Ormai sono mesi che a Napoli non si fa altro che parlare della crisi del welfare, per una serie di errori commessi dall’Amministrazione Comunale. In tal senso, le nostre Associazioni – che si occupano della tutela dei diritti delle persone con disabilità e delle loro famiglie – hanno elaborato il presente documento, rivolto non solo al Comune, ma a tutti i cittadini napoletani.
Riteniamo necessario, in questo particolare momento storico, lanciare un coordinamento cittadino composto esclusivamente dalle Associazioni delle persone con disabilità e dalle loro famiglie. Negli ultimi anni, la condizione dei circa 20.000 disabili napoletani, insieme alle loro famiglie, si è fatta sempre più precaria e oggi è diventata insostenibile. Infatti, i disagi dei cittadini più deboli sono cresciuti in misura esponenziale, a causa della perdurante e colpevole inerzia delle Istituzioni il cui impegno si è rivelato inversamente proporzionale all’urgenza e alla necessità di un loro intervento.
Le Associazioni delle persone con disabilità e delle loro famiglie chiedono dunque di ripartire dai diritti, ribaditi anche dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata quasi otto anni fa dallo Stato Italiano, con la Legge 18/09 e alla quale lo stesso Comune di Napoli ha voluto formalmente aderire con la Delibera di Giunta n. 992 dell’11 ottobre 2011.
Recentemente, il Comitato ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, l’organismo che ha il compito di vigilare sull’applicazione della Convenzione nei vari Paesi che l’hanno ratificata, ha espresso le proprie preoccupazioni, richiamando il Governo Italiano per avere disatteso numerose norme della Convenzione stessa e chiedendo di fare di più.
Anche noi esprimiamo le nostre forti preoccupazioni, come bene ha fatto il Comitato delle Nazioni Unite, e pretendiamo che il Comune di Napoli rispetti i nostri diritti, dando piena attuazione ai princìpi della Convenzione: non ci serve, infatti, che venga riconosciuto un Trattato Internazionale, quando il suo contenuto non viene applicato.
È necessario adeguare le attuali politiche destinate alle persone con disabilità e alle persone non autosufficienti secondo le indicazioni date dalla Convenzione, a partire dall’articolo 19 (Vita indipendente ed inclusione nella società), ove si afferma il diritto delle persone con disabilità di vivere in modo indipendente e di essere inclusi nella collettività, garantendo alle stesse «la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere», oltre all’«accesso ad una serie di servizi a domicilio o residenziali e ad altri servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenza personale necessaria per consentire loro di vivere nella società e di inserirvisi e impedire che siano isolate o vittime di segregazione» e che «i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni».
Il welfare campano deve partire dalla definizione di disabilità della Convenzione ONU, vale a dire «il risultato dell’interazione tra persone con menomazioni e barriere comportamentali ed ambientali, che impediscono la loro piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri».
Chiediamo inoltre che vengano rispettati quattro princìpi:
° Legalità: conoscere come vengono investite le risorse destinate alle persone con disabilità e non autosufficienti, e chi gestisce queste risorse.
° Trasparenza: chi gestisce i servizi delle persone con disabilità deve rispettare in primis i diritti delle stesse persone; chiediamo dunque che venga istituito un organo che controlli chi gestisce i servizi rivolti alle persone con disabilità, composto dalle stesse Associazioni e dal Comune, e non come avviene oggi, con l’organo controllore e quello gestore che coincidono.
° Appropriatezza: vogliamo interventi e servizi adeguati ai diritti delle persone con disabilità e ai loro familiari. L’attuale sistema dei servizi destinati alle persone con disabilità e alle famiglie non rispetta questo diritto, ma tiene conto solo delle esigenze di terzi.
° Diritto alla mobilità: eliminazione delle barriere architettoniche e cognitive, costituzione di un Osservatorio sulle Barriere Architettoniche ed elaborazione di Piani per l’Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA), onde poter richiedere la copertura finanziaria prevista dall’articolo 9 della Legge Regionale 3/07.
Non vogliamo più subire passivamente le nostre politiche, vogliamo ritornare ad essere protagonisti della nostra vita. Fino ad oggi le decisioni prese sono state solo il frutto di accordi tra Amministrazione Comunale e gestori di servizi, portatori di interessi economici, senza il coinvolgimento dei beneficiari, cioè i portatori dei diritti.
Nulla su di Noi, senza di Noi non dev’essere più solo il nostro slogan, ma il nostro vero obiettivo!
Insieme a Federhand/FISH Campania (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), hanno sottoscritto il presente documento: ADV Campania (Associazione Disabili Visivi), AIMA Campania (Associazione Italiana Malattia d’Alzheimer), AIPD Napoli (Associazione Italiana Persone Down), AISM Napoli (Associazione Italiana Sclerosi Multipla), ANFFAS Campania (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), DPI Campania (Disabled Peoples’ International), Famiglie in Rete, FIADDA (Famiglie Italiane Associate per la Difesa dei Diritti degli Audiolesi), LDH Napoli (Lega per i Diritti dei Portatori di Handicap), Gruppo Mah, MOVI Campania (Movimento per la Vita Indipendente), Senza Barriere, Superabile e UICI Napoli (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti).