Pan di Spagna, pasta frolla, bignè, meringhe, torta Sacher e molte altre prelibatezze: sembra proprio che con i giusti accorgimenti, l’arte di preparare i dolci possa essere pienamente accessibile anche alle persone con disabilità visiva, come ha recentemente dimostrato un corso di pasticceria promosso dall’UICI di Torino (Unione Italiana Ciechi e Ipovedenti), che ha visto appunto dieci persone cieche e ipovedenti cimentarsi con varie ricette, sotto la guida di una professionista, durante cinque lezioni da quattro ore ciascuna, che hanno consentito loro di scoprire i segreti legati a impasti, lievitazioni e farciture. E i risultati, a detta di chi ha potuto assaggiare i “prodotti finiti”, sono stati decisamente soddisfacenti. Un altro “muro” che cade, quindi, un altro piccolo, ma prezioso passo avanti nel cammino verso l’inclusione.
Il laboratorio è stato organizzato esattamente dal Comitato Pari Opportunità dell’UICI di Torino, da sempre attento all’autonomia e alla valorizzazione della persona e del quale anche questo giornale ha avuto modo di segnalare ad esempio un corso di trucco e cosmesi rivolto a donne non vedenti, oltre a un pomeriggio di studio su disabilità e relazioni affettive.
Le cinque lezioni di pasticceria, il cui obiettivo era quello di fornire le basi per la preparazione casalinga dei dolci, si sono svolte presso il Centro di Formazione Professionale ENGIM Artigianelli di Torino e sono state tenute dalla chef Romina Baratta. Per quest’ultima si è trattato della prima esperienza di confronto con un gruppo di persone con disabilità visiva, ma tutto si è svolto con grande naturalezza, grazie anche alle buone abilità manuali dei partecipanti. Quanto agli strumenti, sono stati adoperati quelli che si trovano normalmente in cucina, con un’unica eccezione, ovvero una bilancia parlante, strumento dotato di voce sintetica per leggere le misurazioni.
«Non è la prima volta – ricorda Titti Panzarea, vicepresidente dell’UICI di Torino e referente per il Comitato Pari Opportunità dell’Associazione – che ci avviciniamo a percorsi di questo genere. Nel 2014, infatti, avevamo organizzato un corso di Cake Design, l’arte di decorare i dolci, che era stato molto apprezzato. Da qui la decisione di proseguire con nuove iniziative. E del resto, molti tra i nostri soci sono appassionati di arte culinaria e hanno trovato da tempo strategie per cucinare in autonomia, senza correre rischi. Dunque le occasioni per imparare nuove ricette e affinare la tecnica sono sempre gradite. Fondamentale, inoltre, è anche l’aspetto umano: i dolci si condividono, diventano un pretesto per incontrarsi».
Palese la soddisfazione tra i partecipanti. «Ho già potuto mettere in pratica alcuni suggerimenti – racconta ad esempio Elisabetta Barsotti, che spera in una seconda edizione dell’iniziativa – e le mie crostate per la colazione sono nettamente migliorate. In queste settimane abbiamo lavorato bene, con una buona coesione di gruppo». «Mi ha fatto piacere – aggiunge Christian Bruno – ricevere anche alcuni consigli sulla decorazione dei dolci. Noi siamo disabili visivi, ma ci confrontiamo con un mondo di vedenti, nel quale, com’è naturale, l’occhio vuole la sua parte. Credo che questa esperienza sia stata un arricchimento per tutti: per noi, che abbiamo imparato molto, e per la docente, che ha scoperto come gestiamo la manualità e come affrontiamo alcune situazioni quotidiane».
Dal corso, ricordiamo in conclusione, è nato anche un gruppo su WhatsApp, il noto social network per dispositivi mobili, che i partecipanti usano per scambiarsi ricette e consigli. (L.M. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficio.stampa@uictorino.it (Lorenzo Montanaro).
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