Si apriranno a breve, presso l’Università del Molise, le iscrizioni per il nuovo Master in TSE (Typhlology Skilled Educator), ovvero “esperto in scienze tiflologiche” o tiflologo [se ne legga già lo scorso anno nel nostro giornale, N.d.R.]. Entro la fine di marzo, inoltre, si concluderà la prima annualità dell’edizione d’esordio del Master e agli inizi di aprile verranno diplomati i venticinque corsisti che conseguiranno pertanto il titolo di Typhlology Skilled Educator, ciò che consente il riconoscimento di punteggio ai fini della carriera scolastica e per l’inserimento nelle graduatorie.
Si tratta di un’esperienza formativa – la prima in assoluto nel nostro Paese – che rappresenta l’inizio della nuova era della tiflologia, tesa a garantire il diritto allo studio per gli alunni con minorazione visiva, ciechi assoluti e/o ipovedenti gravi, che presentano sempre più spesso minorazioni aggiuntive. Non solo, essa, infatti, apre alla ricerca di percorsi formativi improntati alla valorizzazione della didattica e delle tiflodidattiche, nonché alla valorizzazione dell’educazione, intesa non solo come processo “ordinario” di un’inclusione generalista, ma come riconoscimento delle attitudini e propensioni personali della persona, dello studente in situazione di minorazione visiva.
In Italia, in questi ultimi quarant’anni, hanno proliferato centinaia di corsi e percorsi formativi, allo scopo di “consegnare” più o meno una “pseudo-professionalità” in campo tiflologico. Addirittura è stata istituita senza alcun valore istituzionale e tanto meno giuridico la figura del tiflologo, troppo spesso scanzonata, schernita e scansata, prima di tutti, dalla scuola e poi dalle diverse agenzie educative. La stessa Università, ovvero la più alta agenzia formativa, ha relegato la tiflologia da sempre nelle maglie della pedagogia speciale. Il nostro intento, quindi, è stato quello di proporre una tiflologia capace di affrancarsi da quel lessico piuttosto avvilente e scorretto che le ha attribuito da sempre il ruolo di “ancella” della “sanità pedagogica” o terapeutica, quella medicale.
La tiflologia ha valori propri che hanno la radice nelle pedagogie speciali e tuttavia nulla vieta di pensare che qualsiasi intervento tiflologico, in termini di percorso abilitativo piuttosto che riabilitativo, di assegnazione o consegna di strumenti e materiali ad uso dello studente minorato della vista, non debba avere nulla di sanitario di prodotto medicale o terapeutico.
L’idea di fondo è quella di una tiflologia “laica”, che si affranchi almeno nell’oggi da un concetto distorto e avvilente di una tiflologia sanitarizzata e sempre più farmacologica, medicalizzante e terapeutica.
La tiflologia “è una pedagogia” e per questo, assieme agli stessi luminari della materia, gli amici Giancarlo Abba, Enzo Bizzi e Luciano Paschetta, abbiamo riflettuto su un’ipotesi di definizione che al momento potrebbe essere quella del tiflopedagogista (esperto in scienze tiflologiche e, dunque, necessariamente con una base formativa pedagogica).
Lo scorso anno, dunque, l’Università del Molise ha investito le proprie energie professionali e messo in campo la propria storia in favore del rilancio che potrei definire “storico”, non solo della tiflologia, e dunque delle scienze tiflologiche, ma del valore educativo, didattico e professionale della figura dell’esperto in scienze tiflologiche, che per evitare di allestire a nuovo una vetrina vecchia – trattandosi di fatto di una figura innovativa e profondamente ristrutturata – ha preso appunto il nome di esperto in scienze tiflologiche il quale – per un reale ed efficace respiro europeo, che a mio parere la tiflologia deve avere – ho scelto di chiamare, come detto inizialmente, Typhlology Skilled Educator.
La verità è che non si è trattato e non si tratta di una figura aggiuntiva a quelle già esistenti, è semplicemente il vecchio tiflologo che, indossati i panni della contemporaneità, dell’attualità storica dell’istruzione e della formazione, della socializzazione e dell’inclusione, dello sviluppo umano e del dialogo sociale, ha compreso la necessità e l’importanza di compiere un cammino formativo nuovo al passo con i tempi e più idoneo alle esigenze del “nostro quotidiano”, dell’oggi, senza dimenticare l’evoluzione da un lato significativa, e dall’altro talvolta caotica, della normativa vigente e in via di definizione.
Dall’altra parte, ciò che conta è il curricolo strutturato, studiato e condiviso tra il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università del Molise e il Dipartimento di Medicina e Scienze della Salute “V. Tiberio” (Oculistica) del medesimo Ateneo, ciò che rappresenta il percorso di studi rivoluzionario in termini tiflologici riguardanti: la didattica, le metodologie, le strategie che spaziano dai contenuti disciplinari alla conoscenza e all’uso delle tiflotecnologie, fino all’apprendimento e all’utilizzo dei più importanti sistemi operativi, dei software e dell’informatica, dell’orientamento, dell’autonomia e della mobilità.
Un curricolo che abbraccia e fa propri i princìpi dell’educazione, da intendersi non come “speciale”, ma al più strutturata secondo percorsi specifici e che comunque tengano al centro del loro stesso essere il fanciullo, lo studente, la persona in situazione di minorazione visiva. Un curricolo teso a costruire l’identità del didatta e dell’educatore, del formatore e del professionista o più semplicemente dell’educatore tiflologico, senza alcuna sovrapposizione con figure esistenti.
E d’altro canto, quando parliamo di curricolo, intendiamo un percorso formativo fluido, spendibile in ogni area del sapere, della conoscenza, dell’istruzione e della formazione. Un curricolo che – una volta certificato quale bagaglio appreso, compreso e assimilato – faccia di quella figura professionale il docente per il sostegno esperto in scienze tiflologiche, piuttosto che l’educatore tiflologico altrimenti definito oggi, genericamente, come assistente alla comunicazione e/ o all’autonomia (comma 3 dell’articolo 13 della Legge 104/92).
L’IRIFOR centrale – l’Istituto per la Ricerca, la Formazione e la Riabilitazione dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti), con la concessione di venticinque borse di studio – insieme alla Presidenza Nazionale della stessa UICI e in condivisione con l’IRIFOR Molise e il Senato Accademico dell’Università del Molise, hanno fortemente sostenuto l’intera esperienza formativa e l’idea di una figura professionale profondamente rinnovata, quale l’esperto in scienze tiflologiche. Ed è molto importante sostenere, promuovere e valorizzare questa progettualità didattica ed educativa in ogni realtà regionale, se vogliamo proseguire sulla strada del riconoscimento della figura esperta in scienze tiflologiche e se lo si vuole fare in modo decisivo e professionale.
Da questa esperienza, inoltre, è nata anche – a firma di chi scrive – la pubblicazione Il Typhlology Skilled Educator e le Scienze Tiflologiche (Volturnia, 2016), presentata nel marzo dello scorso anno presso l’Aula Magna “Ippocrate” dell’Università del Molise, in occasione della prima edizione del Master.
Si tratta di un volume che è un vero e proprio vademecum per chi desideri intraprendere questa strada professionale-formativa e anche una guida consigliabile alle Pubbliche Amministrazioni, alle agenzie educative, turistiche, e a tutti quegli operatori impegnati a vario titolo anche nel settore sociosanitario, oltreché a tutti coloro che vogliano sfiorare con mano la condizione della disabilità affinché ogni sorta di discriminazione possa, nel tempo, svanire.
Il vero tiflologo, si può dire in conclusione, oggi Typhlology Skilled Educator, non lotta per ridare la vista al cieco; il vero tiflologo combatte affinché ogni persona cieca sia messa nelle condizioni di poter guardare il mondo attraverso le proprie abilità.
La quota di partecipazione al Master dell’Università del Molise, sul quale è centrato il presente approfondimento è di 1.500 euro (per 1.500 ore) e consente di conseguire 60 CFU (Credito Formativi Universitari).