Qualche riflessione riguardante la disabilità uditiva, in riferimento allo schema di Decreto dei nuovi LEA sanitari (Livelli Essenziali di Assistenza), sui quali nei giorni scorsi la Conferenza delle Regioni ha espresso parere favorevole, pur condizionandolo a un’ulteriore successiva valutazione di copertura finanziaria.
Innanzitutto si ha la conferma che gli ausili digitali adesso fanno parte dei LEA, recependo, in pratica, le richieste che ormai da decenni le Associazioni come la nostra stanno portando all’attenzione.
Tutto bene, dunque? Sì e no, infatti il nuovo Nomenclatore Tariffario delle Protesi e degli Ausili, connesso al provvedimento, è il medesimo di quello pronto da anni e quindi, per molti aspetti, non risulta affatto aggiornato, tanto è vero, ad esempio, che non vi si trovano le protesi impiantabili le quali, se non sbagliamo, rimangono dunque “extra LEA”.
Per quanto poi riguarda l’impianto cocleare – per altro già inserito nei LEA, pur non facendo parte del vecchio Nomenclatore – va evidenziata l’assenza delle batterie e del caricabatterie, accessori che sono parte essenziale dell’impianto stesso. Ci si riferisce nello specifico alle batterie ricaricabili, quelle “non usa e getta”, acquistabili solo dalla ditta che produce l’impianto e senza le quali quest’ultimo non funziona.
Si tratta quindi di mancanze non certo da poco, che creeranno o meglio continueranno a generare problemi alle persone con disabilità, come ormai succede da anni ad esempio in Piemonte, dove la Regione non emana la Delibera necessaria alla copertura delle richieste di ausili e accessori considerati “extra LEA”, con il conseguente diniego delle ASL.
Nel caso del Piemonte, la motivazione addotta è il commissariamento della Sanità, attraverso il vincolo del Piano di Rientro, tante volte annunciato, ma ancora non raggiunto e un’altra motivazione era proprio quella legata all’attesa dei nuovi LEA.
Non va mai dimenticato, infine, che per avere diritto alle prescrizioni, bisogna produrre anche la certificazione ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente), che se non è inferiore a 38.000 euro, non consente di presentare la richiesta.
Un ulteriore dettaglio. Le Regioni parlano di «buon accordo», ma c’è un inghippo: esse, infatti, lo applicheranno solo per il 2016 (e siamo già a luglio), mentre per il 2017 si dovrà “vedere il banco”, ovvero dipenderà dal Piano di Stabilità. “Gioco delle tre carte”?
Positiva, infine, l’ultima considerazione, riferita all’inserimento dello screening audiologico neonatale, anche per la sordità congenita. L’auspicio, ora, è che diventi una prassi in tutti i punti nascita.