Si può certamente considerare come un passaggio importante verso un’Europa digitale inclusiva, la Direttiva sull’accessibilità del web, votata in questi giorni a larga maggioranza dal Parlamento Europeo, come riferisce una nota dell’Agenzia ANSA.
Frutto anche del prezioso lavoro di pressione svolto dall’EDF – il Forum Europeo sulla Disabilità che rappresenta le istanze di milioni di persone con disabilità del Vecchio Continente – il provvedimento prevede in sostanza che i siti di tutti gli Enti Pubblici (Amministrazioni, Tribunali, Dipartimenti di Polizia, Ospedali Pubblici, Università, Biblioteche) soddisfino standard comuni di accessibilità, così come le applicazioni smartphone. Dal canto loro, gli stessi Enti Pubblici dovranno fornire e aggiornare regolarmente una «dichiarazione di accessibilità particolareggiata» sulla conformità dei propri siti e applicazioni mobili alla Direttiva votata a Strasburgo, includendo anche una spiegazione sulle parti di contenuto non accessibili e motivandone le ragioni.
E ancora, verrà introdotto un “meccanismo di feedback”, per consentire agli utenti di segnalare problemi sulla conformità e per richiedere informazioni specifiche sui contenuti inaccessibili, mentre gli Stati Membri dell’Unione dovranno designare un’autorità, con il compito di monitorare e far rispettare le norme.
A questo punto, la Direttiva – dopo avere ottenuto il via libera formale dal Consiglio Europeo – verrà pubblicata nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione, dopodiché gli Stati membri avranno ventuno mesi per recepirla nel loro ordinamento. Tempi tecnici, certo, ancora lunghi, ma, come dicevamo, un passaggio decisamente importante. Resta sempre aperta, invece, la battaglia riguardante l’accessibilità dei siti privati e dei principali broadcaaster, che effettuano cioè telediffusioni nel web. (S.B.)
Ringraziamo Gabriele Favagrossa e Giovanni Merlo per la segnalazione.
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