Preoccupano le voci di nuovi tagli al Fondo Sanitario

«Siamo contrari e preoccupati, perché si tratterebbe di un ulteriore segnale di disinvestimento nella Sanità Pubblica e sulla Salute degli italiani»: così Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva, commenta le voci di stampa riguardanti una possibile ulteriore azione di taglio al Fondo Sanitario Nazionale nel 2017, che metterebbe ulteriormente a rischio l’accesso alle cure e la salute stessa dei cittadini

Realizzazione grafica, tipo segnale stradale "Divieto di tagli"«La possibilità che non siano confermati i due miliardi di euro in più nel 2017 ci preoccupa profondamente, perché metterebbe in discussione diversi aspetti cruciali per la vita dei cittadini. Anzitutto la revisione dei LEA-Livelli Essenziali di Assistenza (aggiornamento del Nomenclatore Tariffario, aggiornamento delle malattie croniche e rare esenti dal ticket, solo per fare un paio di esempi) e la loro effettiva implementazione, poiché tra le condizioni poste dalle Regioni sui nuovi LEA c’è proprio la specifica richiesta di riconferma dei 113 miliardi sul 2017, rispetto ai 111 del 2016»: così Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadianzattiva, commenta le voci di stampa riguardanti una possibile ulteriore azione di taglio al Fondo Sanitario Nazionale nel 2017.

«In secondo luogo – prosegue Aceti – sarebbe a rischio anche il rifinanziamento del fondo per i farmaci innovativi che per il 2017 non ha ancora alcuna voce di finanziamento. E ancora, l’intera partita dei contratti del personale sanitario, il rinnovo delle convenzioni dei medici di famiglia e dei pediatri di base. Tutte queste azioni, fondamentali per garantire un migliore accesso alle prestazioni e un più alto livello di salute dei cittadini, potrebbero essere immediatamente messe a rischio da un eventuale taglio al livello di finanziamento previsto per il 2017».

«Un ulteriore effetto – conclude l’esponente di Cittadinanzattiva – sarebbe quello di fare allungare ancora il periodo di tempo delle Regioni sottoposte ai Piani di Rientro, e in particolare per quelle che stanno faticosamente cercando di uscirne. Per le Regioni in equilibrio, invece, il chiaro rischio è che entrino a far parte di quelle in disavanzo. E l’effetto sui cittadini non potrebbe essere altro che un aumento delle tasse IRPEF, dei ticket e una riduzione dell’offerta dei servizi. Per questo siamo contrari e preoccupati, perché si tratterebbe di un ulteriore segnale di disinvestimento nella Sanità Pubblica e sulla Salute degli italiani». (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: stampa@cittadinanzattiva.it.

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