Le risorse del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali

Un’analisi del “Decreto di riparto delle risorse finanziarie del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per l’anno 2016”, tramite il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha provveduto, come ogni anno, a suddividere gli stanziamenti approvati dal Parlamento nella Legge di Stabilità dell'anno precedente. Pur con alcuni necessari distinguo, la somma da ripartire tra le Regioni e l’Amministrazione Centrale per il 2016 è stata di poco inferiore a quella relativa al 2015

Disegno con anziano, persona in carrozzina e persona in stato di disagioAlla fine di novembre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto di riparto delle risorse finanziarie del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali per l’anno 2016, tramite il quale il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ha provveduto, come ogni anno, a suddividere gli stanziamenti approvati dal Parlamento nella precedente Legge di Stabilità (Legge 208/15).
Per il 2016, dunque, la somma da ripartire tra le Regioni e l’Amministrazione Centrale ammontava inizialmente a 312.589.741 euro, di poco inferiore a quella relativa alla precedente annualità (circa 313 milioni di euro nel 2015). Tale somma, tuttavia, è stata ridotta di circa un milione di euro, da porre a copertura dei maggiori oneri derivanti dall’applicazione delle Sentenze del Consiglio di Stato del 29 febbraio 2016 riguardanti l’ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente). Infatti, il comma 5 dell’articolo 2 sexies della Legge 89/16 (ISEE dei nuclei familiari con componenti con disabilità) ha quantificato complessivamente tali oneri in un milione di euro annui, disponendo che a decorrere dal 2016 si provveda ad essi attraverso appunto la relativa riduzione della dotazione del Fondo Nazionale per le Politiche Sociali a decorrere dal 2016.

Dei 311.589.741 euro disponibili, quasi 34 milioni rimangono al Ministero e poco meno di 278 vengono trasferiti alle Regioni. Nell’ambito della quota regionale sono tuttavia resi indisponibili – come avvenuto anche per il Fondo per le Non Autosufficienze [se ne legga già su queste stesse pagine, N.d.R.], 24,3 milioni di euro relativi al riparto della Regione Lazio. Come possiamo infatti leggere nei Considerato dei due Decreti di riparto (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali e Fondo per le Non Autosufficienze), la Regione Lazio ha richiesto il totale definanziamento delle quote spettanti per l’anno 2016, in base all’Intesa sancita in Conferenza Stato-Regioni sulle modalità per il conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica da parte delle Regioni a statuto ordinario.

Secondo l’articolo 3 del Decreto qui in esame, le Regioni si impegnano a programmare gli impieghi delle risorse del Fondo loro destinate per le aree di utenza e secondo i macro-livelli e gli obiettivi di servizio indicati nell’allegato 1, e conseguentemente a monitorare e rendicontare gli interventi programmati. Si tratta di servizi per l’accesso e la presa in carico da parte della rete assistenziale; servizi e misure per favorire la permanenza a domicilio; servizi per la prima infanzia e servizi territoriali comunitari; servizi territoriali a carattere residenziale per le fragilità; misure di inclusione sociale-sostegno al reddito.
Le Regioni, inoltre, sono tenute a integrare nella programmazione sociale le risorse relative al citato Fondo per le Non Autosufficienze, quelle eventualmente attribuite agli ambiti territoriali per i servizi di cura dell’infanzia e degli anziani non autosufficienti, nonché le risorse aggiuntive di fonte regionale o di altra fonte.
In particolare, nella programmazione dei servizi per la presa in carico e per gli interventi di contrasto alla povertà, le Regioni devono tener conto dell’avvio del SIA (Sostegno per l’Inclusione Attiva). A tali servizi viene conseguentemente assicurata priorità nell’utilizzo delle risorse del Fondo per le Politiche Sociali, in maniera complementare alle relative risorse del Programma Operativo Nazionale (PON) Inclusione, al fine di garantire adeguati servizi di presa in carico, valutazione del bisogno e accompagnamento ai beneficiari del SIA stesso.

Nell’àmbito poi della quota del Fondo destinata al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, almeno 3 milioni di euro sono riservati ad azioni volte al consolidamento e all’allargamento, nonché all’assistenza tecnica e scientifica, del programma di prevenzione dell’allontanamento dei figli minorenni dalla famiglia di origine (PIPPI-Programma di Intervento per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione).
Il Decreto dispone inoltre la costituzione – a cura del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali – di un gruppo di lavoro con le Regioni e l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), al fine di individuare le priorità di finanziamento, l’articolazione delle risorse del Fondo, nonché le linee di intervento e gli indicatori finalizzati a specificare gli obiettivi di servizio. In particolare, viene individuata come area prioritaria di analisi la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, in considerazione dei risultati di una rilevazione straordinaria, disposta dallo stesso Decreto, sui servizi e gli interventi attivati in ciascun àmbito territoriale per il contrasto alla povertà.

Quanto infine agli obiettivi di servizio strettamente riferibili all’area della disabilità e della non autosufficienza, il provvedimento dispone che essi vengano definiti unitariamente nel Piano per la Non Autosufficienza, da adottare secondo i criteri individuati dal citato Decreto di Riparto del Fondo per le Non Autosufficienze. (Daniela Bucci)

La presente nota costituisce il riadattamento – per gentile concessione – di un testo già apparso nel portale «Condicio.it – Dati e cifre sulla condizione delle persone con disabilità», spazio di comunicazione che è il frutto di un progetto della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

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