Alla scoperta di una galleria d’arte a cielo aperto

Luogo d’arte e di architettura tutto da scoprire, vivo e intrigante per la complessità degli stili presenti e dei nomi di gran fama che vi hanno prodotto le proprie opere, il Cimitero Monumentale di Torino è una vera e propria “galleria d’arte a cielo aperto”, che garantisce ai visitatori riparo dalla pioggia, dal sole e dal ghiaccio. Nemmeno qui, per altro, mancano gli ostacoli, in particolare per le persone in carrozzina, ed è a loro, ma anche a tutte le altre persone con disabilità, che guarda il “Monumentale Paratour”, nuova brillante iniziativa del pubblicitario e umorista Raffaele Palma
Un'immagine dell'uscita promossa il 10 ottobre scorso a Torino, nell'àmbito del "Monumentale Paratour"
Un’immagine dell’uscita promossa il 10 ottobre scorso a Torino, nell’àmbito del “Monumentale Paratour”

Come abbiamo già raccontato qualche tempo fa, si chiamava Torino Paratour, l’iniziativa realizzata dal pubblicitario e umorista Raffaele Palma, consistente in alcuni percorsi speciali nel capoluogo piemontese, riservati alle persone con disabilità motorie e visiva, per consentir loro di visitare gli esterni di edifici d’interesse storico, artistico e monumentale.
Dopo quella positiva esperienza, sempre con il suo CAUS (Centro Arti Umoristiche e Satiriche), e nell’àmbito di un’iniziativa già proposta ai turisti all’interno del Cimitero Monumentale di Torino, con l’obiettivo di colmare una lacuna storica, Palma si è dedicato alla creazione di Monumentale Paratour, percorso articolato tra la simbologia dell’arte funeraria di tale struttura, adatto alle persone con disabilità in carrozzina.
È lui stesso a spiegarci nel dettaglio di cosa si tratta, soffermandosi innanzitutto su cosa rappresenti, come luogo d’arte e d’architettura, il Cimitero Monumentale di Torino.
«Torino – dice – vanta un’invidiabile offerta artistica e architettonica, che attrae ormai turisti da tutto il mondo. L’internazionalità delle proposte subalpine è un dato di fatto; se però i grandi capolavori nei più frequentati luoghi storici sono ormai noti a tutti, restano “zone” inesplorate o poco note, come appunto il Cimitero Monumentale, nonostante sia inserito a pieno titolo nel Circuito Internazionale dei Cimiteri Monumentali Europei. È questo, infatti, uno dei luoghi d’arte e architettura ancora da scoprire, vivo e intrigante per la complessità degli stili presenti e dei nomi di gran fama, come quelli degli architetti costruttori, Gaetano Lombardi, Carlo Sada e Carlo Ceppi. In particolare, l’area primitiva del cimitero comprende due chilometri e mezzo di arcate, i cui soffitti sono mirabilmente affrescati e mosaicati. Sotto le volte, fanno bella mostra di sé opere scultoree di gran pregio. Una vera e propria “galleria d’arte a cielo aperto”, quindi, che garantisce ai visitatori riparo dalla pioggia, dal sole e dal ghiaccio».

Nemmeno al Monumentale di Torino, però, possono mancare le barriere architettoniche e gli ostacoli per le persone con disabilità motoria. «Tra i viali accessibili a tutti e le aree di visita senza ostacoli – spiega infatti Palma -, i portici del cimitero generale presentano un piano calpestabile elevato dal suolo di alcuni centimetri, che lo rende accessibile solo salendo e scendendo gradini. Inoltre, i due chilometri e mezzo del tracciato coperto sono interrotti da ben otto passi carrai, che frammentano la continuità della pavimentazione. Purtroppo non esistono accessi dotati di scivoli per sedie a rotelle, forse per una questione di decoro architettonico. La soluzione ideale, quindi, sarebbe quella di creare un’assoluta continuità di percorso, dotando le interruzioni dei porticati di appositi scivoli laterali, che lasciassero in ogni caso il passo carraio libero ai mezzi di servizio». «E tuttavia – prosegue – in attesa di un progetto organico che soddisfi la Sovrintendenza, già ora sarebbe possibile una soluzione parziale al problema, che determinerebbe la creazione di un tragitto coperto di oltre mezzo chilometro. È stato infatti individuato un punto nelle arcate della seconda ampliazione, il cui pavimento è interrotto da un accenno di passo carrabile, che termina nel muro di cinta, ovvero un tratto a cul de sac, non transitabile da alcun mezzo. Su tale interruzione si potrebbero pertanto installare due pedane frontali, a basso impatto estetico e sarebbe una soluzione pratica ed economica, che consentirebbe alle carrozzine di accedere almeno a un settore delle arcate, ovvero al porticato della seconda ampliazione e a metà della prima, per complessivi seicentocinquanta metri. Si tratterebbe del resto di un’area significativa, dove ammirare opere marmoree e bronzee di grandi scultori, quali Pietro Della Vedova, Enrico Butti, Odoardo Tabacchi e Pietro Canonica».
La conclusione di Palma ricorda ciò che si potrebbe e dovrebbe fare in molti altri luoghi d’interesse culturale del nostro Paese. «Basterebbero cioè – sottolinea – buona volontà e pochissimo impegno economico, per concedere a chi si muove in carrozzina di scoprire la genialità, lo stile e la raffinatezza, custodite sotto le volte del Monumentale di Torino».

Si è parlato finora di disabilità motoria in carrozzina, ma in realtà il Monumentale Paratour si rivolge a tutte le altre forme di disabilità sensoriali e intellettive.
Una prima, positiva uscita – documentata anche da un video (cliccare qui) – si è avuta il 10 ottobre scorso, alla presenza dell’assessore del Comune di Torino Marco Alessandro Giusta, iniziativa promossa dal CAUS in collaborazione con l’Associazione Volonwrite, nata, quest’ultima, all’interno della Redazione Città Aperta del Servizio Comunale Passepartout, realtà viva e di grande integrazione nella quale giovani con disabilità motoria, vincitori di tirocinio formativo, giovani in Servizio Civile e dipendenti del Comune lavorano assieme nella gestione del sito Informa disAbile. (S.B.)

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: info@caus.it.

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