«Adesso BASTA + contraccezione – aborti + consultori – obiettori + informazione sessuale. Autodeterminazione sempre!»: sono questi gli elementi informativi contenuti nel logo della campagna denominata Adesso BASTA, promossa dall’UDI (Unione Donne in Italia), che prevede un anno di mobilitazione per mantenere vivo il dibattito sui diritti delle donne attraverso manifestazioni, incontri con le istituzioni, sit-in, conferenze stampa, dibattiti, informazione e divulgazione, eventi, e volantinaggi.
Corpo e lavoro, saranno «i temi centrali della riflessione, che si concentrerà sul diritto all’autodeterminazione e di cittadinanza nel lavoro, nella maternità, nella cultura, nell’educazione delle giovani generazioni, nella possibilità di rappresentarsi e di essere rappresentate», come si legge nel comunicato dell’UDI.
La campagna ha preso il via il 26 settembre scorso, data in cui si è celebrata la Giornata Mondiale dedicata alla Contraccezione e nella quale, oltre alla stessa UDI, molti gruppi e associazioni hanno organizzato iniziative a difesa della salute riproduttiva, dei consultori, della contraccezione e della Legge 194 (in materia di aborto), costantemente messa a rischio da una media nazionale superiore al 70% di ginecologi obiettori di coscienza (con punte regionali che superano il 90%).
Ma perché, come Coordinamento del Gruppo Donne UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare), oltre a condividere le finalità di quella campagna, abbiamo deciso di aderire ad essa?
Non molti giorni fa, su queste stesse pagine, è apparso il contributo con cui abbiamo analizzato le Osservazioni Conclusive (prodotte dal Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità) al primo Rapporto Ufficiale dell’Italia sull’attuazione dei princìpi e delle disposizioni contenute nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (Legge dello Stato Italiano 18/09). Molte di esse hanno messo in risalto le preoccupazioni del Comitato ONU su questioni legate alla maggiore discriminazione subita dalle donne con disabilità e tra i vari timori espressi vi è la constatazione che «non vi è alcuna sistematica integrazione delle donne e delle ragazze con disabilità nelle iniziative per la parità di genere, così come in quelle riguardanti la condizione di disabilità» (punto 13).
Il nostro Coordinamento crede che quella preoccupazione sia drammaticamente vera e per questa ragione, aderire alla Campagna Adesso BASTA è per noi qualcosa di più di una semplice comunione di intenti. Esprime infatti la volontà di coinvolgere le donne e le ragazze con disabilità nelle iniziative per la parità di genere, perché chi rivendica i diritti delle donne deve rivendicare anche quelli delle donne con disabilità, che non sono diversi da quelli di tutte, ma per essere fruiti in condizioni di uguaglianza con le altre donne hanno bisogno di attenzioni e accorgimenti specifici. Dovrebbe essere scontato, ma non lo è.
E ringraziamo sentitamente l’UDI per averci coinvolto in questa importante iniziativa.
Per approfondire: Comunicato stampa diramato dall’UDI (Unione Donne in Italia) per presentare la Campagna “Adesso BASTA”; Guida alla mobilitazione, diramata anch’essa dall’UDI.