Si è tenuto recentemente a Strasburgo un importante incontro organizzato dall’Istituto Europeo degli Itinerari Culturali (European Institute of Cultural Routes), in collaborazione con il CAST (Centro di Studi Avanzati sul Turismo dell’Università di Bologna) e con il contributo degli studenti del Corso di Laurea ITALI (International Tourism and Leisure Industries) dell’Università di Bologna (Campus di Rimini), operanti nell’àmbito dei progetti continentali Erasmus e Hector.
Durante le giornate di lavoro, cui hanno partecipato oltre cento persone, erano presenti i manager dei venticinque Itinerari Culturali già riconosciuti dal Consiglio d’Europa e i rappresentanti dei nove Cammini candidati anch’essi a questo importante riconoscimento.
Attraverso metodologie interattive e lavori di gruppo, si sono affrontati temi relativi alla comunicazione (nuovi media, comunicazione istituzionale, come arrivare ai diversi tipi di pubblico ecc.) e si è tenuto tra l’altro anche il workshop intitolato Cultural Routes of the Council of Europe and Accessibility (“Itinerari Culturali del Consiglio d’Europa e accessibilità”).
Per affrontare dunque in quest’ultimo incontro il tema dell’accessibilità nell’àmbito dei Cammini d’Europa, sono state invitate alcune organizzazioni provenienti da alcuni Stati europei, come la francese Association Braille & Culture, la tedesca Via Regia, la britannica In the Footsteps of Robert Louis Stevenson e, per il nostro Paese, la Cooperativa Sociale valdostana C’era l’Acca e l’Associazione lombarda Free Wheels, selezionate per le loro esperienze svolte in questi ultimi anni relativamente alla Via Francigena e al Cammino di Santiago di Compostela, come riferito a suo tempo anche su queste stesse pagine.
La Via Francigena, lo ricordiamo, è l’antica strada dei pellegrini che, avviandosi da Canterbury in Inghilterra – da dove ne partì nel X Secolo l’Arcivescovo Sigerico – attraversa la Francia, la Svizzera e l’Italia, per arrivare fino a Roma e poi proseguire fino alla Terra Santa.
Nella fattispecie, il progetto sperimentale cui si fa riferimento si chiama Via Francigena per tutti e riguarda la realizzazione di interventi su un tratto della Valle d’Aosta di circa 2 chilometri, dal Monastero Mater Misericordiae al Castello di Quart, nei pressi del capoluogo della Regione.
Proposta dai Lions Club locali, l’iniziativa ha un duplice obiettivo e ricaduta, ovvero da una parte coinvolgere nei lavori di adeguamento persone in difficoltà economica, dall’altra realizzare interventi finalizzati al miglioramento della fruibilità, in particolare per persone con disabilità sensoriale, lieve disabilità motoria e persone con disabilità intellettiva.
Dal canto suo, la Cooperativa C’era l’Acca ha collaborato all’analisi e all’individuazione dei diversi adeguamenti (elementi guida, staccionate, corrimano e un’audioguida a supporto della visita di persone con disabilità visiva o con lievi disabilità motorie), che si stanno realizzando proprio in questo periodo lungo il percorso. Inoltre, sempre C’era l’Acca, in collaborazione con l’Associazione Girotondo, anch’essa di Aosta, sta terminando la prima guida elaborata nella Regione ad alta comprensibilità, indirizzata soprattutto a persone con disabilità intellettiva.
Per l’esperienza, invece, dell’Associazione Free Wheels di Somma Lombardo (Varese), fondata da Pietro Scidurlo e particolarmente impegnata in questi ultimi anni proprio sui Cammini, bisogna fare riferimento a quello, celeberrimo, di Santiago di Compostela, vale a dire il lungo percorso che i pellegrini intraprendono fin dal Medioevo, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al Santuario della città iberica presso cui vi sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore.
Su di esso, lo stesso Scidurlo, insieme a Luciano Callegari, ha realizzato la Guida al Cammino di Santiago per tutti, edita da Terre di Mezzo, e ora intende farlo anche per la Via Francigena.
Partendo dunque dalle esperienze delle organizzazioni presenti a Strasburgo, è stato chiesto loro di condividere quelle già realizzate o in fase di realizzazione con i manager dei diversi Itinerari, per arrivare a definire una serie di standard comuni sull’accessibilità, ma soprattutto per individuare buone prassi da diffondere e promuovere. Si è trattato quindi di un primo positivo confronto su questi temi, basato sull’interesse comune di qualificare maggiormente il patrimonio esistente attraverso la chiave dell’accessibilità.
Gli Itinerari Culturali, del resto, anche se molto diversi fra loro, sono legati da uno stesso obiettivo, che è quello di valorizzare la memoria, la storia e il patrimonio europeo, mettendo in evidenza le diversità culturali di ogni Paese. Tutto ciò è parte integrante del nostro patrimonio europeo ed è quindi quanto mai importante che il tema della fruizione e dell’accessibilità riguardi anche i Cammini e gli aspetti culturali ad essi collegati, operando così nella direzione dell’effettiva partecipazione e pari opportunità per tutti i cittadini ed evidenziando – ciò che non è da meno – l’opportunità di sviluppo economico connessa al turismo accessibile, che permette di accrescere, qualificare e diversificare l’offerta complessiva. (Maria Cosentino e Stefano Borgato)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ceralaccaturismo@gmail.com.
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