Aveva fatto parlare molto, nel 2015, la vicenda seguita passo dopo passo anche dal nostro giornale, riguardante il mancato accesso per le persone con disabilità visiva accompagnate dal proprio cane guida, alla scala mobile di Lambioi, che porta al centro storico di Belluno, preannunciato anche da un cartello indicatore di divieto, recante la scritta Inclusi i cani guida.
Il momento più “caldo”, lo ricordiamo, si era avuto in maggio, quando un gruppo di persone, provenienti da varie città d’Italia, si erano recate insieme ai loro cani guida ai piedi di quella scala mobile, chiedendo di salire, nel rispetto delle Leggi, e con l’intento dimostrativo «di far vedere che gli animali sono perfettamente in grado di prendere le scale mobili in tutta sicurezza, oltre che per rivendicare la libertà di movimento e il rispetto della dignità». Ciò aveva portato al blocco dell’impianto, da parte della Società Bellunum che lo gestisce, e anche all’arrivo della Polizia, lasciando le persone momentaneamente bloccate sulla scala mobile, senza la possibilità di salire né di scendere in sicurezza e lasciando anche in sospeso la situazione, tra polemiche varie e preannunciate azioni legali.
Qualche mese dopo, un esposto da parte delle persone protagoniste loro malgrado della vicenda era stato presentato, portando all’apertura di un fascicolo di indagine, ma non a fare emergere reati sul piano penale.
E tuttavia almeno undici di quelle persone con disabilità visiva non hanno affatto l’intenzione di lasciar cadere nel dimenticatoio quanto accaduto e hanno quindi deciso, nei giorni scorsi, di chiamare in causa il Comune di Belluno e la Società Bellunum di fronte al Giudice Civile, chiedendo di dichiarare come «discriminatorie» le condotte perpetrate da entrambi, ai sensi della Legge 67/06 (Misure per la tutela giudiziaria delle persone con disabilità vittime di discriminazioni), oltre alla cessazione immediata di tale trattamento, senza trascurare nemmeno l’«illegittimità» del cartello indicatore di cui si è detto. 2.500 euro per ciascuno dei ricorrenti, infine, la richiesta dei danni che è stata espressa.
A informarci dell’iniziativa è stata Blindsight Project – Associazione ben nota per le sue battaglie in favore dei diritti delle persone con disabilità e in particolare di quella visiva – della quale vale sempre la pena ricordare l’ottimo vademecum intitolato Tutto sul cane guida (e i suoi amici umani), che esordisce significativamente così: «La prima cosa da non dimenticare mai è che il cane guida che accompagna la persona disabile della vista (cieco o ipovedente) non può essere separato dallo stesso in quanto considerato “ausilio per persona disabile”». (S.B.)
Ringraziamo Massimiliano Bellini per la collaborazione.