale e locale, oltre che un monitoraggio altrettanto articolato e costante per misurare i progressi. Con la prossima Conferenza del 4 luglio a Firenze, intendiamo valorizzare i successi e le buone pratiche della Cooperazione Italiana, illustrate nella pubblicazione Inclusione, Disabilità, Cooperazione Internazionale. L’esperienza della Cooperazione Italiana 2009-2014. Forte infatti della sua lunga esperienza in materia di disabilità e inclusione, l’Italia è nella condizione di potere esprimere una leadership nel settore, grazie anche alle innovazioni introdotte dalla Legge di Riforma della Cooperazione [Legge 125/14, N.d.R.]».
Viene presentata così la conferenza intitolata Disabilità e inclusione nella cooperazione allo sviluppo, in programma per il 4 luglio a Firenze (Via Baldesi, 14, ore 9), presso i Centro Didattico dell’Ufficio locale dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, a cura di quest’ultima, della RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo) e del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione.
Come avevamo spiegato qualche tempo fa, presentando l’edizione digitale in italiano (Guaraldi Editore) della citata pubblicazione Inclusione, Disabilità, Cooperazione Internazionale, è effettivamente un lungo percorso, quello della Cooperazione Internazionale rivolta alla disabilità, un percorso che il nostro giornale ha seguito sin dall’inizio, come si può ben notare anche consultando qui a fianco l’elenco dei contributi da noi pubblicato. Un percorso che ci ha permesso di constatare, talora sorprendentemente, la posizione di avanguardia del nostro Paese il quale, tra i primi al mondo, ha approvato nel 2013 un Piano d’Azione della Cooperazione Italiana sulla Disabilità, prevedendo – e attuando – varie iniziative nazionali e internazionali. Pochissimi, inoltre, sono anche gli Stati del mondo che hanno finora saputo mappare le iniziative di cooperazione dedicate al tema dell’inclusione delle persone con disabilità.
C’è un protagonista ben preciso, che ha contribuito a ottenere questi risultati, a fianco della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, ed è la RIDS (Rete Italiana Disabilità e Sviluppo), alleanza strategica avviata nel 2011 da EducAid, dall’AIFO (Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau), da DPI Italia (Disabled Peoples’ International) e dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), ovvero da organizzazioni che si occupano prevalentemente di cooperazione allo sviluppo e da associazioni di persone con disabilità e delle loro famiglie. Insieme, collaborando sin dall’inizio in un Tavolo Tecnico avviato dal Ministero, si sono poste l’obiettivo di realizzare iniziative di informazione, formazione e consulenza in Italia e a livello internazionale, riconoscendo i rispettivi saperi e capacità e valorizzando in tal modo l’esperienza di progetti basati sul rispetto dei diritti umani delle stesse persone con disabilità, in linea con i princìpi della Convenzione ONU.
Ma perché, ci si potrebbe chiedere, è importante dare la maggior visibilità possibile ad azioni come quelle riguardanti la Cooperazione Internazionale dell’Italia nei confronti delle persone con disabilità? «Perché ogni volta che si riesce a rafforzare un’organizzazione nazionale di persone con disabilità – ricorda Giampiero Griffo, presidente della RIDS – si rafforzano i diritti di tutte le persone con disabilità del mondo».
Componente del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), Griffo, lo ricordiamo, è anche il curatore di Inclusione, Disabilità, Cooperazione Internazionale, insieme a Mina Lomuscio del Ministero degli Esteri e Francesca Ortali della RIDS (con la collaborazione di Valentina Pescetti e Maria Elisa Marzotti), e in tal senso sottolinea come «l’Italia fosse già attiva in questo àmbito, ma l’apporto della RIDS, riconosciuta come interlocutore ufficiale dal Ministero, è stato decisamente importante, contribuendo a un sostanziale passo in avanti. E questo è accaduto perché si tratta di una rete quanto mai solida, tra organizzazioni non governative (AIFO ed EducAid) e associazioni di persone con disabilità a livello nazionale (FISH) e internazionale (DPI), la cui collaborazione favorisce riflessione e concretezza su temi quali l’inclusione, la non discriminazione e le pari opportunità, aspetti fondamentali anche per la cooperazione allo sviluppo».
Anche i dati, del resto, parlano chiaro: il 2,68%, infatti, di tutte le risorse stanziate dall’Italia per la Cooperazione Internazionale, va alle persone con disabilità, e si tratta di cifre non certo trascurabili, che in questo settore caratterizzano, come accennato, un ruolo internazionale d’avanguardia per il nostro Paese.
Ad aprire la conferenza del 4 luglio a Firenze saranno Alfiero Ciampolini del FAIT (Forum Attività Internazionali della Toscana) e Sandra Capuzzi di ANCI Toscana (Associazione Nazionale Comune Italiani), seguiti da Laura Frigenti, che dirige l’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, Giampaolo Cantini, responsabile della Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e il citato Griffo.
La prima parte, poi, dedicata al tema Il Piano d’Azione della Cooperazione Italiana sulla Disabilità e moderata da Cantini, prevede gli interventi delle citate Mina Lomuscio (Presentazione della pubblicazione “Inclusione, disabilità, Cooperazione Internazionale. L’esperienza della Cooperazione Italiana 2009-2014”. Prospettive future) e Francesca Ortali (Le attività del Progetto “Cooperare per Includere” Piano di Azione Disabilità) e di Alfredo Ferrante del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (Obiettivi e risultati del Programma di Azione Biennale Disabilità del Governo Italiano – Osservatorio Nazionale Disabili).
Si parlerà quindi di Prospettive di collaborazione tra pubblico e privato nel settore della disabilità, nel corso di una sessione moderata da Frigenti, con la partecipazione di Umberto Murazio di Fiat Autonomy Firenze e Antonio Ridolfi di «Mobilità» (La mobilità individuale. Articolo 20 della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità), Gianfranco Cattai del Forum Nazionale del Terzo Settore (L’impresa sociale nell’esperienza italiana), Pasqualino Carpensano e Nury Furlan dell’Ufficio di Firenze dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (L’esperienza del Progetto CaféyCaffè in parternariato con il COE Guatemala, in un’ottica di mainstreaming: Quesiti da risolvere e proposte d’inserimento lavorativo) e Vincenzo Falabella, presidente nazionale della FISH e Silvia Bongiorno (Giochisport – I parchi giochi accessibili).
A concludere i lavori sarà la tavola rotonda su Agenda 2030 e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs), introdotta e moderata da Simone De Santi del Ministero degli Esteri, alla presenza di Griffo (RIDS il target disabilità a livello internazionale), Ivo Pazzagli di EducAid (La dimensione educativa delle persone con disabilita in cooperazione) e Mario Biggeri dell’Università di Firenze e di ArcoLab (SDGs e disabilità: una riflessione sulle potenzialità e criticità in termini di efficacia dell’aiuto).
Da ricordare, in conclusione, che a corredo dell’evento è prevista anche un’interessante mostra fotografica, dedicata naturalmente al tema dello stesso, ovvero ai progetti di Cooperazione sulla Disabilità curati dal nostro Paese. (S.B.)
Suggeriamo anche la consultazione della mostra Diritti accessibili. La partecipazione delle persone con disabilità per uno sviluppo inclusivo, visitabile anche online (formato .pdf).Per ulteriori informazioni e approfondimenti: iao@iao.florence.it.