A quando una vera revisione dei LEA?

«Sono gravi le carenze scientifiche e culturali di quel testo. Chiediamo dunque al Governo di aprire un confronto con le Associazioni che rappresentano i cittadini coinvolti in queste problematiche, in quanto portatori di conoscenza della complessità della condizione e delle possibilità di efficace trattamento riabilitativo e assistenziale»: è dura la critica della FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico), nei confronti del testo sui nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria), in linea con quanto già espresso da organizzazioni come la FISH e l’ANFFAS

Immagine sfuocata di persona in carrozzina«Condividiamo in toto le considerazioni critiche espresse dalla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) e dall’ANFFAS (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), rispetto al testo riguardante i nuovi LEA».
Lo si legge in una nota prodotta dalla Presidenza della FNATC (Federazione Nazionale Associazioni Trauma Cranico), insieme a tutte le Associazioni territoriali nazionali ad essa aderenti e al proprio Comitato Scientifico, ove viene appunto duramente criticato il testo redatto e inviato alle Regioni dal Ministero per la Salute, contenente i nuovi LEA, ovvero i Livelli Essenziali di Assistenza Sanitaria.
«In particolare – si legge nella nota, sottoscritta da Paolo Fogar e Alessandro Giustini, rispettivamente presidente e coordinatore del Comitato Scientifico della FNATC – desideriamo puntare la massima attenzione sulle carenze evidenziate sul piano scientifico-culturale per quanto concerne il tema della disabilità; lacune così gravi, infatti, sono inammissibili e non possono essere consentite a nessuno, tanto meno a un Ministero della Salute, in un Paese che ha fatto propri da anni i valori espressi dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, trasformata in Legge Nazionale sin dal 2009 [Legge 18/09, N.d.R.], e rappresentati nella Classificazione ICF dell’Organizzazione Mondiale della Sanità».

«Mentre da una parte – proseguono dalla FNATC – tramite l’attivazione dell’Osservatorio Nazionale sulla Disabilità, presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (sino ad ora, purtroppo, su un piano prettamente teorico), ha avuto inizio un’opera di analisi e correzione di varie situazioni negative tuttora esistenti, nel testo di questo Decreto esistono altri elementi che ne fanno emergere la pesante carenza. Ad esempio, nel settore delle Prestazioni di ausili e protesi si affermano i diritti essenziali delle persone con disabilità, riferendosi precipuamente a documenti fondamentali a livello mondiale, per poi annullare di fatto ogni diritto di scelta e di personalizzazione della prestazione, da parte della persona con disabilità, quando si arriva alla previsione dei meccanismi di reperimento e di erogazione di tali ausili. Ciò si traduce segnatamente nella mancata efficacia e appropriatezza della prestazione stessa».
«Per quanto poi riguarda il settore delle gravi cerebrolesioni e dei loro esiti – si sottolinea ancora – pur essendo testimoni dell’avvio di numerose buone pratiche (Commissioni per Documenti, Tavoli Nazionali, Reti di Referenti Regionali e altro ancora), esse, purtroppo, rimangono ancora nel limbo della pura teoria e il fatto che le responsabilità siano del Ministero e/o delle Regioni non diminuisce certamente tale disdicevole operato, che ci vediamo costretti a segnalare».
«Sappiamo infine – concludono i responsabili della FNATC – come le disabilità intellettive, cognitive e comportamentali, in ogni età e anche dopo la cerebrolesione, siano da sempre nel nostro Paese le più difficili da essere comprese dai Legislatori, nonostante le crescenti e chiare evidenze scientifiche. Tali disabilità dovrebbero dunque essere doverosamente gestite in àmbiti riabilitativi e assistenziali omogenei e adeguati alla gravità delle conseguenze che comportano alla persona – per tutta la sua vita – alla sua famiglia e alla comunità tutta».

La FNATC, dunque, ribadisce con forza «la richiesta al Governo affinché apra con urgenza un confronto con le Associazioni che rappresentano i cittadini coinvolti in queste problematiche, in quanto portatori di conoscenza della complessità della condizione e delle possibilità di efficace trattamento riabilitativo e assistenziale, chiedendo anche che si possa finalmente realizzare un serio tavolo di confronto con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, allo scopo di costruire una concreta integrazione tra i diversi interventi che questi cittadini hanno il diritto di vedersi garantiti». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa.fnatc@gmail.com (Marina Tuni).

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