Il nostro Cammino prosegue sotto il sole

di Alberto Brunetti*
«Calore, sudore, respiro affannato, zaino sempre più pesante, sole che arrossa la pelle: nulla scalfisce l’energia di questi giovani con autismo, che continuano a camminare uniti, come si conviene a un gruppo di impavidi che affrontano lo stesso avversario, che percorrono il Cammino con lo stesso ideale». Così Alberto Brunetti racconta il felice avvio della nuova sfida lanciata dall’ANGSA della Spezia sul Cammino di Santiago di Compostela, senza nemmeno tralasciare - direttamente dal Portogallo - una rapida, ma necessaria “coda velenosa” sull’autismo e i Livelli Essenziali di Assistenza
ANGSA la Speza, Cammino di Santiago di Compostela, luglio 2016
In Portogallo, sul Cammino di Santiago di Compostela, con temperature anche sopra i 40 gradi…

Spesso vorremmo addormentarci in fretta per dimenticare, allontanare i pensieri che ci preoccupano o che ci danno il tormento, ma talvolta preferiamo rimanere desti, lucidi, pronti ad accogliere e ad assaporare tutte le emozioni le sensazioni che anticipano le grandi novità, il cambiamento, la sorpresa…
Così è stata per me la notte che ha preceduto la partenza verso un nuovo Cammino: il Portoghese verso Santiago*. Una notte di veglia, di attesa, di voglia di andare, conoscere, sperare. Di nuovo in marcia, noi genitori, i nostri figli e l’autismo, sempre presente, ma ogni giorno meno pesante, meno pressante, meno di ostacolo alla nostra vita, al rapporto tra noi e i nostri figlioli, alla voglia comune di normalità.

14 luglio, ore 3.45. La sveglia non ha ancora suonato, ma decido di alzarmi lo stesso; mancano 15 minuti, ma per me il Cammino 2016 inizia da qua, l’avventura riparte, anche se forse non si era mai interrotta, tanto è ancora forte l’eco delle voci, dei suoni, delle parole dei pellegrini che abbiamo incontrato, dei ricordi che ci hanno accompagnato in questi mesi…
Sveglio Lorenzo, si alza vispo e arzillo; strano, anche per lui questa dev’essere stata una notte di attesa, di entusiasmo; a volte, infatti, quando lo chiamo alle 7 e mezza, si dimostra molto più riluttante ad alzarsi.
Tutto si svolge in rapida sequenza, gli ultimi preparativi vengono portati a termine, gli zaini chiusi; ci vestiamo, Lorenzo fa colazione, sembra una mattina qualunque. Ma fuori è buio e l’aria ha un diverso profumo, quello dell’avventura.
Alle 4.40 usciamo, gli ultimi saluti alla mamma e poi via verso una nuova sfida. Abbiamo appuntamento con Nicola e Simonetta alle 5.15 presso la sede dell’ANGSA [Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici della Spezia, N.d.R.]. Alle 5 siamo già lì. Si parte con un certo anticipo!

La strada corre veloce sotto le ruote della nostra macchina, il paesaggio attorno a noi cambia velocemente, mentre un nuovo giorno, una nuova alba sta nascendo. Guido tranquillo e sicuro, Simonetta e Nicola si addormentano, decido di proseguire oltre Genova, per la sosta colazione.
Anche Lorenzo si addormenta. Solo con i miei pensieri, torno con la mente al viaggio dello scorso anno. Orario quasi simile, alla guida della macchina (allora il pulmino), alba che sorge subito dopo la partenza.
Le persone che mi accompagnano in questo viaggio sono diverse, ma questa sensazione di essere di nuovo al centro di un qualcosa di già vissuto fa subentrare altri pensieri. All’improvviso mi sorprende un senso di vuoto, sembra non esserci attesa, sembra non esserci desiderio… Sembrano mancare la suspence della novità, dell’ignoto, mentre le incertezze dell’esperienza che si avvicina lasciano il posto alle certezze di quanto vissuto lo scorso anno… La ricerca dello straordinario che mi aveva accompagnato durante la notte pare ora svanire; sembra tutto e il contrario di tutto, ma poi la mente mi ricorda con chi vado in cammino e quindi so già che non sarà come lo scorso anno.
Infatti, sarà tutto diverso, perché con l’autismo mai nulla alla fine è come appare, come lo abbiamo immaginato. Mai nulla è uguale a qualcosa che è già accaduto. Mai nulla è scontato. Mai nulla è certo, pianificabile, mai.

Torno alla realtà, dobbiamo uscire a Gropello Cairoli (Pavia), devo prendere Nadia, mia cugina, che verrà con noi a Bergamo, per poi tornare indietro con la mia macchina. Sarà di nuovo ad attenderci all’aeroporto al nostro ritorno. Un grazie a lei: la coda che dovrà sorbirsi al ritorno è lunga…
Arriviamo in aeroporto, sbarchiamo veloci, un saluto e un abbraccio, poi andiamo a incontrare tutti gli altri. Stiamo entrando nel clima…
In aeroporto Lorenzo cammina veloce e si “perde” tra la folla, ma si ferma quasi subito, non appena si rende conto di essere solo. Grande dimostrazione di consapevolezza!
Check-in, consegna zaino e, nell’attesa, un panino. Passaggio e controllo personale, a Lorenzo si accende il rivelatore di metalli, ma gli addetti si rendono conto subito che non costituisce un pericolo! Raggiungiamo il Gate 4 per l’imbarco e l’ultima attesa. Alle 10.20 siamo a bordo, 10.30 decollo, tutto come da previsioni.
Due ore di volo e siamo a Porto, dove iniziano i primi “problemi”, con la macchina a noleggio che deve offrirci un piccolo supporto logistico, ma soprattutto la certezza che se qualcosa non andrà secondo le previsioni, potremo intervenire in aiuto di chi si trovasse in difficoltà.  Alla fine tutto si aggiusta, raggiungiamo l’ostello dove alloggeremo, Albergue de Peregrino in Porto, in pieno centro, sul Cammino per Santiago!
Uscita pomeridiana, non prima di avere parlato a lungo con Miguel e Matteo. Porto si rivela una bellissima città, superiore alle aspettative; il pomeriggio scorre veloce, ci si conosce sempre meglio, la cena serale, che diventerà il nostro abituale momento di aggregazione totale, dopo quello del mattino, ci permette di condividere e analizzare le difficoltà della prima tappa che troveremo sul percorso.

Tui, tra Spagna e Portogallo, ostello
L’ostello di Tui, al confine tra Portogallo e Spagna, dove ha alloggiato il gruppo dell’ANGSA della Spezia

Ma ora quel primo giorno di valutazioni e speranze, di grandi aspettative, fa già parte del passato, dei piacevoli ricordi. Mentre scrivo, infatti, il percorso di Santiago ha visto concludersi le prime cinque giornate tutte nel tratto del Portogallo. La frontiera si chiude a Tui, ma si tratta di un chilometro e quindi, anche se in Spagna, possiamo considerarci ancora in Portogallo.
Sono stati cinque giorni molto intensi, con sveglia alle 4.30 del mattino per ovviare al gran caldo (a un certo punto c’erano più di 40 gradi!), su un asfalto rovente.
Prima tappa: 24,6 chilometri; seconda tappa: 29,2; terza tappa: 22,8; quarta tappa: 32,6; quinta tappa: 23.
Le prime tappe sono state caratterizzate da asfalto e pietre (sulle antiche strade romane, la XIX ci accompagnerà sino a Santiago, probabilmente…). Lunghi tratti sotto il sole accecante che illuminava paesaggi grigi e tristi, resi ancor più disagevoli dal caldo infernale, che limitava spesso i nostri movimenti, le nostre azioni e la voglia di interagire.
In realtà, durante quelle giornate non sono stati molti gli incontri. Lungo il Cammino ci siamo imbattuti raramente in pellegrini che come noi hanno deciso di intraprendere questa ulteriore sfida contro il tempo; sì, perché nonostante il calore che ci avvolgeva e proveniva da ogni dove, abbiamo cercato di sostenere un’andatura costante e veloce per ultimare al più presto la tappa e arrivare al punto di ristoro dove avremmo potuto rifocillarci e rinfrescarci, evitando così di dover soffrire ulteriormente nelle ore centrali della giornata, quando il caldo avrebbe raggiunto il suo massimo picco.

Queste prime tappe non ci hanno regalato particolari stimoli paesaggistici, ma forse ci siamo rallegrati ancor di più nel vedere che i ragazzi non si sono lasciati sopraffare, ma hanno saputo gestire al meglio la situazione. Calore, sudore, respiro affannato, zaino che diventava ad ogni passo sempre più pesante, il sole che arrossava la pelle, non sono riusciti a scalfirne l’energia e hanno continuato a camminare, uniti, compatti, come si conviene a un gruppo di impavidi che affronta lo stesso avversario, che percorre il Cammino con lo stesso ideale.
Solo dalla quarta tappa abbiamo avuto strade sterrate e sentieri fino al superamento della collina che può essere considerata la più alta del Cammino portoghese. Pur rivelandosi ardua e difficile, è stata un’ascesa molto bella, rasserenante e interessante.
Lungo questa tappa, anche una sorpresa inaspettata, ma molto gradita: quella di aver trovato sulla vetta una grande “piscina “di acqua fredda in cui immergersi e rigenerarsi!
Il panorama a questo punto è cambiato, si è arricchito di colori e profumi: sentieri in mezzo ai boschi molto suggestivi, con vedute panoramiche che contrastavano nettamente con tutto il grigio che ci aveva accompagnato inizialmente.
Ancora una volta colpiscono i tanti ricordi delle antiche vestigia romane, resti di una lontana gloria che per anni ha accompagnato gli “antichi dominatori” e che ancora oggi viene apprezzata da queste terre che ne conservano gelosamente i resti in segno di immenso rispetto. Ciò ci induce a pensare che siano tutti orgogliosi di aver avuto un dominium romano.
Anche se siamo entrati nel territorio spagnolo solo da un chilometro, la situazione climatica appare notevolmente migliorata e questo ci fa ben sperare che le prossime tappe siano piacevoli e ricche di fattori ambientali e paesaggistici che rendano meno difficoltoso il nostro Cammino.

In questi primi giorni di viaggio i ragazzi hanno risposto tutti molto bene alle sollecitazioni dovute al gran caldo e alla sveglia che suona molto presto la mattina; inoltre, nessuno di loro ha mostrato il benché minimo disagio verso i cibi diversi e, soprattutto, verso il dover dormire in un ostello in camere che ospitano fino a dieci persone. Anche la “famosa paura” che non potessero adattarsi a vivere, sebbene per pochi giorni, in situazioni di promiscuità così pronunciate, è stata dunque clamorosamente smentita dalla realtà dei fatti! Infatti, non c’è stato un momento in cui si siano trovati in difficoltà, che abbiano avuto problemi con i luoghi e le persone, che abbiano mostrato disorientamento o timore di fronte a situazioni per loro del tutto nuove.
Lorenzo ed Ettore, i due “reduci” dell’anno scorso, hanno dimostrato fin da subito un diverso approccio rispetto all’esperienza precedente lungo il Cammino francese, ma è il piccolo Eric che sta sorprendendo tutti per la grande capacità di adattamento al percorso e ai tanti chilometri; giorno dopo giorno le sue piccole gambe si muovono instancabili un passo dopo l’altro, divorando “famelicamente” i chilometri… Questo bimbo così a suo modo giudizioso pare voler anticipare i tempi, arrivare a una meta virtuale, dove finalmente dimostrare il suo vero carattere.
Ognuno di loro si è calato nella parte. Lorenzo è stato molto più comunicativo, le sue richieste molto più pertinenti, circostanziate e dettagliate. La sua capacità di adattamento, ancora una volta, è andata ben oltre le capacità di adattamento che si possono richiedere ad un ragazzo con autismo. Lui non parla molto, in realtà dice solo l’essenziale, l’indispensabile per farsi capire, ma anche senza comunicare verbalmente, si è rivelato un vero leader. Sempre presente, sempre avanti a tutti ad indicare la strada, a fare l’andatura. Senza molte sollecitazioni, quasi come a voler mettere in pratica ciò che ha imparato durante il Cammino dello scorso anno, sembra sapere esattamente cosa fare, come comportarsi, quale sia il programma della giornata. Questo a dimostrazione che i nostri ragazzi, anche se pare non comprendano appieno quello che sta accadendo intorno a loro, in realtà sono sempre pronti a cogliere ogni insegnamento e a metterlo in pratica al momento opportuno.
È certo ancora presto per fare dei bilanci, ma siamo sicuri che anche questa volta il nostro tanto camminare, non sarà stato vano.

P.S.: Peccato che mentre questi giovani si accingono a compiere l’ennesima impresa, dall’Italia le notizie relative al non riconoscimento dell’autismo, per il suo ingresso nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza), siano completamente contro i nostri stessi ragazzi…

*Il Cammino di Santiago di Compostela è il lungo percorso che i pellegrini intraprendono fin dal Medioevo, attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al Santuario della città iberica presso cui ci sarebbe la tomba dell’apostolo Giacomo il Maggiore. Le strade francesi e spagnole che compongono l’itinerario sono state dichiarate dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità. In alcuni precedenti testi (Noi, “Pellegrini dell’Autismo”, L’autismo verso Santiago e La nuova Santiago che ci attende), abbiamo già ampiamente descritto la genesi, l’avvio e lo svolgimento del primo viaggio promosso nel 2015 dall’ANGSA della Spezia e la presentazione di questo del 2016 (L’autismo e la “nostra Santiago”).

Presidente dell’ANGSA la Spezia (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici) e della Fondazione Il Domani dell’Autismo.

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: autismoversosantiago@gmail.com, info@angsalaspezia.it.

Share the Post: