«Riteniamo che queste nostre iniziative siano un dovere e una necessità anche nei confronti di quelle donne che spesso, per diversi motivi, non hanno accesso ai servizi ospedalieri pubblici rispetto alla diagnostica»: lo dichiara Manuela Aloise, presidente della Lega Italiana Sclerosi Sistemica, nell’imminenza dell’evento di prevenzione promosso per sabato 22 ottobre in Sardegna, ed esattamente a Tempio Pausania (Piazza Gallura, ore 10-13), quando in collaborazione con l’ASL di Olbia e la Protezione Civile, alcuni medici volontari effettueranno gratuitamente un semplice e indolore esame per la diagnosi precoce della sclerosi sistemica, vale a dire una videocapillaroscopia ungueale, volta a indagare il cosiddetto “fenomeno di Raynaud” o “delle mani fredde e delle dita viola”, causato dal restringimento delle piccole arterie a livello delle dita delle mani (ma anche di piedi, naso, orecchie e lingua), che è appunto il sintomo primo della sclerosi sistemica.
«Inquadrare in fase iniziale il fenomeno “delle mani fredde e delle dita viola” – sottolinea a tal proposito la reumatologa Daniela Marotto, coadiutrice dell’iniziativa di Tempio Pausania, che si avvale anche del patrocinio della locale Amministrazione Comunale – può prevenire un decorso severo della malattia».
Di donne, parlava la presidente Aloise, in quanto sono proprio loro i principali bersagli di questa malattia (fascia di età prevalente tra i 45 e i 64 anni), considerata anche come “patologia di genere”.
Si tratta, lo ricordiamo, di una malattia reumatica e sistemica a carico del tessuto connettivo, dovuta a un’alterazione del sistema immunitario, che colpisce i vasi sanguigni, la pelle e numerosi organi interni (cuore, polmoni, reni tratto gastro-esofageo), i quali nel tempo perdono la loro funzione primaria.
Impegnata frequentemente in questi eventi di sensibilizzazione e prevenzione, la Lega Italiana Sclerosi Sistemica distribuirà a Tempio Pausania il materiale informativo relativo alla patologia ed esporrà le iniziative attuate a tutela dei pazienti e del loro diritto di cura, il tutto grazie all’impegno dei volontari del proprio Gruppo Sardegna. (S.B.)
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