Un percorso condiviso per raggiungere gli obiettivi di inclusione e pari opportunità delle persone con disabilità visive: è questo l’obiettivo che ha recentemente portato l’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) e l’AIE (Associazione Italiana Editori) a rafforzare la loro già solida collaborazione, siglando un Memorandum d’Intesa sui princìpi per l’attuazione del Trattato di Marrakech sulla circolazione e la diffusione del libro accessibile – definito nel 2013 in Marocco – e dell’Atto Europeo sull’Accessibilità (European Accessibility Act), due novità normative oggi in discussione nell’Unione Europea, di cui anche il nostro giornale ha già avuto occasione di occuparsi, dall’indiscusso valore nel facilitare la lettura dei libri da parte delle persone non vedenti, con disabilità visive o altre difficoltà per accedere ai testi a stampa.
In parallelo al citato Memorandum, sono stati rinnovati in queste settimane anche due accordi per la produzione delle versioni accessibili di libri da parte della Biblioteca per i Ciechi Regina Margherita di Monza, il primo dei quali, dedicato ai libri di testo e siglato inizialmente nel 2001, fa sì che più dell’85% dei testi richiesti siano forniti dagli editori scolastici alla Biblioteca in versione digitale, rendendo più agevole e rapida la produzione delle versioni accessibili. Il secondo, invece, prevede la produzione annua di cento novità e best seller in versione Braille per il prestito bibliotecario.
«L’obiettivo di queste iniziative – sottolineano da UICI e AIE – è di offrire ai 362.000 non vedenti e al milione e mezzo di ipovedenti italiani la possibilità di accedere agli stessi titoli, negli stessi modi e tempi di un qualunque altro lettore».
Nel dettaglio, il Memorandum evidenzia come la fiducia e la collaborazione tra gli editori e gli enti al servizio delle persone con disabilità visive siano la chiave per lo sviluppo di politiche efficaci. Per questo si chiede che le procedure di autorizzazione delle organizzazioni abilitate a produrre libri accessibili tengano conto del requisito della fiducia tra le parti, nel solco del Memorandum d’Intesa promosso nel 2010 dalla Commissione Europea.
Vengono richiamate inoltre la responsabilità e l’efficienza, giacché lo spreco di risorse in questo àmbito è particolarmente grave. A tal fine bisogna evitare che siano prodotte nuove versioni di opere già disponibili in formato accessibile, a meno che non sia necessario per soddisfare esigenze particolari di singoli lettori.
Infine, si sottolinea l’importanza di coordinare le norme sul diritto d’autore con quelle dell’Accessibility Act, che stabilisce obblighi in tema di accessibilità delle pubblicazioni, richiamando anche le Pubbliche Amministrazioni a seguire quanto molti editori privati già fanno.
«Siamo convinti – dichiara Federico Motta, presidente dell’AIE – che un Paese che esclude una parte dei cittadini dall’accesso ai libri non sia solo iniquo, ma più povero culturalmente. Ciascuno deve assumersi la propria responsabilità e la nostra è nel produrre e-book direttamente accessibili e nel collaborare con gli enti preposti alla produzione di versioni speciali, quando il primo obiettivo non è raggiungibile. In Italia lo facciamo come in nessun altro Paese al mondo, grazie all’amicizia e alla collaborazione con l’UICI».
«La lunga e sperimentata collaborazione tra noi e l’AIE – sottolinea dal canto suo Mario Barbuto , presidente nazionale dell’UICI – dimostra quanto il rapporto di reciproca fiducia sia essenziale per un vero progredire della tematica del diritto alla lettura per tutti. Le leggi sono fondamentali, ma l’intesa e il rapporto fiduciario tra i diversi attori rende tali leggi davvero operanti e talvolta è addirittura in grado di anticiparle, come è accaduto da noi in Italia, soprattutto negli ultimi quindici anni». (C.G. e S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Chiara Giorgi (chiagiorgi@gmail.com).