La segnaletica è una cosa seria!

«Dissento totalmente – scrive Lucia Baracco, in riferimento a un nostro recente articolo, riguardante i numeri di binario della Stazione Centrale di Milano – dall’espediente di applicare delle piccole etichette adesive, per rimediare a gravissimi errori di progettazione grafica, che hanno portato a numeri di binario satinati e praticamente illeggibili». «In realtà – aggiunge – il restyling in corso da anni nelle grandi stazioni sta progressivamente cancellando i classici e leggibilissimi numeri bianchi su sfondo blu, adottando soluzioni inaccessibili alle persone con disabilità visiva»

Numeri di binario alla Stazione Centrale di Milano

In primo piano, a destra, uno dei nuovi totem di segnalazione dei binari alla Stazione Centrale di Milano. In secondo piano, a sinistra, incollato su un pilastrino, l’adesivo rettangolare bianco con il numero nero, tramite il quale si dovrebbe risolvere il problema dell’accessibilità alle persone con disabilità visiva

In un articolo pubblicato il 15 giugno scorso da «Superando.it» [“Ora a Milano il numero di binario è più ‘in vista’”, N.d.R.], si parlava del problema della numerazione dei binari alla Stazione di Milano, spiegando come esso fosse stato brillantemente risolto – con piena soddisfazione della locale UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) – con delle nuove etichette ad alto contrasto.
Essendo un problema che seguo da tempo, ma che soprattutto “subisco” come viaggiatrice ipovedente, e che ho segnalato recentemente in una pubblicazione recensita anche da «Superando.it» [“Barriere percettive e progettazione inclusiva”, N.d.R.], ho atteso la prima occasione per verificare di persona la soluzione proposta nella Stazione di Milano.

Mi si permetta dunque di dissentire totalmente da questo penoso espediente, che dovrebbe rimediare a dei gravissimi errori di progettazione grafica (con numeri dei binari satinati e praticamente illeggibili), applicando delle piccole etichette adesive: piccole sia in termini assoluti, essendo i numeri alti meno di 20 centimetri e stampati con un font molto esile, sia soprattutto a livello funzionale, considerando il loro posizionamento in rapporto alla complessità e alle dimensioni della stazione e alla mole di messaggi visivi presenti nel contesto.
Pur informata – proprio grazie a «Superando.it» – dell’esistenza di questa numerazione aggiuntiva, solo dopo diversi tentativi, esplorando sistematicamente e intenzionalmente la zona in testa ai binari, sono riuscita a individuare il famoso cartello con il numero che dovrebbe rispondere alle esigenze delle persone ipovedenti.

Il restyling in corso da anni nelle grandi stazioni sta progressivamente cancellando i classici e leggibilissimi numeri bianchi su sfondo blu, sostituendoli con pannelli ipertecnologici, costosissimi “monumenti ai binari”, realizzati con materiali preziosi (marmi, vetri satinati ecc.) e con una grafica che non risponde ai più elementari requisiti di leggibilità: nessuna attenzione al contrasto, uso di superfici trasparenti e riflettenti, caratteri satinati inadeguati…

Numeri d binario alla Stazione di Bologna

E tuttavia il problema non riguarda certo solo la Stazione Centrale di Milano. Questa immagine, infatti, è stata scattata alla Stazione di Bologna, prima e dopo il recente intervento di ammodernamento

Ci sono dei numeri di dimensioni elevate, anche se comunque poco leggibili, ma vengono posizionati a terra, per cui nel caso – per nulla raro in queste stazioni – che l’area sia affollata, essi vengono interamente coperti dalle persone.
Possibile che una persona come me, che pur con qualche difficoltà riesce a viaggiare autonomamente, debba essere costretta a chiedere il servizio di assistenza per farsi accompagnare al binario giusto, solo perché qualche “genio della creatività” ha pensato che i numeri sono più eleganti, e le stazioni, più belle, se questi cartelli si leggono poco?

Se poi le Associazioni che dovrebbero rappresentare e segnalare queste esigenze, elogiano pubblicamente degli accorgimenti raffazzonati e si complimentano perché i problemi sono stati risolti grazie a delle specie di fotocopie in bianco e nero appiccicate ai pilastri, non ci siamo proprio. L’importante è che ci siano tanti bei percorsi a terra, tante mappe tattili che nessuno ha mai toccato, e tutti siamo contenti. Gli ipovedenti non esistono, o comunque non si vedono…

Architetto, presidente dell’Associazione Lettura Agevolata, autrice di Barriere percettive e progettazione inclusiva. Accessibilità ambientale per persone con difficoltà visiva”, Erickson, 2016.

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