«Qui si parla della storia di Friedrich Zawrel, “colpevole” di essere venuto al mondo in una famiglia povera, disagiata e con il padre alcolizzato. Considerato un “bambino difficile”, Zawrel fu rinchiuso dal 1941 al 1944 nel sanatorio pedagogico Am Spiegelgrund di Vienna, che con i suoi 640 posti letto, svolse la funzione di reparto di “eutanasia infantile”. Tra il 1940 e il 1945 nei suoi padiglioni furono uccisi almeno 789 bambini ritenuti «fisicamente e mentalmente disabili», cui aggiungerne altre centinaia, che erano considerati come «asociali» o «affetti da gravi difficoltà di apprendimento. Attraverso il racconto delle vicende di Zawrel (scomparso nel 2015), dei maltrattamenti e delle torture subiti, si ripercorre quel drammatico periodo storico in cui la diversità rappresentava una minaccia per la costruzione della “razza superiore ariana”, tesi sostenuta anche dall’apparato medico-scientifico che legittimava le teorie eugenetiche sostenute dal nazismo e operosamente negava il diritto ad esistere per gli “imperfetti».
Così, nel nostro stesso giornale, Silvia Cutrera, presidente dell’AVI di Roma (Agenzia per la Vita Indipendente), aveva presentato il suo documentario Vite indegne: il piano “Aktion T4” e lo sterminio dei disabili, centrato sul famigerato Programma Aktion T4, ovvero sullo sterminio di centinaia di migliaia di persone con disabilità, da parte del regime nazista, basato su un piano avviato nel 1939 e chiuso ufficialmente due anni dopo, ma in realtà proseguito fino al termine del conflitto, segretamente e, se possibile, in modo ancora più crudele.
«Vennero uccise circa 300.000 persone affette da malattie ereditarie – ricordava Stefania Delendati, in un approfondimento storico da noi pubblicato – e tra loro moltissimi bambini. Un Olocausto parallelo tenuto seminascosto per quasi mezzo secolo, che soltanto negli ultimi anni è venuto alla luce, grazie soprattutto alle iniziative promosse in occasione della Giornata della Memoria».
Sono vicende e testimonianze terribili, che però appare quanto mai utile proporre “a chi non c’era”, ovvero ai giovani studenti, come verrà fatto ad esempio domani, 27 gennaio, proprio in occasione della Giornata della Memoria, all’Istituto Tecnico Statale Michelangelo Buonarroti di Caserta, nel corso di un incontro in Aula Magna (ore 9.30), organizzato in collaborazione con la Lega Problemi Handicappati (LPH) della città campana, che ruoterà appunto intorno alla proiezione del documentario Vite indegne di Silvia Cutrera.
A condurre il dibattito, dopo l’intervento della dirigente scolastica Vittoria De Lucia, sarà Giampiero Griffo, membro del Consiglio Mondiale di DPI (Disabled Peoples’ International), responsabile della Sezione Diversità della Biblioteca Nazionale di Napoli e anche uno dei “padri italiani” della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, approvata nel 2006 al Palazzo delle Nazioni Unite di New York. (S.B.)
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: Mario Vitale (mariovitale2012@gmail.com).
Accedendo all’ampia ricognizione storica curata da Stefania Delendati per il nostro giornale, con il titolo Quel primo Olocausto, oltre ad approfondire i vari temi riguardanti lo sterminio di migliaia e migliaia di persone con disabilità, da parte del regime nazista, si può anche consultare l’ampio elenco di testi da noi presentati in questi anni su tale materia.
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