«Alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico – si legge in una nota diffusa dall’ANFFAS Nazionale (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale) – si paventano già, come ormai purtroppo di consueto, disagi e discriminazioni per gli alunni con disabilità. Tra questi, desideriamo in particolare evidenziare quanto sta avvenendo proprio in queste settimane relativamente ai criteri con cui alcuni Uffici Scolastici Regionali stanno disponendo le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie, coprendo alcuni posti di sostegno con docenti non specializzati, tramite modalità che sembrano tenere conto non del diritto alla migliore istruzione per gli alunni con disabilità e per le loro classi, ma esclusivamente delle necessità di “coprire” posti di sostegno».
«All’inizio di ogni anno scolastico – sottolinea infatti Roberto Speziale, presidente nazionale dell’ANFFAS e vicepresidente della FISH Nazionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) – ci troviamo di fronte a situazioni in cui si assegna una cattedra di sostegno a un docente non specializzato, solo perché perdente posto nella stessa scuola o in una vicina, a totale discapito della qualità del sostegno che potrebbero fornire i docenti specializzati a disposizione, seppur precari e provenienti anche da altre Province. Ciò in aperta violazione della Legge 104/92 (articolo 14, comma 6), che stabilisce in maniera puntuale come “l’utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione” sia “consentita unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati”. Questo significa che prima bisogna attivare tutte le misure per coprire il fabbisogno di insegnanti di sostegno specializzati, anche ricorrendo a precari specializzati o ad utilizzazioni e assegnazioni, e solo in ultima battuta far coprire le cattedre da docenti non specializzati, che però devono pur sempre fare un corso di conversione sul sostegno».
L’ANFFAS, per altro, è già impegnata da parecchi anni a contrastare tale situazione, se è vero, ad esempio, che già nel 2011 intervenne presso l’Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, per richiedere – ottenendolo rapidamente – il ritiro di tutti i provvedimenti delle Istituzioni territoriali circa l’utilizzo improprio di docenti di ruolo non specializzati, a totale discapito della qualità del supporto per l’alunno con disabilità e della classe, visto che sarebbe stato fornito da chi non aveva adeguata formazione ed esperienza per la messa in campo di idonee strategie educative e metodologie di insegnamento in team con i docenti curricolari.
«E tuttavia – dichiara ancora Speziale – ancora oggi, nel 2016, continuiamo purtroppo a ricevere segnalazioni di questa distorsione del sistema, creata al solo fine di salvaguardare il posto per i docenti, senza alcuna considerazione per quanto previsto dalla norma statale e dalle chiare indicazioni che ci vengono anche dall’articolo 24 [“Educazione”, N.d.R.] della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità. Né una Contrattazione Collettiva Nazionale Integrativa, come quella sulle utilizzazioni ed assegnazioni provvisorie, può essere fatta in violazione di norme di legge».
«A tutto ciò si aggiunge – prosegue il Presidente dell’ANFFAS – quanto rilevato dalla nostra Associazione, ovvero che all’interno di molte Regioni è stata fatta un’errata distribuzione, tra i vari Ambiti Territoriali, delle cattedre di sostegno da mettere a disposizione, a causa della mancanza di un’adeguata rilevazione delle effettive esigenze degli alunni con disabilità, che dovrebbe essere realizzata nel periodo estivo, come previsto dal Decreto del Presidente del Consiglio 185/06. Questo comporta che, anche a parità di bisogni da parte degli alunni, in alcune Province vi siano più posti di sostegno che in altre, con la conseguenza che nelle prime i docenti specializzati per il sostegno vengono subito assorbiti e si ricorre anche ai docenti non specializzati, mentre in altre neppure vengono utilizzati tutti i docenti specializzati, di ruolo o precari che siano».
«In altre parole – conclude con durezza Speziale – vi è attenzione a creare posti, quali essi siano, senza nessuna attenzione per la qualità del sostegno, mentre invece sarebbe opportuno e rispettoso dei diritti degli alunni verificare per tempo le loro effettive esigenze e la loro distribuzione territoriale e creare, eventualmente, la possibilità per i docenti specializzati per il sostegno di poter scegliere più di una Provincia della stessa Regione per la richiesta di utilizzazione e di assegnazione, visto anche che ciò sarebbe possibile attraverso la previsione dell’organico su base regionale, stabilito dall’articolo 1, commi 63 e 64 della Legge 107/15 [“Riforma della Buona Scuola”, N.d.R.]». (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: comunicazione@anffas.net (Roberta Speziale).