La brutta notizia, questa volta, non arriva da una scuola italiana, com’era purtroppo accaduto qualche settimana fa, ma da una strada della Gran Bretagna, ed esattamente nella regione del Devon, ma la sostanza non cambia.
Come leggiamo sul “Giornale”, «James, diciottenne autistico, stava passeggiando per strada, quando è stato brutalmente assalito alle spalle da un gruppo di rapinatori che l’hanno colpito e sbattuto a terra, appropriandosi di una borsa. Il bottino dell’impresa? Cinque, misere, sterline. La sorella diciottenne Steph ha pubblicato sulla sua pagina Facebook le foto del fratello con il volto tumefatto, scrivendo: “Questa sera un gruppo di imbecilli ha deciso di aggredire alle spalle mio fratello. L’hanno pestato e gli hanno fatto del male. Si sono scelti una vittima facile, mio fratello è solo un ragazzo vulnerabile con l’autismo. Spero proprio che ve le godiate queste maledette cinque sterline!».
«Non è la prima volta – aggiunge l’articolo del “Giornale” – che nella stessa città del Devon (Barnstaple) si registrano aggressioni e rapine ai danni dei ragazzi più deboli. Un paio di anni fa due delinquenti locali furono arrestati perché si facevano dare soldi da un 23enne autistico con la scusa di “difenderlo” dai bulli. Approfittando delle sue difficoltà, gli aguzzini si presentavano a lui addirittura come i suoi migliori amici».
«Dispiace molto dover riferire queste notizie, ma a quanto pare sembra proprio che l’ignoranza e la prepotenza continuino a generare mostri»: a dirlo è Liana Baroni, presidente nazionale dell’ANGSA (Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici), che nel dichiarare la propria solidarietà al ragazzo e alla sua famiglia, si trova ancora una volta costretta a denunciare episodi del genere.
«Purtroppo – aggiunge – le persone con autismo non sono in grado di riconoscere il pericolo e rimangono facilmente vittime di atti di bullismo e prepotenza da parte di persone immature e spregevoli. È riprovevole che ci si approfitti di persone deboli e incapaci di difendersi per rapinarle e picchiarle ferocemente, o che ci si approfitti della loro buona fede per ricattarle chiedendo denaro, magari con la scusa di difenderle. Speriamo che i responsabili vengano presi e puniti per il loro comportamento da delinquenti».
Che fare, dunque, di fronte a notizie come queste, sia che accadano in una scuola italiana che in una strada del Regno Unito? Non possiamo fare altro che parlarne, sempre e comunque, sperando poco per volta di far breccia nel muro dell’ignoranza denunciato da Liana Baroni. (S.B.)
Ringraziamo per la collaborazione Sonia Zen.