Il 19 settembre scorso ho deciso con mia moglie e due cari amici di recarmi in visita alla famosa Certosa di Padula (o di San Lorenzo), in provincia di Salerno. Arrivati al parcheggio della struttura, abbiamo lasciato la macchina, per recarci verso l’ingresso, percorrendo per un centinaio di metri il viale esterno, in tranquillità, con la lentezza della passeggiata. Io sotto braccio ad Ares, il mio inseparabile cane guida al guinzaglio, ma per una volta senza compiti di guida e anche lui rilassato.
Una volta varcato il portone d’ingresso, siamo entrati nei locali dell’ufficio turistico, abbiamo chiesto le necessarie informazioni ai giovani e cortesi operatori, e ci siamo avviati quindi ad attraversare il cortile rettangolare che porta all’edificio principale della Certosa, con la breve gradinata che immette alla biglietteria e alla visita vera e propria.
Ebbene, nemmeno il tempo di guardarci intorno (i miei amici e mia moglie sono tutti e tre vedenti), per cercare con lo sguardo nel cortile quelli che un tempo erano i siti di produzione del complesso (spezierie, scuderie, stalle, lavanderie, granai, farmacia, officine…), che sono comparsi improvvisamente (per noi) una decina di cani randagi, veri e propri “padroni del cortile”, che dopo averci circondato, hanno tentato di aggredire Ares, il quale mi ha difeso con onore!
Abbiamo urlato per allontanare i cani, che hanno indietreggiato solo di poco, senza però interrompere l’assedio, e se fossi stato da solo, o solo con mia moglie, staremmo ora leccandoci le ferite!
Mentre mia moglie e i due amici tenevano a bada il branco, che ringhiava sempre più inferocito, con il cellulare ho chiamato il 113, che ha mandato una Volante della Polizia Municipale. Il poliziotto ha collaborato ad allontanare gli animali e visto che i dipendenti del monumento, affacciatisi sul cortile, guardavano lo spettacolo un po’ divertiti (!), ci ha scortato fino all’ingresso, lasciandoci il numero del proprio cellulare, per chiamarlo in caso avessimo avuto problemi anche all’uscita (che naturalmente ci sarebbero stati…).
Dopo avere acquistato i biglietti, siamo entrati, ma ancora scossi per l’accaduto e con la giornata rovinata dallo spavento dell’aggressione e ancor più dalla rabbia per l’indifferenza dei non pochi dipendenti del monumento. Per loro la presenza dei cani era una responsabilità del Comune di Padula ed essi apparivano infastiditi da noi che con il nostro cane – e il suo permesso a entrare – avevamo provocato un pandemonio!
Dopo pochi minuti abbiamo deciso di uscire e un operatore ci ha invitati a farlo da una porta laterale che conduceva in un cortile, ma subito dopo averla aperta, abbiamo ritrovato una parte dei cani del branco che intanto vi si era “accomodato” per ripararsi dalla pioggia e quando abbiamo tentato di fotografarli, l’addetto ha chiuso la porta e ci ha allontanato.
Ci siamo spaventati di nuovo, perché trovarceli addirittura dentro alla Certosa non potevamo proprio aspettarcelo! All’uscita il branco ci aspettava e appena ci ha avvistati, ha ripreso ad abbaiare avanzando verso di noi, che ormai prigionieri di questa situazione, ci siamo dovuti nascondere nell’atrio del portone d’uscita.
A quel punto ho richiamato il poliziotto di prima, che è tempestivamente tornato e insieme a noi ha rivissuto la scena dell’ingresso. Mia moglie è stata invitata a prendere l’auto dal parcheggio e a portarla, da un viale laterale fin sotto le scale, dove aspettava Ares, che tra le minacce dei suoi “nemici” e le sue reazioni di “non sottomesso”, si è infilato in macchina.
Scortati fino al Comando della Polizia Locale, vi abbiamo esposto l’accaduto, e valutato anche un’eventuale azione legale.
Ecco cosa vi può accadere, cari amici non vedenti, se portate il vostro cane guida! In quella Certosa, infatti, è vietato l’ingresso ai cani, e io aggiungo: a quelli non randagi!