«Risorse per gli alunni con disabilità di Milano: che fine hanno fatto le promesse della Città Metropolitana e della Regione Lombardia?»: a chiederselo, in una nota, sono una serie di organizzazioni del territorio di Milano (se ne veda in calce l’elenco), allineandosi in tal senso ai continui allarmi sulla medesima questione, lanciati in questi mesi dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce le componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).
«Sin dallo scorso settembre – si legge infatti nella nota – la Città Metropolitana di Milano ha chiesto alla Regione Lombardia risorse aggiuntive specifiche per l’inclusione scolastica di studenti con disabilità. Il 10 gennaio scorso, un comunicato stampa della Città Metropolitana dava conto della soluzione del problema, scrivendo che “da domani i ragazzi potranno rientrare in classe con la certezza che la soluzione è risolta”. Si faceva riferimento a un incontro tra il consigliere delegato al Bilancio, Franco D’Alfonso, e l’assessore regionale all’Economia, Massimo Garavaglia, nel quale la Regione avrebbe assicurato la propria disponibilità a coprire il servizio per i mesi a venire “fino al termine dell’anno scolastico”. La vicesindaca della Città metropolitana di Milano, Arianna Censi, aveva dichiarato allora: “Siamo soddisfatti di questa parziale ma positiva conclusione di una collaborazione istituzionale che anticipa, ne sono certa, la risoluzione totale di un problema che si trascina da troppo tempo”».
Ebbene, siamo oggi al 24 gennaio, e di quella “soluzione del problema”, secondo le organizzazioni firmatarie della nota, non vi è traccia. «Sono almeno 2.500 – si legge infatti – gli alunni tra scuole dell’infanzia, scuole primarie e secondarie che avrebbero diritto all’assistenza educativa o all’assistenza alla comunicazione. 171 di questi sono seguiti in diverse scuole di Milano dalle nostre organizzazioni e in questo momento non ricevono il servizio; di conseguenza, diversi operatori delle organizzazioni non hanno ripreso il loro lavoro».
«Denunciamo la gravità della sospensione del servizio – dichiara dunque Emanuele Bana, presidente della Cooperativa Sociale COMIN – e chiediamo che ai proclami seguano i fatti, ovvero che il servizio sia ripristinato quanto prima. La gravità, per altro, è su tre fronti, sia cioè per la sospensione del servizio a minori e famiglie, sia, dal punto di vista del lavoro, per gli educatori impiegati nel servizio scolastico e per le organizzazioni che si fanno carico dei livelli occupazionali degli operatori assunti». (S.B.)
Queste le organizzazioni firmatarie del comunicato di cui si parla nella presente nota: le Cooperative Sociali Co.esa, Cogess, COMIN, C.R.E.SCO (Centri Ricreativi Educativi Scolastici), Diapason, Fabula, Il Melograno, Spazio Aperto Servizi e Tempo per l’Infanzia e l’Associazione Willy Down.
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Ufficio Stampa Cooperativa Sociale COMIN (aldo.velardi@coopcomin.org).
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