«Negare alle persone con disabilità l’accesso ai programmi televisivi e ai libri digitali e, pertanto, l’accesso alle informazioni e alle attività culturali è un’evidente discriminazione, esclusione sociale e una violazione della Convenzione ONU»: è questo il duro commento di Yannis Vardakastanis, presidente dell’EDF (European Disability Forum), a quanto deciso nei giorni scorsi dalla Commissione Cultura del Parlamento Europeo, che ha votato a favore della rimozione dei servizi di media audiovisivi, programmi televisivi ed e-book compresi, dalla proposta di Atto Europeo sull’Accessibilità (European Accessibility Act), limitando notevolmente, in tal modo, il campo di applicazione di quell’importante Legge.
«Gli emendamenti con i quali si elimina dalla proposta di Atto Europeo sull’Accessibilità il riferimento ai servizi di media audiovisivi – sottolinea dal canto suo Rodolfo Cattani, presidente della Commissione dell’Unione Europea dei Ciechi per le relazioni con le Istituzioni Europee – costituiscono un attacco senza precedenti al diritto di accesso all’informazione e alla cultura, da parte delle persone cieche e ipovedenti e uno sfregio alla Convenzione ONU».
In sostanza, come si legge in una nota diffusa dall’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), «80 milioni di persone con disabilità in Europa corrono il rischio di veder negato l’accesso ai programmi televisivi e ai libri digitali, che sono strumenti essenziali per la cultura e l’informazione nella nostra società. Ciò costituisce un chiaro esempio di esclusione sociale e di discriminazione e viola i diritti sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità che l’Unione Europea ha ratificato [il 23 dicembre 2010, N.d.R.]. Tra l’altro, nel suo articolo 30 (Partecipazione alla vita culturale e ricreativa, agli svaghi ed allo sport), la Convenzione stessa precisa che “gli Stati parti riconoscono il diritto delle persone con disabilità a prendere parte su base di uguaglianza con gli altri alla vita culturale e adottano tutte le misure adeguate a garantire che le persone con disabilità abbiano accesso a programmi televisivi, film, spettacoli teatrali e altre attività culturali, in formati accessibili”».
«Il Parlamento Europeo – dichiara ancora Vardakastanis – ha sempre combattuto per difendere i diritti delle persone con disabilità. Facciamo dunque affidamento su di esso e sulla sua Commissione per il Mercato Interno e la Protezione dei Consumatori (IMCO), che ha la responsabilità principale in merito alla Direttiva, affinché essa sia conforme alla Convenzione ONU e affinché 80 milioni di europei con disabilità non siano esclusi dall’accesso ai servizi di media audiovisivi e ai libri digitali. L’Unione Europea ha l’obbligo di essere in linea con la Convenzione ONU che ha ratificato».
L’auspicio infine di Mario Barbuto, presidente nazionale dell’UICI, è che «i Parlamentari Europei eletti in Italia sappiano contribuire a sanare la ferita inferta dall’Europarlamento a 80 milioni di persone con disabilità. In tal senso chiameremo tutti i nostri rappresentanti nazionali a Bruxelles a un impegno chiaro e convinto accanto alle persone con disabilità perché vengano assicurati i loro diritti di cittadini». (C.G. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (chiagiorgi@gmail.com).
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