I circa 13 milioni di euro stanziati dal Governo per la Lombardia [come da decreto di riparto dei 70 milioni di euro totali, stanziati dalla Legge di Stabilità per il 2016, N.d.R.] salveranno probabilmente l’avvio dell’anno scolastico, permettendo a quasi 5.000 bambini e ragazzi con disabilità di tornare a sedersi sui banchi di scuola al suono della campanella. Grazie infatti alle risorse messe dallo Stato a disposizione delle Province e della Città Metropolitana di Milano, sarà possibile sostenere tutti quei servizi essenziali per garantire il diritto allo studio (trasporto, assistenza ad personam, assistenza alla comunicazione, consulenza tiflopedagogica/informatica e fornitura di testi in formato adeguato).
E tuttavia, il quadro nella Regione si presenta (nuovamente) “a macchia di leopardo”. Se infatti in Province come quelle di Mantova e Brescia, ad esempio, la situazione sembra essere risolta e i servizi rivolti agli alunni e studenti con disabilità garantiti per tutto l’anno scolastico, nella gran parte degli altri territori i servizi stessi vengono assicurato solo fino al 31 dicembre di quest’anno, con grossi problemi che permangono nell’area milanese, dove la complessiva situazione di dissesto finanziario della Città Metropolitana mette a rischio l’erogazione dei finanziamenti anche per l’avvio del nuovo anno scolastico.
A pochi giorni dall’inizio dell’anno scolastico 2016-2017, dunque, sembrerebbero chiarirsi, ma non risolversi del tutto, i problemi connessi ai servizi di competenza delle Province e della Città Metropolitana, a sostegno dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità, Enti – è sempre bene precisarlo – cui la Legge attribuisce le competenze dei servizi di assistenza alla comunicazione, consulenza tiflopdedagogica/informatica e fornitura di testi in formato adeguato a tutti gli alunni con disabilità sensoriale, oltreché di trasporto e assistenza educativa per i ragazzi con ogni tipologia di disabilità che frequentano le scuole superiori. Enti che si ritrovano a fare i conti con un’ormai cronica mancanza di risorse.Da un’aggiornata e complessa ricognizione condotta dalla LEDHA – la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – e dalla FAND Lombardia (Federazione tra le Associazioni Nazionali delle Persone con Disabilità), non supportata dalla necessaria trasparenza dei relativi atti amministrativi, risulta appunto che i servizi dovrebbero partire quasi regolarmente in tutto il territorio della Regione, con eccezione di quello milanese. Per l’area metropolitana, infatti, determinanti saranno le decisioni dei Comuni, organizzati nei Piani di Zona, che grazie al recente finanziamento statale vedranno sicuramente saldati i debiti per l’erogazione di questi servizi per il periodo gennaio-giugno 2016, senza però avere garanzie circa la copertura dei costi per i prossimi quattro mesi.
«È alto – dichiarano Alberto Fontana, presidente della LEDHA e Nicola Stilla, presidente della FAND Lombardia – il rischio di confusione. A seconda infatti delle scelte dei diversi Comuni, il servizio potrà essere erogato o meno, creando così ulteriori disparità a livello territoriale e anche con gradi di soddisfazione del fabbisogno differenziati in base alle diverse scelte politiche e amministrative. Le famiglie, poi, salvo i pochi casi in cui le Amministrazioni hanno comunicato pubblicamente la decisione di dare avvio agli interventi, sono state lasciate dalle Istituzioni in una situazione di totale disorientamento».
Questo quadro di diffusa precarietà, relativo ai supporti organizzativi al diritto allo studio, si carica di tinte ancora più fosche se si prende in considerazione il panorama desolante delle nomine degli insegnanti specializzati per il sostegno, che dovrebbero rendere la scuola un ambiente non solo inclusivo dal punto di vista delle autonomie e delle relazioni, ma anche il luogo dove si socializzano gli apprendimenti. Un panorama fatto di cattedre di ruolo vacanti per penuria di candidati o perché il cosiddetto “Concorsone” ne ha sancito la non idoneità, o ancora con un numero insufficiente di posti di sostegno in organico di fatto, destinato per altro ad alimentare il diffuso precariato, tanto dannoso proprio per chi, come l’alunno con disabilità, ha più bisogno di stabilità e continuità educativa e didattica.
In tale contesto la LEDHA e la FAND rilanciano il loro appello, concretizzatosi nei mesi scorsi nella campagna denominata Vogliamo andare a scuola!, richiamando al senso del dovere tutte le Istituzioni, affinché finisca in questo settore l’increscioso rimpallo di responsabilità cui si è dovuto assistere assistito soprattutto negli ultimi due anni.
Le due Federazioni sollecitano inoltre le famiglie a segnalare ogni situazione problematica, sicuramente nel caso di assenza o ritardi nell’attivazione dei servizi, ma anche in caso di riduzioni degli interventi rispetto al fabbisogno.
«I poco più di 13 milioni di euro che dovrebbero arrivare dallo Stato – annotano in conclusione Fontana e Stilla – e solo per il 2016, sono sì uno stanziamento consistente, ma largamente inferiore al fabbisogno, stimato già nel 2013-2014 intorno ai 28,7 milioni. Per questo torniamo a chiedere alla Regione Lombardia di integrare il finanziamento statale con fondi propri, come ha fatto negli anni precedenti. Tutte le Istituzioni, infatti, devono fare la propria parte e trovare una soluzione certa e stabile per il finanziamento di questi servizi a partire dal 12 settembre, per l’intero anno scolastico e per tutti gli anni a venire. Ciò per evitare di dover ricorrere ancora una volta alle vie legali in Tribunale, per difendere i diritti soggettivi di questi bambini e ragazzi». (I.S. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it (Ilaria Sesana).
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