Come ampiamente riferito su queste stesse pagine, nel mese di marzo scorso il FID (Forum Italiano sulla Disabilità) – organismo che rappresenta a livello europeo le istanze delle persone con disabilità in Italia, membro dell’EDF (European Disability Forum) e nato nel 2008 a seguito dell’unificazione del CND (Consiglio Nazionale sulla Disabilità) e del CID.UE (Consiglio Italiano dei Disabili per i rapporti con l’Unione Europea), per rappresentare le decine di organizzazioni aderenti alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e alla FAND (Federazione tra le Associazioni Nazionali di Persone con Disabilità) – aveva partecipato a un incontro a Ginevra con il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, per illustrare il “rapporto ombra” (Shadow Report) sull’applicazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, elaborato dalla Società Civile e alternativo a quello ufficiale del Governo italiano.
Dopo avere dunque valutato il contenuto di entrambi i rapporti ricevuti, nel successivo mese di aprile il Comitato stesso aveva inviato al nostro Governo una richiesta di chiarimenti su alcuni punti specifici – quella che in inglese viene definita List of Issues, ovvero “lista degli argomenti” – con due mesi di tempo per rispondere. Funziona così, infatti, il sistema di monitoraggio di tutte le Convenzioni sui Diritti Umani delle Nazioni Unite, il cosiddetto “dialogo interattivo”, che offre alla società civile un importante strumento di partecipazione e di interlocuzione, da una parte con il Comitato dell’ONU, dall’altra, nella fattispecie, con lo Stato italiano.
La lista di chiarimenti presentata all’Italia spazia dunque su ventisei articoli della Convenzione, per un totale di trentaquattro domande. Si tratta in sostanza dei temi su cui il Comitato dell’ONU vuole approfondire l’impegno italiano nell’applicare la Convenzione.
Si passa quindi da questioni generali (articoli 1-4 della Convenzione: quando sarà approvato «un concetto di disabilità riveduto in linea con la Convenzione nelle legislazioni sia nazionale sia regionali» e come le organizzazioni di persone con disabilità vengono coinvolte «in tutti i processi decisionali che incidono sulle loro vite»), a questioni specifiche legate ai singoli articoli. Viene ad esempio chiesto di definire il cosiddetto “accomodamento ragionevole” o come viene tutelata la condizione di multidiscriminazione (articolo 5), e se i minori con disabilità sono inclusi nelle politiche di lotta alla povertà (articolo 7); viene chiesto di illustrare i meccanismi sanzionatori per il mancato rispetto della normativa sulla rimozione delle barriere architettoniche (articolo 9) e ancora, «quali misure sono state adottate per combattere gli stereotipi dannosi nei confronti delle persone con disabilità nel sistema giudiziario», «come vengono messi a disposizione “accomodamenti ragionevoli” in tale àmbito» (articolo 13) e «quali controlli vengono svolti negli istituti» (articolo 15).
Vengono quindi richiesti dati sui minori sotto i 5 anni (articolo 7), sulle violenze nei confronti delle donne e dei bambini con disabilità (articolo 16), sui fondi nazionali e regionali per la Vita Indipendente, sui recenti processi di ritorno all’istituzionalizzazione (articolo 19) e, più in generale, su quali siano le «azioni programmate per migliorare la raccolta e la diffusione di dati nazionali sulla situazione di tutte le persone con disabilità» (articolo 31).
Per quanto poi riguarda l’articolo 24 (Educazione), si chiede quali indicatori vengano utilizzati per monitorare la qualità dell’inclusione scolastica, e quale formazione sia messa in atto per gli insegnanti curricolari e di sostegno, mentre sul piano delle regolamentazioni e delle politiche, viene chiesto quando verranno approvati i LEA (Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria) e i LIVEAS (Livelli Essenziali di Prestazioni Sociali) (articoli 25 e 28) e, nel campo del lavoro, quali politiche siano state messe in campo per affrontare l’alto tasso di disoccupazione delle persone con disabilità (articolo 27).
Sulla cooperazione internazionale, poi, la domanda si concentra sulla coerenza nei Piani Nazionali con «l’attuazione e il monitoraggio del programma “Agenda e Obiettivi di Sviluppo Sostenibile 2030”» e quali siano le misure adottate per garantire che le organizzazioni di persone con disabilità siano significativamente coinvolte in tale processo (articolo 32).
Infine, anche sul sistema di monitoraggio e tutela dei diritti umani (articolo 33), il Comitato ONU chiede «di fornire un calendario per istituire, attuare e fornire un adeguato finanziamento per un meccanismo indipendente di monitoraggio conforme ai “Principi di Parigi” [si legga di questi ultimi nell’ampio documento disponibile a questo link, N.d.R.]», vale a dire le regole internazionali per le istituzioni delle Commissioni Nazionali sui Diritti Umani.
Su tutte queste indicazioni, e sulla base delle risposte italiane alle varie domande, il FID – a nome di tutto il movimento italiano sulla disabilità e tramite una consultazione con le Associazioni – ha preparato a propria volta una serie di osservazioni sui quesiti rivolti dal Comitato delle Nazioni Unite e quest’ultimo sta esaminando ufficialmente in questi giorni a Ginevra il rapporto del Governo italiano, in attesa di pubblicare in settembre le proprie Osservazioni Conclusive, vale a dire un elenco di azioni che l’Italia sarà invitata a intraprendere, per implementare le norme e i princìpi della Convenzione. In tal senso, il FID parteciperà alla sessione conclusiva del cosiddetto “Dialogo Costruttivo”, prima della quale, però, organizzerà nel pomeriggio di oggi, 24 agosto, un evento collaterale sulla partecipazione delle persone con disabilità alle decisioni che le riguardano, tema che permette di sollevare in maniera trasversale tutte le più importanti questioni.
Il primo processo di monitoraggio dell’applicazione della Convenzione per l’Italia testimonierà quale sia realmente l’impegno italiano nell’applicazione della stessa. Da allora, ogni quattro anni, il nostro Paese dovrà riferire al Comitato dell’ONU i progressi ottenuti.
Anche analizzando le esperienze di altre valutazioni prodotte dal Comitato ONU nei confronti di diversi Paesi, si evince che le imminenti Osservazioni Conclusive rappresenteranno veri e propri Programmi di Azione. Infatti, l’adesione alle Convenzioni ONU sui Diritti Umani sono impegni volontari degli Stati verso le Nazioni Unite e verso i cittadini del proprio Paese. Pertanto, quando uno Stato ratifica una Convenzione come quella sui Diritti delle Persone con Disabilità, esso si impegna a rispettarne i princìpi e le norme. Le Osservazioni Conclusive del Comitato dell’ONU sono quindi richieste che impegnano il Paese cui sono rivolte ad applicarle, in attesa, quattro anni dopo, di tracciare un bilancio dei risultati ottenuti.
Per l’Italia, tra l’altro, quelle Osservazioni si intrecceranno con il prossimo Programma d’Azione Biennale sull’Inclusione delle Persone con Disabilità, che verrà presentato a Firenze, il 16 e 17 settembre prossimi, nel corso della Quinta Conferenza Nazionale sulle Politiche della Disabilità.
Va detto a tal proposito che, nonostante le richieste delle Federazioni FISH e FAND di invitare a Firenze il Rapporteur del Comitato ONU ad illustrare le Osservazioni Conclusive dell’ONU nei confronti dell’Italia, il nostro Governo non ha previsto tale passaggio nel programma della Conferenza. Per questo, su iniziativa della FISH Toscana e sempre a Firenze, al termine della Conferenza Nazionale si terrà un workshop sul tema, per sollecitare appunto il Governo a fare proprie le Osservazioni del Comitato ONU, inserendole nel prossimo Programma d’Azione Biennale sull’Inclusione delle Persone con Disabilità. (Giampiero Griffo)
Sono disponibili sia il rapporto ufficiale del Governo Italiano sulla Convenzione, sia quello alternativo del FID (Forum Italiano sulla Disabilità). Inoltre, in un nostro precedente approfondimento del mese di maggio scorso, avevamo dato spazio al testo integrale dei quesiti rivolti all’Italia dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: fid.presidenza@gmail.com.
Tutti gli Stati che hanno ratificato la Convenzione ONU
Sono questi i 166 Paesi (compresa l’Unione Europea), che ad oggi, 23 agosto 2016, appaiono nell’elenco ufficiale prodotto dall’ONU, come ratificatori della Convenzione. L’ordine è cronologico ed è quello che risulta dalla data pubblicata nel portale dell’ONU:
Giamaica (30 marzo 2007) – Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Cuba (6 settembre 2007) – Gabon (1° ottobre 2007) – India (1° ottobre 2007) – Bangladesh (30 novembre 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – Nicaragua (7 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Giordania (31 marzo 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Egitto (14 aprile 2008) – Honduras (14 aprile 2008) – Filippine (15 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Qatar (13 maggio 2008) – Kenya (19 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Australia (17 luglio 2008) – Thailandia (29 luglio 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Cina (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Turkmenistan (4 settembre 2008) – Nuova Zelanda (25 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Vanuatu (23 ottobre 2008) – Lesotho (2 dicembre 2008) – Corea del Sud (11 dicembre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Oman (6 gennaio 2009) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Uruguay (11 febbraio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Gran Bretagna (8 giugno 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Danimarca (24 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Malawi (27 agosto 2009) – Portogallo (23 settembre 2009) – Laos (25 settembre 2009) – Repubblica Ceca (28 settembre 2009) – Turchia (28 settembre 2009) – Seychelles (2 ottobre 2009) – Iran (23 ottobre 2009) – Montenegro (2 novembre 2009) – Tanzania (10 novembre 2009) – Bolivia (16 novembre 2009) – Algeria (4 dicembre 2009) – Mauritius (8 gennaio 2010) – Zambia (1° febbraio 2010) – Ucraina (4 febbraio 2010) – Francia (18 febbraio 2010) – Lettonia (1° marzo 2010) – Canada (11 marzo 2010) – Bosnia-Erzegovina (12 marzo 2010) – Emirati Arabi Uniti (19 marzo 2010) – Maldive (5 aprile 2010) – Nepal (7 maggio 2010) – Slovacchia (26 maggio 2010) – Etiopia (7 luglio 2010) – Malaysia (19 luglio 2010) – Lituania (18 agosto 2010) – Senegal (7 settembre 2010) – Moldavia (21 settembre 2010) – Armenia (22 settembre 2010) – Nigeria (24 settembre 2010) – Sierra Leone (4 ottobre 2010) – Saint Vincent e Grenadine (29 ottobre 2010) – Unione Europea (23 dicembre 2010) – Romania (31 gennaio 2011) – Togo (1° marzo 2011) – Colombia (10 maggio 2011) – Belize (2 giugno 2011) – Cipro (27 giugno 2011) – Pakistan (5 luglio 2011) – Bahrein (22 settembre 2011) – Lussemburgo (26 settembre 2011) – Capo Verde (10 ottobre 2011) – Indonesia (30 novembre 2011) – Myanmar (7 dicembre 2011) – Macedonia (29 dicembre 2011) – Bulgaria (22 marzo 2012) – Mozambico (30 gennaio 2012) – Mauritania (3 aprile 2012) – Estonia (30 maggio 2012) – Grecia (31 maggio 2012) – Gibuti (18 giugno 2012) – Nauru (27 giugno 2012) – Benin (5 luglio 2012) – Liberia (26 luglio 2012) – Ghana (31 luglio 2012) – Afghanistan (18 settembre 2012) – Swaziland (24 settembre 2012) – Polonia (25 settembre 2012) – Russia (25 settembre 2012) – Israele (28 settembre 2012) – Dominica (1° ottobre 2012) – Malta (10 ottobre 2012) – Cambogia (20 dicembre 2012) – Albania (11 febbraio 2013) – Barbados (27 febbraio 2013) – Iraq (20 marzo 2013) – Norvegia (3 giugno 2013) – Palau (11 giugno 2013) – Singapore (18 luglio 2013) – Kuwait (22 agosto 2013) – Zimbabwe (23 settembre 2013) – Venezuela (24 settembre 2013) – Papua Nuova Guinea (26 settembre 2013) – Kiribati (27 settembre 2013) – Tuvalu (18 dicembre 2013) – Costa d’Avorio (10 gennaio 2014) – Giappone (20 gennaio 2014) – Andorra (11 marzo 2014) – Georgia (13 marzo 2014) – Stato di Palestina (2 aprile 2014) – Svizzera (15 aprile 2014) – Angola (19 maggio 2014) – Burundi (22 maggio 2014) – Grenada (27 agosto 2014) – Repubblica Democratica del Congo (2 settembre 2014) – Guyana (10 settembre 2014) – Guinea Bissau (24 settembre 2014) – Vietnam (5 febbraio 2015) – Isole Marshall (17 marzo 2015) – Kazakistan (21 aprile 2015) – Madagascar (12 giugno 2015) – Trinidad e Tobago (25 giugno 2015) – Gambia (6 luglio 2015) –Bahamas (28 settembre 2015) – São Tomé e Príncipe (5 novembre 2015) – Antigua e Barbuda (7 gennaio 2016) – Sri Lanka (8 febbraio 2016) – Brunei (11 aprile 2016) – Finlandia (11 maggio 2016) – Comore (17 giugno 2016) – Paesi Bassi (13 luglio 2016).
Per quanto riguarda invece il Protocollo Opzionale alla Convenzione (testo che consente al Comitato sui Diritti Umani delle Persone con Disabilità di ricevere anche ricorsi individuali – di singoli o di gruppi di individui – e di avviare eventuali procedure d’inchiesta), a ratificarlo sono stati finora i seguenti 90 Paesi:
Ungheria (20 luglio 2007) – Panama (7 agosto 2007) – Croazia (15 agosto 2007) – Sudafrica (30 novembre 2007) – Spagna (3 dicembre 2007) – Namibia (4 dicembre 2007) – El Salvador (14 dicembre 2007) – Messico (17 dicembre 2007) – Perù (30 gennaio 2008) – Guinea (8 febbraio 2008) – San Marino (22 febbraio 2008) – Tunisia (2 aprile 2008) – Ecuador (3 aprile 2008) – Mali (7 aprile 2008) – Slovenia (24 aprile 2008) – Bangladesh (12 maggio 2008) – Arabia Saudita (24 giugno 2008) – Niger (24 giugno 2008) – Cile (29 luglio 2008) – Brasile (1° agosto 2008) – Argentina (2 settembre 2008) – Paraguay (3 settembre 2008) – Uganda (25 settembre 2008) – Austria (26 settembre 2008) – Costarica (1° ottobre 2008) – Ruanda (15 dicembre 2008) – Svezia (15 dicembre 2008) – Azerbaijan (28 gennaio 2009) – Germania (24 febbraio 2009) – Yemen (26 marzo 2009) – Guatemala (7 aprile 2009) – Marocco (8 aprile 2009) – Sudan (24 aprile 2009) – Isole Cook (8 maggio 2009) – Mongolia (13 maggio 2009) – Italia (15 maggio 2009) – Belgio (2 luglio 2009) – Siria (10 luglio 2009) – Haiti (23 luglio 2009) – Burkina Faso (23 luglio 2009) – Serbia (31 luglio 2009) – Gran Bretagna (7 agosto 2009) – Repubblica Dominicana (18 agosto 2009) – Australia (21 agosto 2009) – Portogallo (23 settembre 2009) – Turchia (28 settembre 2009) – Montenegro (2 novembre 2009) – Tanzania (10 novembre 2009) – Bolivia (16 novembre 2009) – Nicaragua (2 febbraio 2010) – Ucraina (4 febbraio 2010) – Francia (18 febbraio 2010) – Bosnia-Erzegovina (12 marzo 2010) – Nepal (7 maggio 2010) – Slovacchia (26 maggio 2010) – Honduras (16 agosto 2010) – Lituania (18 agosto 2010) – Lettonia (31 agosto 2010) – Nigeria (24 settembre 2010) – Saint Vincent e Grenadine (29 ottobre 2010) – Turkmenistan (10 novembre 2010) – Togo (1° marzo 2011) – Cipro (27 giugno 2011) – Lussemburgo (26 settembre 2011) – Uruguay (28 ottobre 2011) – Macedonia (29 dicembre 2011) – Mozambico (30 gennaio 2012) – Mauritania (3 aprile 2012) – Estonia (30 maggio 2012) – Grecia (31 maggio 2012) – Gibuti (18 giugno 2012) – Benin (5 luglio 2012) – Ghana (31 luglio 2012) – Afghanistan (18 settembre 2012) – Swaziland (24 settembre 2012) – Dominica (1° ottobre 2012) – Malta (10 ottobre 2012) – Palau (11 giugno 2013) – Zimbabwe (23 settembre 2013) – Andorra (11 marzo 2014) – Angola (19 maggio 2014) – Burundi (22 maggio 2014) – Gabon (26 giugno 2014) – Repubblica Democratica del Congo (2 settembre 2014) – Danimarca (23 settembre 2014) – Turchia (26 marzo 2015) – Gambia (6 luglio 2015) – Finlandia (11 maggio 2016) – Comore (17 giugno 2016).
Per ulteriori approfondimenti: https://www.un.org/development/desa/disabilities.