Deficit di attenzione e iperattività: il vuoto della Campania

«In Campania – è la denuncia dell’AIFA di tale Regione (Associazione Italiana Famiglie ADHD) – la questione dell’identificazione dei Centri per gli adulti con ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività) risulta essere del tutto inevasa e disattesa, cosicché al compimento del diciottesimo anno di età, la disponibilità di servizi di presa in carico dei soggetti adulti con tale patologia è caratterizzata da un totale vuoto, ciò che delinea un quadro preoccupante, sia per i pazienti adulti che per quelli in età evolutiva, pregiudicandone il diritto alla cura»

Adulto con ADHD

Realizzazione grafica che rappresenta il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nella persona adulta

Il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD: Attention Deficit Hyperactivity Disorder), viene definito da Pietro Panei e Andrea Geraci del Dipartimento del Farmaco dell’Istituto Superiore di Sanità come «un disordine dello sviluppo neuropsichico del bambino e dell’adolescente, caratterizzato da inattenzione e impulsività/iperattività» («Notiziario dell’ISS-Istituto Superiore di Sanità», vol. 22, n. 1, gennaio 2009). Tra le altre cose, esso impedisce, a chi ne soffre, di concentrarsi e focalizzarsi su un’attività, con possibili pesanti ricadute sul rendimento scolastico e sul funzionamento sociale. Non dipende da un deficit cognitivo (ritardo mentale) ed è uno dei più comuni disturbi dell’infanzia.
A Vienna, il ventitreesimo Congresso dell’EPA, l’Associazione Europea di Psichiatria, celebratosi dal 29 al 31 marzo 2015, riunendo esperti da 88 diversi Paesi, membri di 37 Enti Nazionali, in rappresentanza di oltre 78.500 psichiatri europei e mondiali, è emerso che l’ADHD ha un impatto sul 5% dei giovani, vale a dire il tasso più alto in assoluto tra i disturbi in età infantile e adolescenziale (fonte: «ADN Kronos», 29 marzo 2015).
In Italia il più recente studio, durato quattro anni, rileva una prevalenza dell’1,2% di questa patologia nella popolazione di età compresa tra i 6 e i 18 anni («Medico e Bambino», 2012). E si continua a scontare l’arretratezza culturale degli anni precedenti al 2007, quando molto spesso il disturbo era sottodiagnosticato, se non addirittura ignorato.
L’ADHD, infine, si protrae anche all’età adulta tra il 30 e il 50% dei casi (fonte: «ADHD in pratica»), se è vero che una percentuale significativa dei giovani con ADHD e le loro famiglie necessitano anche in età adulta di terapie e supporto continui da parte degli operatori sanitari.

Ebbene, in questo Mese della Consapevolezza dell’ADHD, la nostra Associazione [AIFA Campania-Associazione Italiana Famiglie ADHD, N.d.R.], composta di familiari e pazienti della Campania con questo disturbo, denuncia il mancato recepimento, da parte della Regione Campania, della richiesta inoltrata alla Conferenza Stato-Regioni dall’Istituto Superiore di Sanità, di provvedere all’«accreditamento dei Centri clinici per la diagnosi del disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) nell’adulto e della conseguente predisposizione del piano terapeutico», al fine di garantire un’accuratezza diagnostica e un’appropriatezza delle terapie necessarie, per poter offrire servizi adeguati ai soggetti adulti con ADHD, siano essi in transizione dai Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, sia in primo accesso alla diagnosi.
Ad oggi, infatti, la questione dell’identificazione di tali Centri per gli adulti con ADHD risulta essere del tutto inevasa e disattesa, cosicché in Campania, al compimento del diciottesimo anno di età, la disponibilità di servizi di presa in carico dei soggetti adulti con ADHD è caratterizzata da un totale vuoto, ciò che delinea un quadro preoccupante, sia per i pazienti adulti che per quelli in età evolutiva, oltre a pregiudicare la piena salvaguardia del diritto di cura di tali persone.
In altre parole, stante l’assenza di strutture sanitarie per la diagnosi e il trattamento degli adulti con ADHD, da un lato si impedisce il passaggio dei pazienti dai Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza a quelli di Psichiatria e da un altro lato si costringono i pazienti campani alla “famigerata” migrazione sanitaria in altre Regioni d’Italia, con conseguente aggravio per la spesa sanitaria regionale, oltre che per i pazienti stessi.
A questo si aggiunga il fatto che spesso le persone desistono dall’avviare un percorso diagnostico, sia per lo stigma associato all’uso dei Servizi di Salute Mentale per gli adulti, sia per carenti situazioni economiche. E questo comporta gravi conseguenze per la mancata continuità dell’intervento (con tutti i suoi costi sociali), oltre a sofferenze personali e familiari, essendo l’ADHD, come detto, un disturbo molto problematico e invalidante.

Ci dichiariamo dunque disponibili sin da subito ad avviare un dialogo e un confronto urgente affinché possa essere data dignità a coloro che sono affetti da questo disturbo, ma in mancanza di risposte adeguate, siamo pronti a valutare tutte le strade da percorrere per il soddisfacimento dei diritti negati.

L’AIFA è l’Associazione Italiana Famiglie ADHD (disturbo da deficit di attenzione e iperattività). L’AIFA Campania aderisce alla FISH Regionale (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

Per ulteriori informazioni e approfondimenti: referente.campania@aifa.it.

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