Un cromosoma in più, mille vite possibili

«Questa nostra campagna rappresenta una sintesi della realtà delle persone con sindrome di Down, persone tutte diverse tra loro che esprimono bisogni di scuola, salute, lavoro, casa e affetti. Per dare risposta a questi bisogni, però, serve un impegno forte delle famiglie, delle Istituzioni, della società tutta»: con queste parole Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), ha lanciato la campagna “Un cromosoma in più, mille vite possibili”, pensata in occasione dell’imminente Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down del 9 ottobre

Manifesto della campagna AIPD "Un cromosoma in più, mille vite possibili", 9 ottobre 2016

Il manifesto della campagna AIPD “Un cromosoma in più, mille vite possibili”

«Questa nostra campagna rappresenta una sintesi della realtà delle persone con sindrome di Down, persone tutte diverse tra loro che esprimono bisogni di scuola, salute, lavoro, casa e affetti. Per dare risposta a questi bisogni, però, serve un impegno forte delle famiglie, delle Istituzioni, della società tutta»: con queste parole Paolo Virgilio Grillo, presidente nazionale dell’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), ha lanciato la campagna denominata Un cromosoma in più, mille vite possibili, pensata in occasione dell’ormai imminente Giornata Nazionale delle Persone con Sindrome di Down del 9 ottobre alla quale abbiamo già dedicato un ampio approfondimento in altra parte del giornale.
Nel corso di quella giornata, l’impegno dell’AIPD – organizzazione attiva da oltre trent’anni su tutto il territorio nazionale nella promozione delle persone con sindrome Down – si concretizzerà anche in oltre sessanta piazze di venticinque città, ove l’Associazione sarà presente con la propria cioccolata solidale, utile a finanziarne i tanti progetti.

«Ci adoperiamo ogni giorno – sottolinea ancora Grillo – per rispondere ai bisogni delle persone con sindrome di Down, dando voce alle diverse realtà e accompagnando l’inserimento lavorativo ad esempio di Giorgio, così come il bisogno di assistenza di Marta e della sua famiglia. Siamo inoltre presenti al primo giorno di scuola di Maria, ma ci diamo da fare anche per insegnare a Luca a prendere l’autobus da solo. Vogliamo insomma far conoscere i successi delle persone con sindrome di Down e aiutarle a costruire le loro vite possibili di persone e di cittadini. In tal senso, molto è certamente cambiato in questi anni, ma ancora molto si può fare, sempre su un piano di realtà: le persone che seguiamo, infatti, hanno doti da sviluppare e potenziare, senza però proporre loro obiettivi irrealizzabili”. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampaaipd@gmail.com (Marta Rovagna; Mara Fiorelli).

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