«Quel testo contiene molte serie criticità, fra le quali innanzitutto l’assenza di un linguaggio – e quindi di un impianto – adeguato e rispettoso della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilita e delle stesse prescrizioni dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), deludendo quindi sia i diritti umani che la scientificità».
Viene dunque ribadito dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), dopo quanto già espresso nei giorni scorsi, il duro giudizio sullo schema di Decreto contenente i nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), attualmente all’esame della Conferenza delle Regioni, che avrebbe dato il proprio parere favorevole, condizionandolo ad un’ulteriore successiva valutazione di copertura finanziaria.
Entrando nel merito del documento, la FISH si sofferma ad esempio sull’«assenza di un’adeguata prescrittività del consenso informato sul quale si fonda il diritto di scelta, in particolare per le persone con disabilità intellettive, relazionali e mentali, ciò che viene sancito in modo netto dall’articolo 12 della Convenzione ONU [“Uguale riconoscimento dinanzi alla legge”, N.d.R.]. Ma oltre alla Convenzione, ad essere “tradite” sono anche altre norme approvate dal Parlamento, come la Legge 134/15 in materia di diagnosi, cura e abilitazione delle persone con disturbi dello spettro autistico e di assistenza alle famiglie, e l’ancor più recente Legge 112/16, meglio nota come Legge sul “Dopo di Noi”».
E ancora, la FISH rileva «l’assenza di servizi di diagnosi precoce e screening neonatale realmente rivolti a tutte le disabilità o la mancanza di qualsivoglia riferimento all’articolo 26 della Convenzione ONU [“Abilitazione e riabilitazione”, N.d.R.] sui concetti di abilitazione e il perpetuarsi del vetusto principio di “compensazione della menomazione” nell’erogazione degli ausili e delle protesi, al contrario di quanto previsto dalle Nazioni Unite in termini di diritto alla salute e alla mobilità. Infine, non vi è alcun accenno nemmeno alla partecipazione delle persone con disabilità alle decisioni che le riguardano, né a misure che contrastino realmente la segregazione, l’istituzionalizzazione e i ricoveri impropri».
«In quel documento – rincara la dose il presidente della FISH Vincenzo Falabella – vi sono anche altri numerosi punti di criticità, sia in termini di rispetto dei diritti umani che di reale promozione della salute di tutti i cittadini, anche di quelli con disabilità e anche in violazione di recenti norme quali le Leggi sull’autismo e sul “Dopo di Noi”. Per questo motivo rivolgiamo un appello alla Conferenza delle Regioni affinché verifichi con attenzione il testo non solo sotto il profilo meramente finanziario, ma anche del rispetto dei diritti umani e dei potenziali contenziosi che deriveranno dalla loro violazione. È una rivisitazione che va operata subito! Se non ora, quando?». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@fishonlus.it.
Che cosa sono i LEA
I Livelli Essenziali di assistenza (LEA) sono le prestazioni e i servizi che il Servizio Sanitario Nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione (ticket), con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale.
Essi sono organizzati in tre grandi aree:
° l’assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro, che comprende tutte le attività di prevenzione rivolte alle collettività ed ai singoli (tutela dagli effetti dell’inquinamento, dai rischi infortunistici negli ambienti di lavoro, sanità veterinaria, tutela degli alimenti, profilassi delle malattie infettive, vaccinazioni e programmi di diagnosi precoce, medicina legale);
° l’assistenza distrettuale, vale a dire le attività e i servizi sanitari e sociosanitari diffusi capillarmente sul territorio, dalla medicina di base all’assistenza farmaceutica, dalla specialistica e diagnostica ambulatoriale alla fornitura di protesi alle persone con disabilità, dai servizi domiciliari ad anziani e malati gravi ai servizi territoriali consultoriali (consultori familiari, SERT, servizi per la salute mentale, servizi di riabilitazione per i disabili ecc.), alle strutture semiresidenziali e residenziali (residenze per gli anziani e i disabili, centri diurni, case famiglia e comunità terapeutiche);
° l’assistenza ospedaliera, in pronto soccorso, in ricovero ordinario, in day hospital e day surgery, in strutture per la lungodegenza e la riabilitazione, e così via.
Le prestazioni e i servizi inclusi nei LEA rappresentano il livello “essenziale” garantito a tutti i cittadini, ma le Regioni possono utilizzare risorse proprie, per garantire servizi e prestazioni ulteriori rispetto a quelli incluse nei LEA stessi.
(fonte: Ministero della Salute)