A un mese a mezzo dalla scadenza dei termini di partecipazione e dopo la nostra ampia presentazione del mese di maggio scorso, con un’intervista a Silvia Cutrera, presidente dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), riteniamo senz’altro opportuno rilanciare un’iniziativa di alto spessore culturale, quale il terzo Premio per la Drammaturgia Teatro e Disabilità, aperto fino al 30 ottobre, ideato e organizzato dalla stessa AVI di Roma, insieme all’ECAD, presieduto, quest’ultimo, da Vittorio Pavoncello.
Lo facciamo innanzitutto riprendendo le parole del regolamento, ove si dice che il Premio verrà assegnato «a un testo teatrale, che abbia come tema o come implicito riferimento il mondo della disabilità, tutti i suoi protagonisti e la vita delle persone con disabilità in tutti i suoi aspetti. Sarà data una particolare attenzione ai testi che, ispirandosi alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità presteranno interesse all’evoluzione del concetto di disabilità non più basato sull’approccio socio-sanitario ma inserito nel contesto più ampio del rispetto dei diritti umani».
Si tratta di un’iniziativa, tra l’altro, che decisamente “porta fortuna” a chi vi prende parte, se è vero che testi come Yesterday di Bruno Cerutti o Amalia e basta di Silvia Zoffoli, rispettivamente primo e secondo nell’edizione di esordio, sono poi stati più volte rappresentati con successo e continuano a girare per l’Italia.
«Ancora una volta – sottolinea Cutrera – Il Premio Teatro e Disabilità sarà una grande opportunità per chi desideri utilizzare la scrittura teatrale e rappresentare la Vita nei suoi aspetti più significativi, evocativi di emozioni, riflessioni, proiezioni, avendo come tema o riferimento la disabilità, condizione che appartiene all’essere umano e che ha ispirato fin dall’istituzione del Teatro la creazione di celeberrimi personaggi caratterizzati da qualche forma di diversità, come ad esempio la cecità di Cassandra, Edipo, Tiresia e dello stesso Omero, oppure, in epoca shakespeariana, la deformità di Riccardo III o la follia di Enrico IV».
«Nel nostro tempo – ricorda ancora la Presidente dell’AVI di Roma – la necessità di far confluire e arricchire una narrazione che contribuisca ad abbattere pregiudizi suggerisce nuovi linguaggi, sperimentazioni, contaminazioni tra le arti e sensibilità etiche che, nella proposta rivolta dalle organizzazioni promotrici del Premio, si traduce in un invito a scrivere testi teatrali che includano le tematiche relative alla disabilità, sollecitando quindi un pensiero innovativo sullo sfondo del decennale dall’approvazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e delle trasformazioni avvenute nella società con il cambio di paradigma che ha definito la disabilità stessa come un concetto in evoluzione, strettamente collegato all’ambiente fisico e sociale in cui una persona vive. È il nuovo approccio alla disabilità basato sul rispetto dei diritti umani, che sottintende una serie di questioni etiche, sociali, politiche e umane, veicolate in questo caso da sceneggiature teatrali che rimarranno disponibili nel tempo, per chi un giorno vorrà rappresentarle». (S.B.)
Per ogni informazione e approfondimento sulla terza edizione del Premio per la Drammaturgia Teatro e Disabilità: premioteatrodisabilita@gmail.com.
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