Il NIS dell’UICI (Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti) – ovvero il Network per l’Inclusione Scolastica avviato nel 2016, del quale abbiamo già ampiamente riferito su queste stesse pagine – è fortemente consapevole dell’importanza che il procedimento di valutazione deve oggi ricoprire per l’erogazione di servizi di qualità e di eccellenza anche da parte delle varie Istituzioni Pro Ciechi. Pertanto – come avviene già da tempo per tutte le Pubbliche Amministrazioni, che vi dedicano risorse ed elaborano strategie – la valutazione è diventata anche per l’UICI e per i suoi Enti collegati, di cui il NIS è espressione e sintesi, un’attività centrale e istituzionale, per testare la qualità di tutti i servizi di competenza.
«Si tratta certamente di una svolta gestionale della nostra Associazione – dichiara il presidente nazionale dell’UICI Mario Barbuto -, per la quale ci siamo battuti con forza, in linea con le più moderne e illuminate teorie del cosiddetto Total Quality Management». Quest’ultimo, va ricordato, è sostanzialmente un approccio manageriale centrato sulla proprio sulla qualità e basato sulla partecipazione di tutti i membri di un’organizzazione, allo scopo di ottenere un successo di lungo termine, producendo soddisfazione e benfefìci per tutti gli attori coinvolti.
Al fine dunque di rilevare eventuali criticità e punti di forza nella fornitura dei servizi da parte degli Istituti dei Ciechi e dei Centri di Consulenza Tiflodidattica (CCT) della Federazione Nazionale delle Istituzioni Pro Ciechi e della Biblioteca Regina Margherita di Monza, a supporto dell’inclusione degli alunni/studenti italiani con disabilità visiva, il NIS ha recentemente individuato i seguenti criteri di valutazione:
Elementi del servizio nella dimensione della qualità:
a) Presenza e distribuzione degli Istituti dei Ciechi e dei Centri di Consulenza Tiflodidattica (CCT) nel territorio.
b) Risorse umane a disposizione dei Centri e degli Istituti: presenza di operatori specializzati e di altro personale (specialmente per soggetti in situazione di pluridisabilità).
c) Metodologie e strategie di lavoro utilizzate dagli operatori degli Istituti e dei Centri.
d) Numero degli utenti dei Centri e degli Istituti.
e) Tipologia di minorazione visiva dell’utenza, anche con disabilità complesse.
f) Fasce d’età e genere degli utenti dei Centri e degli Istituti.
g) Stesura da parte degli Istituti e dei Centri di una Carta dei Servizi.
h) Tipologia dei servizi erogati (consulenza tiflopedagogica e tiflodidattica; trascrizione in Braille, large-print [stampa a caratteri ingranditi, N.d.R.] e in formato digitale di libri di testo, testi universitari e altro genere di libri; produzione di materiale e sussidi tiflodidattici; riabilitazione di pluridisabili; altri servizi).
i) Tempi di consegna, dal momento della richiesta, del materiale tiflodidattico e di trascrizione dei libri in Braille, large-print e in formato digitale da parte dei Centri e degli Istituti.
j) Realizzazione del progetto di inclusione/globale di vita da parte degli Istituti e dei Centri e tipologia di figure di riferimento e/o supporto dell’utente, deputate alla sua redazione e presa in carico.
k) Stesura di un Programma di Orientamento scolastico e professionale dell’utente e tipologia di figure professionali incaricate alla sua elaborazione.
l) Rapporti degli Istituti e dei Centri con le famiglie.
m) Rapporti interistituzionali dei Centri e degli Istituti con gli Enti Locali, con le ASL, con le scuole, con altre Istituzioni Pro Ciechi e con altre Associazioni di e per disabili.
n) Rapporti con i Centri Territoriali di Supporto (CTS).
o) Frequenza degli incontri tra gli operatori dei Centri e degli Istituti, le famiglie, la scuola e altre figure di supporto per gli utenti.
Elementi del servizio nella dimensione quantitativa (strutturale, materica ecc):
a) Ubicazione dei Centri e degli Istituti, mezzi di trasporto pubblici e privati con cui essi vengono raggiunti dagli utenti, dagli operatori e da altre eventuali figure professionali e frequenza con cui tali mezzi di trasporto sono fruibili.
b) Accessibilità degli spazi e degli ambienti ed eliminazione delle barriere architettoniche e percettive.
c) Risorse strumentali disponibili: laboratori polifunzionali; biblioteca; spazi ad uso polivalente; attrezzature multimediali; materiale tiflodidattico; software specifici per le aree disciplinari e per le disabilità plurime; ausili informatici e tecnologie assistive; altro materiale e strumenti presenti nei Centri e negli Istituti.
d) Livello di qualità ed efficienza del materiale tiflodidattico e delle apparecchiature tifloinformatiche.
e) Mezzi e strumenti di comunicazione tra gli Istituti e i Centri con le famiglie, gli utenti, la scuola e le altre figure di supporto (e-mail, SMS, skype, telefono o cellulare).
f) Risorse finanziarie disponibili.
g) Valutazione dei servizi dei Centri e degli Istituti e dei risultati dell’utenza, tipologia di operatori deputati all’effettuazione della valutazione stessa e strumenti di verifica impiegati (uso di modelli di Customer satisfaction [letteralmente “soddisfazione del cliente”, qui “soddisfazionedell’utente”, N.d.R.]).
Sulla base, dunque, di tali criteri di valutazione, sarà cura del NIS predisporre e somministrare agli Istituti dei Ciechi e ai Centri di Consulenza Tiflodidattica un’apposita scheda di rilevazione concernente appunto la qualità dei loro servizi.
L’auspicio è che tali criteri possano essere anche recepiti dal MIUR (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) in queste settimane di confronto parlamentare sul neonato Schema di Decreto Legislativo recante norme per la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità (Atto del Governo n. 378), sia rispetto ai «livelli essenziali delle prestazioni» (articolo 3), sia agli «indicatori di qualità» (articolo 4), il tutto allo scopo di garantire un sempre più proficuo, efficace e uniforme processo di inclusione scolastica ai bambini/ragazzi ciechi e/o ipovedenti del nostro Paese.