«Abbiamo Checco Zalone! Ci ha dato la disponibilità per girare il nostro spot. Come minimo dobbiamo dedicargli la copertina». A parlare, in una concitata telefonata di fine luglio, era Luca Binetti, vulcanico consigliere dell’Associazione Famiglie SMA e padre di un ragazzo con l’atrofia muscolare spinale, la SMA per l’appunto.
Al sottoscritto, che dirige «Smagazine», l’house organ dell’Associazione, annunciava la grande novità dell’anno, in vista della campagna di raccolta fondi in corso in questi giorni sino all’8 ottobre.
CHECCOsabella abbiamo titolato l’articolo in cui lo stesso Binetti raccontava la sorpresa e l’emozione del contatto con l’attore. «Luca Medici (questo il vero nome di Checco) ci seguiva e ci sosteneva da anni, nel più assoluto anonimato. Quest’anno però ha voluto fare di più, ci ha messo la faccia». Nell’articolo a fianco abbiamo poi raccolto la testimonianza di Mirko, il tredicenne di Segonzano (Trento), coprotagonista dello spot. «Una giornata impegnativa, faticosa, ma tanto divertente», racconta Mirko, svelando poi che la scena in cui con la sua carrozzina va addosso alla macchina di Checco l’aveva dovuta ripetere un’infinità di volte.
Oggi che lo spot divertente e intelligente è finalmente uscito, e che in poche ore ha generato oltre 2 milioni e mezzo di visualizzazioni, con tanto di citazione di Matteo Renzi, c’è da augurarsi che in tantissimi facciano una donazione con un SMS o una telefonata al numero 45599. Perché mai come oggi la ricerca sulla SMA è vicina al traguardo della cura [se ne legga già anche nel nostro giornale, N.d.R.], con un farmaco così promettente che l’azienda farmaceutica che lo produce, pur essendo ancora in fase di sperimentazione, ha deciso di fornirlo gratuitamente a chi ne farà richiesta.
Si calcola che a fruirne saranno circa duecento persone in Italia, soprattutto neonati e bambini. Pur non curando la malattia, il farmaco ha dimostrato di prolungare la vita e, in parte, di migliorare il quadro clinico dei bambini più piccoli. I fondi raccolti serviranno a Famiglie SMA per arrivare il prima possibile al momento della somministrazione, perché per alcuni bambini aspettare un mese o una settimana può fare la differenza.
È tempo di donare ed è presto per gioire. La ricerca ha bisogno di tempo e gli scienziati sono molto attenti a smorzare gli entusiasmi. Ma se si pensa che i bambini e le famiglie SMA, solo qualche anno fa erano travolti (e stravolti) dall’enorme “bufala mediatica” di Stamina e delle “miracolose” staminali di Davide Vannoni, vien da pensare che una giustizia ci sia, a questo mondo, e che i miracoli, a volte, accadano davvero. CHECCOsabella!
Il presente testo è già apparso in “InVisibili”, blog del «Corriere della Sera.it», con il titolo “Zalone, la ricerca e la sma: CHECCOsabella!” e viene qui ripreso, con minimi riadattamenti al diverso contenitore, per gentile concessione.
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